Novant’anni fa “Il mondo nuovo”, il profetico libro di Aldous Huxley

La produzione in serie, di massa, viene applicata anche alla riproduzione umana, oramai completamente extrauterina (generale è l’orrore, il ribrezzo verso quella vivipara dei tempi bui e barbari). Da un singolo uovo, difatti, è possibile ricavare fino a novantasei embrioni, futuri gemelli perfettamente identici. In questa società, allevata nei Centri di incubazione e condizionamento e suddivisa in caste, dedita ognuna a svolgere la funzione assegnatale, qualsiasi inclinazione personale o interesse eterodosso è bandito, qualsiasi corpo intermedio compromettente la massificazione e l’uniformità, che costringono ottusamente agli stessi consumi, soppresso, a partire dalla famiglia. “Casa, casa, poche stanze, troppo abitate, soffocanti, da un uomo, da una donna periodicamente incinta, da un’orda di ragazzi e ragazze di tutte le età. Niente aria, niente spazio; una prigione insufficientemente sterilizzata; oscurità, malattie e cattivi odori, tana di conigli selvatici, un letamaio riscaldato per gli attriti della vita che vi si ammucchiava, esalanti di emozioni. Quali soffocanti intimità, quali pericolose, insane, oscene, relazioni fra i membri del gruppo familiare!”, ricorda alle nuove reclute del centro di Londra, Mustafà Mond, governatore mondiale per l’Europa Occidentale.

Al nuovo ordine sociale, in cui “ognuno appartiene a tutti gli altri”, perché tra il tutto e il singolo è stato raso al suolo qualsiasi diaframma, e in cui è bandita la rinuncia, “altrimenti le ruote cessano di girare”, si oppone l’ultimo uomo ancora non civilizzato, il “selvaggio”, che reclama “Dio, la poesia, il pericolo reale, la libertà, la bontà, il peccato” e, sopra ogni altra cosa, “il diritto d’essere infelice”. Pubblicato nel 1932, e tradotto in italiano l’anno seguente, Brave New World di Aldous Huxley (Il mondo nuovo, nell’edizione italiana), forse più di 1984 di George Orwell, allievo di Huxley stesso, ha vaticinato alcuni tratti della società odierna. Se il totalitarismo vaticinato da Orwell era fatto di sorveglianza e repressione poliziesca, quello tratteggiato da Huxley prende infatti la forma di un corpo sociale entusiasticamente votato a eliminare qualunque distinzione, specificità, tradizione. Rifiuto della cultura, perché “non si può consumare molto se si resta seduti a legger libri”, accompagnato “da una battaglia contro il Passato; dalla chiusura dei musei; dalla distruzione dei monumenti storici”; questo il monito di Mustafà Mond. Non vi è chi non veda assonanze, corrispondenze con i solerti purificatori sociali odierni nonché costruttori di spazi pubblici non traumatici e narcotizzanti perché privi di urticanti rimandi storici.

Aggiornato il 26 settembre 2023 alle ore 15:48