“Altri canti di Marte” di Paolo Isotta

In un suo saggio lo scrittore Raffaele La Capria diede una definizione memorabile dello stile letterario dell’anatra, per indicare una scrittura fluida, elegante e perspicua che imita il movimento dell’anatra sulla superficie dell’acqua. Appartiene a questa stile la scrittura di uno dei grandi autori del nostro tempo, Paolo Isotta, storico della musica e grande scrittore, di cui l’editore Marsilio ha da poco pubblicato il libro intitolato Altri Canti di Marte. Il titolo si riferisce ad un verso tratto da una poesia di Giovanni Battista Marino.

Si tratta di una opera monumentale nella quale l’autore analizza le partiture musicali dei grandi maestri della musica colta, aiutando il lettore a cogliere gli elementi fondamentali presenti nelle note che formano le sinfonie, le opere, i drammi musicali e le musiche sacre. Nella prima parte del suo libro Isotta offre al lettore con la sua scrittura cristallina ed raffinata una interpretazione del Fidelio di Beethoven, una opera definita celestiale da Isotta. Il Fidelio di Beethoven a lungo è stato considerato un documento contro il terrore giacobino. In questa opera, memorabile è il coro dei prigionieri che giacciono rinchiusi nelle segreta e aspirano alla libertà. Sublime e celestiale è il duetto musicale in questa Opera tra Florestano e Leonora, dopo che questa è riuscita a indurre alla fuga il tiranno Pizarro.

Le catene da cui i prigionieri vogliono liberarsi sono dovute sia alla ignoranza sia al peccato, sicché il loro canto ha un valore religioso e spirituale ed assume un carattere metafisico. Pagine di straordinaria profondità Isotta dedica alla musica sublime e stupenda di Schubert. In particolare si sofferma a cogliere le novità musicali presenti nel celeberrimo Offertorio composto da questo grande musicista. Nel Viaggio D’Inverno di Schubert compare il poeta Muller che con un nichilismo disperante demolisce ogni illusione coltivata dalla mente umana: l’amore, la famiglia, la società e la stessa religione. Tra le Messe di cui è autore Schubert notevole è L’Agnus Dei, dove la disperazione viene musicalmente e simbolicamente raffigurata nella persona di chi invoca la protezione dell’agnello, inteso come figura avvolta da una aura sacrale che incarna la salvezza.

Qualcuno, nota Isotta, ha erroneamente ritenuto di fare derivare dal Nichilismo presente nelle composizioni musicali di Schubert la prova e la dimostrazione del suo ateismo. In realtà Schubert, come conferma la letteratura musicale, non riconosce alla chiesa come istituzione alcuna funzione salvifica. Nel libro di grande rilievo intellettuale e letterario è il confronto tra Giuseppe Verdi e Richard Wagner. Dopo la composizione della Aida, Verdi venne accusato di essere un imitatore di Wagner. L’Aida deve essere considerata un vertice della musica di tutti i tempi sia per l’armonia sia per la orchestrazione. Nella Aida Verdi raffigura una atmosfera esotica, il famoso esotismo musicale, per approdare alla celebrazione dell’umano nella sua forma suprema. Indimenticabile nel terzo atto della Aida la notte sul Nilo, in musica resa e raffigurata con note di grande profondità che risuonano nell’animo dell’ascoltatore per sempre. In questo testo si nota il sentimento della pietà con cui Verdi rappresenta i personaggi dell’opera, che evoca la Pietas famosissima presente nelle opere poetiche di Virgilio.

Aida è dilaniata dal conflitto tra il dovere patriottico e l’amore. Aida fugge da suo padre Amonasro, il re degli Etiopi, e induce Radames a rivelare il segreto militare della guerra contro gli etiopi. Aida vive la condizione esistenziale dell’esilio, dopo che è stata ripudiata da suo padre. Tutti i personaggi femminili di Verdi, come Violetta nella Traviata e Leonora nella Forza del Destino, sono vittime di un destino credule che si oppone alla realizzazione dei loro sogni di felicità e libertà. Nel libro, accanto alla parti dedicate alla interpretazione delle grandi Opere dei maestri della musica, vi sono ampie digressioni letterarie in cui Isotta, da grande uomo di cultura, offre al lettore pagine di grande critica letteraria sulle opere di Carlo Emilio Gadda, su Giuseppe Ricciotti autore di un libro su Gesù di Nazareth, su Graham Greene, autore del libro il Potere e la Gloria.

