Il mestiere di sindaco, Carlo Tognoli: modellare la città

La capitale ambrosiana, la città più propriamente detta e la meno italiana, con le sue “vie aristocratiche devote alla penombra” è stata il centro propulsivo del riformismo. In tutte le sue fasi, dagli albori di Costa e della Kuliscioff, coevi alle lotte bracciantili e ai rudimenti della pratica parlamentare, fino alla piena maturità dell’Ansaldo e della Piramide.

Non fu l’unico centro. Il Partito Socialista italiano craxiano elevò a stile di vita quello della Terza Italia, più lenta e strapaesana. Non ce ne è miglior rappresentazione dello spot della Barilla del 1987: la bambina sembra Greta ma la perdoniamo, perché torna a casa salvando un micino che il padre e la madre (oggi sarebbero genitore 1 e 2, nella migliore delle ipotesi) accolgono volentieri. Era la via italiana al benessere. Epperò la pulsante alterità meneghina anticipava il modello sociale che Bettino Craxi ha assecondato, dandogli rappresentanza politica.

Di quella Milano anticipatrice l’interprete è stato il sindaco Carlo Tognoli che il nuovo libro della Fondazione CraxiSenza promettere la luna. Scritti di un riformista milanese” (Baldini+Castoldi) – figlio di un certosino lavoro di archivio, di raccolta, di memoria – celebra. Tognoli seppe risollevarla, traghettando la città deindustrializzata ritratta da Gabriele Basilico nella capitale della modernità. E chi voglia fare il sindaco, anche se i candidati latitano e i programmi ancor di più, si legga e si rilegga e mediti sui pensieri e le preoccupazioni, le aspirazioni e le ansie di Tognoli. Gli servirà.

Quanto alle Italie – quella di Ancona, Gubbio, Pistoia e Reggio – adesso è un vano ricordo, con buona pace del povero micetto e dei genitori che oggi saranno smartworker freelance. Milano conserva un indefesso dinamismo, anche se la batosta del Covid si fa e si farà sentire. Servirebbe un Tognoli…

(*) Tratto da Il Nodo di Gordio

(**) Carlo Tognoli, “Senza promettere la luna. Scritti di un riformista milanese”, a cura della Fondazione Bettino Craxi, Baldini+Castoldi, 384 pagine

Aggiornato il 25 settembre 2021 alle ore 11:15