l neopresidente della regione
        
        
          siciliana, Rosario Crocetta, ha
        
        
          parlato di una rivoluzione. Beppe
        
        
          Grillo ha invitato a chiamare i
        
        
          suoi nuovi deputati “cittadini”.
        
        
          Ora si aspetta che qualcuno tiri
        
        
          fuori una bandiera con scritto “
        
        
          Libertà, uguaglianza e fratellan-
        
        
          za” e anche la Sicilia avrà il suo
        
        
          1789.
        
        
          A quale rivoluzione si riferisca
        
        
          Crocetta ancora non è chiaro.
        
        
          Già, perché se diventare gover-
        
        
          natore con il 30,4% dei voti su
        
        
          una percentuale di 47,4 elettori
        
        
          e, quindi, avere avuto il consenso
        
        
          solo di quasi il 15 per cento dei
        
        
          siciliani aventi diritto al voto, si-
        
        
          gnifica compiere una rivoluzione,
        
        
          è un po’ troppo esagerato. Per
        
        
          carità, il cambiamento può par-
        
        
          tire anche senza la legittimazione
        
        
          del restante 85% dei siciliani.
        
        
          Ma a se a questo si aggiunge il
        
        
          sostegno avuto da due partiti, Pd
        
        
          e Udc, che hanno governato negli
        
        
          ultimi due anni e mezzo la Sicilia
        
        
          insieme a Lombardo, è difficile
        
        
          capire dove sia la novità.
        
        
          Qualcosa però in effetti è
        
        
          cambiato. L’ingresso a Palazzo
        
        
          dei Normanni di quindici espo-
        
        
          nenti del M5S, che rappresenta-
        
        
          no il gruppo di maggioranza re-
        
        
          lativa all’Ars, sicuramente ha
        
        
          mutato gli equilibri di Sala d’Er-
        
        
          cole. Ed è proprio in aula che il
        
        
          presidente dovrà trovare la mag-
        
        
          gioranza, che con il voto non ha
        
        
          raggiunto (la sua coalizione può
        
        
          contare 39 deputati su 90), per
        
        
          potere governare la Sicilia. Cro-
        
        
          cetta è ottimista e confida nella
        
        
          buona volontà dell’Assemblea:
        
        
          «
        
        
          Il mio governo avrà una mag-
        
        
          gioranza bulgara, contrariamente
        
        
          a quello che si pensa. Come pri-
        
        
          mo atto - ha continuato - revo-
        
        
          cherò le consulenze esterne ai
        
        
          sensi della legge che prevede lo
        
        
          
            I
          
        
        
          spoil system». E citando Che
        
        
          Guevara, ha aggiunto: «Saremo
        
        
          miti con durezza. Io sono un uo-
        
        
          mo del dialogo e non dello scon-
        
        
          tro. Non parteciperò agli intrighi
        
        
          dei partiti e non sono i voti da
        
        
          trovare che mi preoccupano. Cer-
        
        
          cherò la maggioranza sui singoli
        
        
          provvedimenti».
        
        
          Ma con chi inizierà questo
        
        
          dialogo? Interlocutore privilegia-
        
        
          to, come ammesso dallo stesso
        
        
          Crocetta, è il Movimento dei gril-
        
        
          lini che, ancora una volta, ha ri-
        
        
          badito il disinteresse  a  stringere
        
        
          alcun tipo di patto o alleanza,
        
        
          ma è pronto a dare il proprio ap-
        
        
          poggio di volta in volta sulle pro-
        
        
          poste concrete, se queste servi-
        
        
          ranno al bene della Sicilia. Di
        
        
          «
        
        
          inevitabile convergenza su prov-
        
        
          vedimenti importanti per la Sici-
        
        
          lia», ha parlato l’ex governatore
        
        
          Raffaele Lombardo che ieri a Ca-
        
        
          tania ha festeggiato l’elezione del
        
        
          figlio Toti a deputato regionale.
        
        
          Un appoggio, ha assicurato il lea-
        
        
          der dell’Mpa, «senza chiedere
        
        
          nulla in cambio». Una strategia,
        
        
          quella di valutare caso per caso
        
        
          i provvedimenti, su cui sembra
        
        
          convergere anche Gianfranco
        
        
          Miccichè.
        
        
          In questo scenario surreale di
        
        
          “
        
        
          volemose bene per la Sicilia”,
        
        
          Nello Musumeci ha dichiarato:
        
        
          «
        
        
          Non posso che riconsacrare
        
        
          l’impegno con i siciliani a fare
        
        
          un’opposizione senza aggettivi,
        
        
          intransigente, nell’interesse esclu-
        
        
          sivo della Sicilia». Il primo nodo
        
        
          da affrontare per Crocetta sarà
        
        
          l’elezione immediata del presi-
        
        
          dente dell’Assemblea regionale.
        
