Truman, un film  di amicizia e fedeltà

In sala da domani, “Truman – Un vero amico è per sempre, il nuovo film di Cesc Gay, ha fatto incetta di premi ai Goya 2016, gli Oscar del cinema iberico. Miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale, migliore attore protagonista (Ricardo Darín nei panni di Tomás) e migliore attore non protagonista (Javier Cámara che interpreta Julián).

Julián e Tomás si conoscono da una vita. Non potrebbero essere più diversi: bohémien e sciupafemmine il primo, mite e responsabile il secondo. Julián è un argentino trasferitosi da anni nella capitale spagnola. È un attore di teatro. Separato, padre di un figlio ormai ventenne che vive e studia ad Amsterdam, condivide la propria esistenza con il suo inseparabile compagno di vita, il placido cagnone Truman. Al contrario, Tomás è madrileno di nascita ma canadese di adozione, Paese in cui si è trasferito a seguito di un dottorato, dove insegna all’università e ha messo su famiglia. I due non si vedono da anni, ma il loro è un legame senza tempo, inossidabile anche di fronte a tanta distanza.

Quando Tomás viene infatti informato dalla sorella di Julián delle sue peggiorate – e ormai terminali condizioni di salute, dovute alle diffuse metastasi di un tumore ai polmoni – decide di tornare nella vecchia Europa per far visita all’amico e trascorrere con lui qualche giorno, immaginando che la sua presenza possa essergli di aiuto. Carico di pathos – Julián si ritrova ad accompagnare l’amico in ospedale per comunicare all’oncologo la volontà di interrompere le terapie, che sarebbero comunque inefficaci, e finanche a programmare i dettagli del suo funerale e della sua sepoltura – viene raccontato con garbata ironia, eccezionale humour capace di far sorridere seppure tra qualche inevitabile lacrima.

Con la delicatezza che gli è propria, Tomás accompagna Julián ad organizzare nei dettagli il proprio breve futuro, cercando al tempo stesso di convincerlo a non prendere decisioni affrettate, ma finendo infine per arrendersi al lucido e determinato volere dell’amico. L’unica reale preoccupazione di Julián è con chi lasciare l’adorato Truman quando lui non potrà più occuparsene. Dal canto suo, il bullmastiff, un cagnone grande ma arrendevole, con i suoi sguardi malinconici sembra comprendere fino in fondo il momento di difficoltà del suo padrone e finanche l’ipotesi di una adozione cui Julián si sente costretto a provvedere.

Un film certamente difficile per le tematiche che propone allo spettatore: la malattia incurabile, lo spettro della falciatrice che porterà via con sé un uomo ancora giovane, il dolore dato da un congedo precoce ed inevitabile. Tuttavia i giorni in cui Tomás si tratterrà a Madrid trascorreranno all’insegna della leggerezza e del divertimento sotto lo sguardo vigile di Truman, cui è dedicato l’ultimo sguardo e l’ultimo saluto. Divertente e commovente, da suggerire soprattutto a chi ama gli amici a quattro zampe!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:30