Nella seconda parte del suo libro, davvero notevole, Isotta definisce l’Edipo di Enescu uno dei sommi drammi musicale del novecento. Enescu è stato un grande musicista e compositore romeno. Il testo su cui Enescu ha scritto e composto la musica, si deve alla creatività del poeta Edmond Fleg, che ha riscritto la celebre tragedia di Sofocle. In questo dramma musicale Edipo, oppresso da una colpa originaria, lotta contro il destino e raggiunge la redenzione attraverso la sofferenza e il suo infinito patire. Straordinaria è la interpretazione che Isotta offre di un dramma musicale di cui è autore il musicista polacco Szymanowski intitolato Re Ruggero. Si riferisce al Re Normanno Ruggero, un personaggio importante storicamente. Questo dramma musicale, definito da Isotta un Mysterium, rappresenta uno dei vertici del teatro musicale del novecento. Nel dramma non vi è una vicenda cronachistica ma la rappresentazione di un itinerario dell’anima.

Nella cattedrale di Palermo una diaconessa alla presenza del vescovo chiede al Re Ruggero di perseguire un giovane, che semina scandalo con le sue parole blasfeme. Il Re Ruggero, dopo averlo interrogato nel palazzo reale, in un primo momento lo condanna. In seguito decide di liberarlo. IL Re Ruggero il Normanno avrà un nuovo incontro con il giovane nelle rovine di un teatro greco. In questo luogo il giovane rivelerà la sua natura divina. Il re Ruggero alla fine del Mysterium compie un rito in favore del sole. In questo testo appare evidente la lotta che avviene nell’animo del re Ruggero tra il principio del dionisiaco e la rivelazione del divino. Il dionisiaco e l’apollineo sono le due categorie che si trovano esposte nel grande libro la nascita della tragedia di Nietzsche, di cui Szymanowski fu grande lettore. La parte più bella del libro di Isotta è dedicata alla interpretazione del Parsifal di cui è autore Richard Wagner. Al centro di questa grande opere vi è il tema del sangue del peccatore e quello del salvatore.

Mai come in questo dramma è possibile notare la capacità di Wagner di combinare diversi motivi musicali sottoponendoli ad un processo di elaborazione per farli assurgere a simboli universali. Nel linguaggio della musica si assiste alla trasfigurazione della immagini poetiche in simboli espressi dalla note musicali. Il Re Titurel, oramai vecchio e stanco, decide di cedere il suo regno a sua figlio Amfortas. Amfortas, inadeguato al ruolo, perde la lancia, con cui dovrebbe essere celebrata la liturgia. La lancia è quella con cui è stata inferta una ferita sul costato del salvatore Gesù Cristo. Gurnemanz è il cavaliere che deve celebrare la liturgia. Dopo che Amfortas ha perduto la lancia, appare Parsifal. Parsifal viene corteggiato da una donna bellissima e selvaggia, Kundry, che tenta di sedurlo imitando le dolce parole che le sussurrava sua madre.

Tuttavia Parsifal, proprio perché è una creatura buona e pervasa da una grande forza divina, non cede al tentativo di seduzione. Mostra la sua lancia a Guernemanz e durante il Venerdì santo viene celebrata la liturgia. La lancia si ricongiunge con il calice, il sacro Graal, in cui è stato raccolto il sangue sul Golgota del salvatore. Tutta la liturgia nel dramma di Wagner può essere considerata una parodia della messa e del rito cristiano. Parsifal, proprio perché comprende che la conoscenza nasce e deriva dalla sofferenza, viene accostato da Isotta al principe Myskin dell’Idiota di Dostoevskij. In questo libro di Isotta, un romanzo sulla grande musica, ampio spazio viene dato ad altri grandi musicisti del novecento come Franco Alfano, Gino Marinuzzi, Ottorino Respighi. Un libro, questo di Paolo Isotta, di grande valore culturale e letterario.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:24