“L’anatra all’arancia” di Luca Barbareschi

Gilberto e Lisa Ferrari sono una coppia stanca, come tante. Lui vittima dell’alcol, lei di molteplici nevrosi. Lui conduttore televisivo, un uomo brillante e piacente, dalla battuta sempre pronta. Lei elegante, madre di due figli, si sente messa da parte da suo marito e dai suoi reiterati tradimenti. Dopo venticinque anni di matrimonio Lisa decide di mollare e si innamora di Volodia, ricco aristocratico russo. Di fronte alla confessione della moglie, che preannuncia la partenza con l’amante – più giovane di vent’anni, pingue, goffo e con un italiano un po' sgrammaticato, tutto il contrario di suo marito – Gilberto architetta un piano per riconquistare sua moglie, invitando Volodia a trascorrere il fine settimana nella loro casa, apparentemente per discutere i dettagli del divorzio. Si apre così un farsesco week-end a quattro – loro tre e la segretaria di Gilberto, Chanel Pizziconi, chiamata ad hoc per riequilibrare la situazione, un’oca giuliva, giovane un po’ coatta con venature di genialità e un corpo da applausi – sotto gli occhi attenti di Gennarino (Ernesto Mahieux, l’Imbalsamatore di Matteo Garrone) fido maggiordomo cui nulla sfugge, anche mentre insegue un’oca da una parte all’altra del palco.

La storia non è nuova: “L’anatra all’arancia” è una commedia dei primi anni Settanta di Williams Douglas-Home, della quale sono stati fatti numerosi adattamenti per il teatro, anche se la sua versione più nota è certamente il film di Luciano Salce del 1975 interpretato da Ugo Tognazzi e Monica Vitti. La versione di Luca Barbareschi prevede un’attualizzazione in chiave moderna o post-moderna, che mette in luce comportamenti e nevrosi che ci sono proprie.

Strutturata in due atti – rispettivamente di un’ora e venti e cinquanta minuti – con una scena fissa essenziale ma suggestiva: un’anatra rossa, laccata risalta a destra del sipario. La scena ha uno sfondo azzurro intenso. Un mobile bar pieno di bottiglie e alcuni ricercati pezzi di design arredano il palco sul quale prende vita la pièce. Eclettico il Gilberto interpretato da Barbareschi, notevole anche Lisa, interpretata da Chiara Noschese. Il principe russo e la segretaria sono rispettivamente Gianluca Gobbi e Margherita Laterza.

Al Teatro Eliseo di Roma fino all’8 gennaio, una commedia un po’ prevedibile ma complessivamente divertente, piena di battute e intuizioni pungenti, anche se la durata rischia di indebolirne l’efficacia.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:30