Nojoom, 10 anni, divorziata

Khadija al-Salami, classe ‘66, è la prima donna yemenita regista e produttrice. Dopo numerosi documentari è tornata alla ribalta con “La sposa bambina”, un lungometraggio che si pone, ancora una volta, come opera di denuncia sulla condizione delle donne nello Yemen contemporaneo.

L’ultima opera della al-Salami, il cui titolo originale è “Mi chiamo Nojoom, ho 10 anni e voglio il divorzio” è una storia vera, oltre che un racconto in buona parte autobiografico. Nello Yemen ancora oggi non è stabilita per legge un’età minima per il matrimonio. La regista stessa fu costretta alle nozze a soli 11 anni ma si ribellò alla tradizione, e lasciò il marito. All’età di 16 anni ottenne una borsa di studio grazie alla quale le fu possibile conseguire un Master in regia e produzione negli Stati Uniti. “I am Nojoom” ha ottenuto il premio per il miglior film al Dubai Film Festival nel 2014.

La storia di Nojoom è una storia di soprusi e privazioni. Nojoom viene offerta (rectius, venduta) in sposa a soli 9 anni ad un uomo trentenne di una tribù delle montagne. La dote ricevuta serve alla famiglia per pagare l’affitto della piccola stamberga e per sfamarsi. Dal giorno dopo le nozze la vita della piccola si trasforma in un incubo: è sola, lontana dai genitori e dall’amato fratello Sami, costretta a lavorare duramente in condizioni terribili, sotto il giogo della perfida suocera. In aggiunta, ogni notte viene violentata dal marito incurante della sua età.

Nojoom è solo una bambina, ma d’improvviso si trova sbalzata in una vita che non le appartiene. Il giorno del suo matrimonio si ritrova con un anello troppo largo per le sue piccole mani – che non dubita un solo attimo a vendere per comprare, con il ricavato, una bambola – e con un vestito, che per giunta detesta, che si sfilerà per andare a giocare in strada con le coetanee. Nojoom è intelligente e determinata e grazie al suo spirito combattivo riesce a sottrarsi al destino cui la sua famiglia l’ha costretta. Grazie all’aiuto di un giudice coscienzioso, chiede ed ottiene il divorzio.

Nojoud Ali, nel 2008, è assurta agli onori della cronaca per essere la più giovane divorziata, a soli 10 anni, dopo essere fuggita da un matrimonio con un uomo che l'aveva comprata come sposa-bambina all'età di 9 anni. Quella di Nojoom è la storia straziante di una bambina cui viene strappata l’infanzia, il racconto di una bambina venduta al marito, un uomo adulto che fa di lei la sua schiava, abusando anche del suo corpo ancora acerbo.

Il film squarcia il velo su una pratica abituale soprattutto nelle aree rurali del paese, spesso determinata da condizioni di grave povertà. Le spose bambine vengono “vendute” ad uomini adulti, che pagano una dote che permette la sopravvivenza al resto della famiglia. Per molte di loro peraltro il matrimonio rappresenta soltanto il preludio della morte, determinata da lacerazioni interne dovute a rapporti sessuali o gravidanze troppo precoci. Vittime che si aggiungono ad altre vittime. Vittime che però non fanno notizia.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:32