        
          Con chi tratterà il neo governa-
        
        
          tore a riguardo? Con i grillini,
        
        
          con l’Udc, con Miccichè, con
        
        
          Musumeci, con Lombardo o per-
        
        
          sino con il Pdl?
        
        
          
            ROSAMARIA GUNNELLA
          
        
        
          di
        
        
          
            VITO PIEPOLI
          
        
        
          imbarazzante il dato del-
        
        
          l’astensionismo in Sicilia»
        
        
          dice Giovanni Palladino, segretario
        
        
          politico nazionale di Italiani Liberi
        
        
          e Forti. «Tutti si spettavano il 40%
        
        
          invece si è andati oltre il 50%. È la
        
        
          prima volta che in una competizio-
        
        
          ne elettorale il numero degli asten-
        
        
          sionisti supera quello dei votanti».
        
        
          «
        
        
          Per quanto riguarda la lista
        
        
          Sturzo Presidente, che rappresen-
        
        
          tava la vera novità – ha aggiunto -
        
        
          devo rilevare che i media le hanno
        
        
          dato poca visibilità in queste ele-
        
        
          zioni. Noi ci presentavamo come
        
        
          alternativa alla protesta di Grillo,
        
        
          abbiamo presentato una proposta
        
        
          seria, ma non ci è stato dato spazio
        
        
          su giornali e tv. Siamo stati quindi
        
        
          soffocati dalla stampa».
        
        
          Ecco alcuni esempi dell’atteg-
        
        
          giamento dei media lamentato da
        
        
          Palladino, che, o non hanno scritto
        
        
          nulla a riguardo, o lo hanno csritto
        
        
          male. Reiterati gli errori commessi
        
        
          dalla stampa negli articoli dei giorni
        
        
          precedenti (nome e simbolo della
        
        
          lista errati, assenza negli articoli
        
        
          della candidatura di Gaspare Sturzo
        
        
          alla Presidenza della Regione...),
        
        
          nonché reiterate ed immotivate as-
        
        
          senze dei giornalisti alle numerose
        
        
          conferenze stampe indette da ILeF.
        
        
          Ed ancora altri errori, alcuni dei
        
        
          quali anche risibili, come quello se-
        
        
          condo cui don Luigi Sturzo sarebbe
        
        
          stato il bisnonno di Gaspare e non
        
        
          il prozio, come se il sacerdote aves-
        
        
          se mai avuto prole. O quello per
        
        
          cui il Gaspare Sturzo sarebbe stato
        
        
          magistrato della Direzione distret-
        
        
          tuale antimafia, che è cosa ben di-
        
        
          versa dall’istituzione dell’Alto com-
        
        
          missario anticorruzione di cui
        
        
          invece ha fatto parte. Gaspare Stur-
        
        
          zo poi non avrebbe mai proposto
        
        
          «
        
        
          aiuti alle scuole cattoliche gestite
        
        
          dai Salesiani»,  ma ha proposto una
        
        
          
            «
          
        
        
          
            È
          
        
        
          cosa ben diversa, cioè «la reintro-
        
        
          duzione del buono scuola», al fine
        
        
          di consentire ai genitori la libertà
        
        
          di educazione ed istruzione per pro-
        
        
          pri figli, scegliendo liberamente tra
        
        
          scuola pubblica e paritaria, senza
        
        
          distinguo alcuno tra le scuole pa-
        
        
          ritarie.
        
        
          Tornando alle dichiarazioni in
        
        
          merito all’esito delle elezioni regio-
        
        
          nali siciliane, riportiamo quella ri-
        
        
          lasciata da Lorenza Morello, pre-
        
        
          sidente nazionale di Avvocati per
        
        
          la mediazione, associazione molto
        
        
          radicata in Sicilia, secondo la quale
        
        
          l’astensione mette a rischio il patto
        
        
          costituzionale. «Crocetta vince, il
        
        
          dellutrismo è sconfitto ma sono ele-
        
        
          zioni senza schede o quasi. Avanza
        
        
          il Movimento 5 Stelle, diviso fra i
        
        
          suoi vari istinti, mentre Grillo si au-
        
        
          tonomina “capo”».
        
        
          «
        
        
          Il risultato delle elezioni regio-
        
        
          nali siciliane è la fotografia di un
        
        
          paese senza rotta scattata in una
        
        
          delle sue regioni storicamente più
        
        
          significative, di certo non una di
        
        
          quelle che fanno da traino al Paese
        
        
          (
        
        
          anche se, specie alla luce degli ul-
        
        
          timi accadimenti, c’è da chiedersi
        
        
          verso dove, in questi anni, la Lom-
        
        
          bardia abbia trainato l’intera na-
        
        
          zione) - continua Lorenza Morello
        
        
          -
        
        
          e però assai rappresentativa delle
        
        
          culture politiche e delle vicende del
        
        
          Paese».
        
