Venezia 76, Barbera: “Felice per i film italiani”

“Venezia 76 è stata un successo”. Ne è convinto Alberto Barbera. Il direttore artistico della Mostra del cinema rivendica la selezione dei tre film italiani in concorso: Martin Eden di Pietro Marcello, premiato per il Miglior attore Luca Marinelli; La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco, a cui è stato assegnato il Premio speciale della giuria; Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone (tratto dall’omonima commedia di Eduardo De Filippo), apprezzato ma non premiato. Per Barbera, “si tratta di pellicole fuori dal mainstream del nostro Paese. Sono tre film coraggiosi che osano e che sono in qualche modo radicali. Averne premiati due su tre non era affatto scontato. La Coppa Volpi a Luca Marinelli è di grande soddisfazione, perché i concorrenti erano temibili”.

Ma Barbera spende particolari parole di elogio per il visionario Franco Maresco, ex sodale di Daniele Criprì. “Sono stato favorevolmente sorpreso per il premio al film La Mafia non è più quella di una volta. Non ho avuto dubbi a metterlo in concorso, ma ero preoccupato che fosse compreso dagli stranieri. Sulla polemica mi sembra che la stampa abbia enfatizzato un aspetto marginale del film: non è un attacco a Mattarella e bisogna distinguere tra il pensiero del regista e quello del suo protagonista Ciccio Mira. È un documentario e non un film di finzione. Il film è entrato subito nella rosa dei premi”.

Barbera mostra soddisfazione per il verdetto della giuria. J’accuse di Roman Polanski ha ricevuto il Gran premio della giuria. “Polanski – vuole precisare il direttore artistico – ha scelto di non intervenire, neanche con un video, per non alimentare le polemiche, ma era felice dell’accoglienza che J’accuse ha avuto, così mi ha detto al telefono da Parigi, e ancora di più lo sarà per il Gran premio della giuria, spero che questo possa mettere definitivamente sordina sul suo caso. Non lo conoscevo personalmente. Quando sono andato ad incontrarlo a Parigi, al montaggio di J’accuse, ho scoperto una persona di intelligenza, disponibilità, generosità rare, segnata però profondamente da una vicenda che ne ha condizionato l’esistenza, una persona addolorata e ferita. Quando gli ho annunciato che il film sarebbe stato in concorso ho visto Polanski passare dall’ansia alla felicità assoluta. Spero che il premio lo aiuti”.

Quanto all’operato della giuria presieduta dalla cineasta argentina Lucrecia Martel, che alla vigilia aveva suscitato più di una polemica tra caso Polanski e quote rosa, Barbera ostenta sicurezza: “Non avevo dubbi che il suo giudizio sarebbe stato oggettivo, che non si sarebbe lasciata influenzare da altri fattori. Joker probabilmente andrà verso gli Oscar, e ne saremo felici anche se non scegliamo i film pensando a quello, ma il film di Todd Phillips è un film al di là dei generi e ci è piaciuto subito”.

Per il direttore artistico, “il Leone d’oro a Joker di Todd Phillips, come pure il secondo premio a J’accuse, ha messo d’accordo una volta tanto la giuria, la critica e il pubblico. Una cosa questa affatto scontata ma che secondo me interpreta lo spirito di questa edizione, ossia il tentativo di conciliare il cinema autoriale, rigoroso e di ricerca con la natura industriale che cerca, oltre la qualità, di intrattenere il pubblico”.

Secondo Barbera si tratta di “una tendenza in atto grazie anche agli streamer ossia alle piattaforme che stanno rivoluzionando il settore e cambiando i gusti del pubblico. Non credo che in futuro si possa giocare al ribasso, ma semmai è chiaro che si andrà su contenuti di sempre maggiore qualità, mentre resta il rischio della concentrazione nelle mani di pochi player. È indicativo che dieci film di Netflix ad esempio usciranno anche in sala con una tenitura di 3-4 settimane, come pure è già accaduto con Roma di Alfonso Cuaron: la battaglia radicale degli ultimi due anni sulle window, ossia le finestre sala-streaming, verrà sempre meno”.

Aggiornato il 09 settembre 2019 alle ore 17:07