“Sorpreso, ma non troppo”. È stato questo il primo commento di Jon Fosse all’annuncio del riconoscimento dell’Accademia Reale di Svezia. Le motivazioni sono di alto profilo. Riceve il Premio Nobel per la Letteratura 2023, “per le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile”. Lo scrittore e drammaturgo norvegese 64enne ha firmato romanzi, racconti, poesie, libri per bambini, saggi e opere teatrali, tradotti in 50 lingue. Da più o meno vent’anni il suo nome circola tra quelli favoriti alla vittoria del Nobel. “Negli ultimi dieci anni mi sono preparato con cautela al fatto che ciò potesse accadere. Ma credetemi, non mi aspettavo di ricevere il premio oggi, anche se potevo avere una chance”, ha spiegato Fosse intervistato dalla tivù pubblica norvegese Nrk. L’ultimo norvegese premiato era stata la scrittrice Sigrid Undset nel 1928 e l’ultimo autore scandinavo il poeta svedese Tomas Tranströmer, nel 2011.
Nato nel 1959 a Strandebarm, una piccola città della Norvegia, Fosse vive nella residenza onoraria di Grotten, a Oslo, concessagli per i suoi meriti letterari. Ha saputo della vittoria del Nobel da una telefonata dell’Accademia svedese mentre stava guidando nei pressi di Bergen, sulla costa occidentale della Norvegia e considera “questo un premio alla letteratura innanzitutto, senza alcuna altra considerazione”. Fosse ha esordito nel 1983 con il romanzo Raudt, svart (Rosso, nero) sperimentando poi diversi generi di scrittura segnati sempre da quello stile minimalista e lirico, ma anche da una prosa ipnotica e quasi magica che è la sua cifra e scavando in modo unico nelle nostre contraddizioni
Il primo a pubblicarlo in Italia è stato Fandango Libri per cui è uscito nel 2009 Melancholia, due monologhi interiori di cui è protagonista Lars Hertervig, uno dei più grandi nomi della pittura norvegese e nordica ottocentesca che comincia a soffrire di disturbi nervosi e viene internato in un ospedale psichiatrico, cui è seguito nel 2011 la favola moderna Insonni. Il 10 ottobre uscirà nel nostro Paese Io è un altro, che raccoglie il terzo e quarto volume di Settologia, il romanzo-mondo strutturato in sette parti che ci ha fatto conoscere La nave di Teseo. Considerato il capolavoro di Fosse, vede protagonisti due pittori con lo stesso nome, Asle: uno è un uomo di successo, ma ha perso sua moglie. L’altro alza il gomito troppo spesso. Viene da pensare che siano la stessa persona, eppure a volte si incontrano e si parlano. In Io e un altro, Asle è ancora giovane.
Tra amori fugaci, alcool, gruppi rock e sigarette, i due Asle si incontrano per la prima volta. La nave di Teseo lo pubblica nella traduzione di Margherita Podestà Heir. Ma sono tante le opere di Fosse, autore prolifico, non ancora tradotte in Italia. Finalista nel 2020 e nel 2022 all’International Booker Prize, al National Book Award e al National Book Critics Circle Award, considerato dal Daily Telegraph uno dei cento geni viventi, nominato nel 2007 cavaliere dell’Ordre national du Mérite in Francia, Fosse è noto nel suo Paese ma non così tanto in Italia dove forse sono più conosciute le sue opere teatrali alle quali Rodolfo Di Giammarco ha dedicato Teatro (Editoria&Spettacolo, 2006).
Aggiornato il 07 ottobre 2023 alle ore 14:19