        
          Poi aggiunge: «Se in Italia
        
        
          l’astensione supera la soglia rossa
        
        
          del 50% e raggiunge addirittura il
        
        
          53%,
        
        
          vuol dire semplicemente che
        
        
          sta andando in pezzi il patto costi-
        
        
          tuzionale e che, al di là dei ragio-
        
        
          namenti, si sta rompendo la demo-
        
        
          crazia». In conclusione, per la
        
        
          Morello si tratterebbe più un voto
        
        
          di disperazione che di speranza.
        
        
          Della stessa idea sul rischio di de-
        
        
          mocrazia è Gaspare Sturzo, che ha
        
        
          ricordato che lui e la sua lista ha
        
        
          corso contro tutti. «Il dato certo è
        
        
          l’astensionismo, e credo sia un dato
        
        
          preoccupante per la democrazia.
        
        
          Chi è stato eletto è delegittimato
        
        
          dalla percentuale di chi si è astenu-
        
        
          to dall’andare a votare (conside-
        
        
          rando gli elettori, Crocetta gover-
        
        
          nerà con poco più del 10% di
        
        
          consensi,
        
        
          
            ndr
          
        
        
          ).
        
        
          Per quanto ci ri-
        
        
          guarda, la nostra lista ha fatto una
        
        
          campagna elettorale contro tutti,
        
        
          contro il sistema dell’informazione
        
        
          che ci ha oscurato, senza disporre
        
        
          di ingenti finanziamenti come gli
        
        
          altri partiti ma fondando la nostra
        
        
          competizione sul finanziamento pri-
        
        
          vato. Siamo sereni la percentuale
        
        
          ottenuta è il frutto del nostro lavo-
        
        
          ro».
        
        
          «
        
        
          Tutti, comunque, alla vigilia -
        
        
          ha concluso Palladino - ci davano
        
        
          con una percentuale di poco supe-
        
        
          riore allo 0, ma  in alcune province
        
        
          siamo vicini al  2%. Per noi si tratta
        
        
          di un buon inizio e ci proiettiamo
        
        
          da subito alle politiche».
        
        
          II
        
        
          POLITICA
        
        
          II
        
        
          K
        
        
          
            Gaspare STURZO
          
        
        
          
            segue dalla prima
          
        
        
          
            Alfano, batti un
          
        
        
          
            colpo bipolare
          
        
        
          E compia l’unica mossa in grado di tenere
        
        
          unito il proprio partito e di offrire una pos-
        
        
          sibilità al paese di evitare  una sorte amara
        
        
          e devastante come quella siciliana e greca.
        
        
          Cioè ribalti il tavolo della riforma elettorale
        
        
          che porta solo al caos proporzionale e lanci
        
        
          un progetto di superamento del Porcellum
        
        
          attraverso un sistema maggioritario ripulito
        
        
          dell’odiato listino e, magari, caratterizzato
        
        
          dal ritorno delle preferenze. Il rilancio del
        
        
          maggioritario non esclude affatto l’ipotesi di
        
        
          dare vita ad una grande coalizione. È fin
        
        
          troppo evidente che con un Porcellum rivi-
        
        
          sitato né il Pdl, né un ipotetico asse Bersani-
        
        
          Casini (quest’ultimo si renda conto che in Si-
        
        
          cilia non ha affatto vinto, ma ha dimostrato
        
        
          di non avere alcuna capacità espansiva ai
        
        
          danni del Pdl), potrebbe diventare coalizione
        
        
          di maggioranza e di governo. Ma la diffe-
        
        
          renza tra la frammentazione greca e siciliana
        
        
          e la grande coalizione ispirata al modello te-
        
        
          desco è data dalla tenuta e dalla compattezza
        
        
          dei partiti maggiori. Se questi si sfaldano gra-
        
        
          zie ad un proporzionale che favorisce perso-
        
        
          nalismi e faide si arriva al povero Crocetta
        
        
          ed al Grillo fascio-maoista. Se questi tengono
        
        
          grazie ad un maggioritario corretto si arriva
        
        
          al governo di unità nazionale destinato a ge-
        
        
          stire l’emergenza ed a preparare il ritorno
        
        
          alla normale democrazia dell’alternanza.
        
        
          Alfano lo spieghi ai suoi agitando la cartina
        
        
          di tornasole siciliana. E prenda atto che i re-
        
        
          calcitranti lavorano per il caos o per Casini!
        
