“Punti di Vista”,   intervista a Coggiatti

Classe ‘85, Antonello Coggiatti è una giovane promessa del nostro teatro. Attratto dal palco e dalla recitazione fin da molto piccolo – saliva sulla sedia per recitare la poesia di Natale – inizia la sua avventura teatrale nel periodo delle scuole medie e quindi alle superiori, dove entra a far parte del gruppo teatrale con cui ha portato in scena diversi spettacoli. Successivamente si è formato all’International Acting School prima e poi alla Fonderia delle Arti. Dal 26 al 29 gennaio, presso il Teatro La Cometa Off di Testaccio, sarà in scena con uno spettacolo da lui scritto, diretto e interpretato: “Punti di vista”. Lo abbiamo incontrato per saperne di più.

Parlaci dello spettacolo, è la tua prima regia?

È la prima regia da quando sono tornato in Italia. La mia prima regia risale al 2009; frequentavo ancora la Fonderia delle Arti, ma avevo una gran voglia di portare in scena una cosa mia. Nel mio anno in Australia, invece, sono stato coinvolto in un cortometraggio.

È molto diverso l’approccio, da attore, a cinema e teatro?

Sono diversi i tempi, così come lo studio della parte. A teatro si fanno una serie di prove, mentre nel cinema lo studio della parte è un’attività solitaria. Inoltre a teatro è buona la prima, mentre al cinema hai la possibilità di girare un ennesimo ciak! Nel teatro inoltre il pubblico ha un ruolo importante e influisce inevitabilmente sulla recitazione dell’attore. Talvolta gli spettatori ridono o si commuovono di fronte a battute che tu stesso non ritenevi tanto divertenti o commoventi. Il rapporto con il pubblico è essenziale, anche se non ci si deve far trascinare troppo.

Puoi raccontarci la pièce?

Lo spettacolo è stato scritto nel 2013 su input di una coppia di amici, attori, che mi avevano chiesto qualcosa sui rapporti di coppia alla Sliding doors. È così che mi è venuto in mente di parlare di una coppia che si racconta. Si parte da un litigio, molto forte, i due sono in commissariato! E, al cospetto del commissario ciascuno deve offrire la propria versione dei fatti. È una commedia, con toni un po’ grotteschi, personaggi un po’ calcati. Una parodia della coppia che scoppia! È uno spettacolo a due (in scena insieme ad Antonello c’è Angela Di Sante, ndr). Ed è difficile perché non puoi rilassarti un attimo, siamo sempre in scena! Non è la storia in sé caratterizzante, quanto il fatto che vengano offerti tre punti di vista e, quindi, anche a livello attoriale si gioca sulle sfumature. I protagonisti parlano per lo più di episodi negativi, ma quel che emerge è che – come spesso accade – è sempre questione di punti di vista.

Cosa fai oltre il teatro?

Al di fuori del teatro lavoro in piscina, un’altra passione, quella per il nuoto, coltivata fin da molto piccolo. Insegno nuoto ai bambini. L’insegnamento lo accosto molto alla regia, hanno molti punti di contatto. Così come il regista deve sapersi approcciare ai diversi attori, così l’insegnante deve trovare il giusto modo per far apprendere i suoi differenti allievi. Siamo tutti diversi e quindi bisogna trovare la strada giusta per ciascuno per raggiungere il risultato.

Progetti futuri?

Mi piacerebbe molto portare in scena “Teorema”, uno spettacolo sulla violenza sulle donne, evoluzione di un monologo che avevo scritto in precedenza quando ero in Australia. È ispirato ad una storia vera, raccontata da amici. Un tema caldo, estremamente attuale. In scena 4 personaggi, la vittima, il carnefice e le due persone che assistono a questa storia. Ho voluto mantenere una struttura a 4, che è poi quella che prediligo.

(*) Per info e biglietti: Teatro La Cometa Off

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:28