Questo volume di Antonino Sala raccoglie i suoi preziosi contributi al nostro giornale come editorialista. Scritti che sono sempre più apprezzati dai nostri lettori e che spero (anzi, sono convinto) ci accompagneranno anche nei prossimi anni. La prospettiva che Sala ci propone con le sue Schegge di libera critica è quella che lui definisce in alcuni articoli di “un’autosovranità” consapevole. L’autore, in estrema sintesi, vuole testimoniare come sia possibile, attraverso un duro impegno di analisi e approfondimento, riuscire a essere sempre più indipendenti nel giudizio e quindi responsabili nell’azione. Questo testo, insomma, è un atto di fiducia nella ragione e nella libertà. Due concetti che emergono prepotentemente nelle varie tematiche affrontate, sempre partendo da un disilluso realismo temperato dalla speranza di chi ancora crede nel confronto delle idee e delle opposte visioni del mondo. Sala affronta i temi dell’economia, della storia, della politica e delle scienze sociali in genere, con il piglio tipico degli studiosi appassionati.

E i suoi ragionamenti sono sempre supportati dalle idee e dalle teorie di studiosi liberali di fama internazionale come Friedrich A. von Hayek, Milton Friedman e James M. Buchanan, ma anche degli italiani Federico Chabod, Lorenzo Infantino e Tommaso Romano, solo per citarne alcuni. Il libro di Sala è una trama che collega fatti, uomini e cose nell’ottica di chi crede nella discussione franca e non dogmatica. Per dirla con Anthony Collins, questo testo è un inno al libero pensiero, un atto di autonomia e di autogoverno a dispetto dei soloni del pensiero unico, del bigotto politicamente corretto di cui gli italiani sono vittime e carnefici allo stesso tempo. L’opera è brillante, e piacevole da leggere ma, soprattutto, è un’occasione per vedere sotto una luce nuova i fatti e i personaggi in essa citati. E ci offre – cosa per niente scontata – un florilegio di citazioni sul tema della libertà. Avere Sala tra gli editorialisti de L’Opinione, ha arricchito l’offerta culturale del nostro giornale, che noi abbiamo sempre immaginato come una palestra del pensiero critico, in cui le idee si manifestano non come dogmi intoccabili ma come presupposti per una libera discussione.

Nella pubblicazione non mancano spunti di originalità, rimandi alla classicità greco–romana e interpretazioni personali di pensatori del calibro di Adam Smith e Karl R. Popper. Un autore, quest’ultimo, a me personalmente caro. Il tutto calato nella stretta attualità, da cui Sala parte per un’analisi personale dei fatti per poi arrivare a considerazioni mai banali e a conclusioni che meritano riflessione. Antonino Sala non è nuovo a questo tipo di opere letterarie. Sono diverse le sue pubblicazioni, ma ne vogliamo ricordare almeno due. La prima, “Reagire per le libertà”, edita dalla Fondazione Thule Cultura, in cui insieme al filosofo Tommaso Romano ha raccolto le conversazioni in diretta streaming con i maggiori studiosi italiani del liberalismo, organizzate per sfuggire alla clausura a cui siamo stati costretti durante la pandemia. Un libro importante, del quale voglio ricordare il capitolo con il compianto Antonio Martino e quelli con Lorenzo Infantino, Raimondo Cubeddu e Alessandro De Nicola. L’altro volume che voglio citare è “Il solco delle Libertà” con la prefazione di un grande liberale, Corrado Sforza Fogliani, in cui Sala si esercita in una serie di riflessioni sul valore perenne della libertà declinata in ogni forma: da quella di pensiero a quella economica.

Adesso, con quest’altra opera, Sala compie un passo avanti. Arrivando a teorizzare in alcuni passi, con originalità, la possibilità dell’individuo di essere, come “autosovrano”, indipendente e responsabile, anche se inserito in un contesto di relazioni. L’autore non nega la necessità dello Stato, ma lo ipotizza minimo, efficiente e non invasivo, rispettoso della proprietà privata e delle prerogative della persona. La sua “autosovranità” è pertanto critica e soprattutto consapevole del fatto che, quando permettiamo al potere degli apparati di dilatarsi senza limiti, mettiamo in pericolo proprio l’individuo, pregiudicandone la vita con la pretesa di dirigerne l’esistenza. Nella visione di Sala essere liberi pensatori, non significa essere isolati dal contesto in cui viviamo, ma al contrario essere decisi a modificarlo agendo sulla cultura generale e sui singoli, rifiutando ogni storicismo o filosofia oracolare. Sala con questo testo propone un percorso di liberazione da dogmi, pregiudizi, totem e tabù, sicuramente difficile da digerire. Perché mettere in crisi le proprie convinzioni più profonde è sempre un’operazione complicata e a volte dolorosa, ma comunque possibile. Nessun velleitarismo o utopismo pervade i suoi articoli dunque, ma un sano realismo, razionale, efficace e scevro da incrostazioni ideologiche, come nella migliore tradizione dell’Opinione delle Libertà. Proprio per questo il nostro giornale ha deciso di partecipare alla sua pubblicazione. Perché questo contributo al dibattito pubblico non venga disperso, ma possa essere fonte di ulteriori approfondimenti e riflessioni.

Aggiornato il 27 ottobre 2023 alle ore 09:55