        
          
            ARTURO DIACONALE
          
        
        
          
            La Sicilia chiama in
          
        
        
          
            causa Monti
          
        
        
          (...)
        
        
          astenendosi o votando Grillo il rischio è
        
        
          di ritrovarsi con Bersani e Vendola a Palazzo
        
        
          Chigi?Certo, astensionismo, frammentazione
        
        
          e avanzata di Grillo è un cocktail che rende
        
        
          concreto anche il rischio ingovernabilità, e
        
        
          quindi automaticamente più probabile l’ipo-
        
        
          tesi Monti-bis. Se davvero dalle urne uscisse
        
        
          un quadro simile a quello siciliano, le con-
        
        
          dizioni sarebbero ideali per il ritorno del prof.
        
        
          a Palazzo Chigi, ma siamo sicuri che riusci-
        
        
          rebbe a governare con un Parlamento bal-
        
        
          canizzato, ancor più instabile dell’attuale –
        
        
          con il Pd in preda a sindrome da vittoria scip-
        
        
          pata, un centro leale ma minoritario, un cen-
        
        
          trodestra frammentato e rancoroso, e la pres-
        
        
          sione di consistenti forze anti-sistema?
        
        
          Il voto siciliano, osserva Giuliano Cazzola,
        
        
          «
        
        
          carica di responsabilità non solo i partiti,
        
        
          ma anche il premier Monti, il quale deve de-
        
        
          cidere se vuole entrare nella storia come Fac-
        
        
          ta, il cui governo fu travolto dalla marcia su
        
        
          Roma del 1922, oppure come De Gasperi,
        
        
          che nel ‘48 riuscì a sconfiggere il Fronte po-
        
        
          polare». Posto che Monti abbia in mente
        
        
          l’“agenda” per il paese di cui tanto si parla,
        
        
          puntare su un esito “siciliano” del voto na-
        
        
          zionale sarebbe come scherzare col fuoco sul-
        
        
          la testa degli italiani. La via più trasparente,
        
        
          e responsabile, per non rischiare uno scenario
        
        
          greco, è quella dell’impegno esplicito.
        
        
          
            FEDERICO PUNZI
          
        
        
          
            Adesso chiedete
          
        
        
          
            scusa a Storace
          
        
        
          (...)
        
        
          esplosa in maniera francamente indeco-
        
        
          rosa, è l’unico ad avere conservato un bel po’
        
        
          di dignità. Nonché le mani pulite nell’agone
        
        
          politico che milita da quella parte, cosa che
        
        
          di per sè vale non poco. Resta il danno di un
        
        
          consiglio regionale e di una giunta che do-
        
        
          vettero farsi da parte per questo scandalo del
        
        
          tutto inventato dai media con il risultato di
        
        
          regalare ai laziali una nuova giunta che fa-
        
        
          ceva capo al non rimpianto Marrazzo.
        
        
          
            DIMITRI BUFFA
          
        
        
          Sicilia: Ilef contro la stampa
        
        
          «
        
        
          I media ci hanno snobbato»
        
        
          Crocetta,Grillo
        
        
          e la rivoluzione
        
        
          
            Direttore Responsabile:
          
        
        
          ARTURO DIACONALE
        
        
        
          
            Condirettore:
          
        
        
          GIANPAOLO PILLITTERI
        
        
          
            Vice Direttore:
          
        
        
          ANDREA MANCIA
        
        
          
            Caposervizio:
          
        
        
          FRANCESCO BLASILLI
        
        
          
            AMICI DE L’OPINIONE soc. coop.
          
        
        
          
            Presidente
          
        
        
          ARTURO DIACONALE
        
        
          
            Vice Presidente
          
        
        
          GIANPAOLO PILLITTERI
        
        
          Impresa beneficiaria per questa testata dei contributi
        
        
          di cui alla legge n. 250/1990 e successive modifiche e integrazioni.
        
        
          IMPRESA ISCRITTA AL ROC N. 8094
        
        
          
            Sede di Roma
          
        
        
          VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
        
        
          TEL 06.6954901 / FAX 06.69549024 /
        
        
        
          
            Amministrazione - Abbonamenti
          
        
        
          TEL 06.69549037 / 
        
        
        
          
            Ufficio Diffusione
          
        
        
          TEL 02.6570040 / FAX 02.6570279 / 
        
        
        
          
            Progetto Grafico:
          
        
        
          EMILIO GIOVIO
        
        
          
            Tipografia
          
        
        
          L’OPINIONE S.P.A. - VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
        
        
          
            Centro Stampa edizioni teletrasmesse
          
        
        
          POLIGRAFICO SANNIO S.R.L. - ORICOLA (AQ)
        
        
          TEL 0863.997451 / 06.55261737
        
        
          
            Distributore Nazionale
          
        
        
          PRESS-DI DISTRIBUZIONE STAMPA E MEDIA S.R.L.
        
        
          VIA CASSANESE 224, 20090 SEGRATE (MI)
        
        
          
            Concessionaria esclusiva per la pubblicità
          
        
        
          SISTECO S.P.A. - VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
        
        
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            In vendita obbligatoria abbinata
          
        
        
          
            con ROMA NEWS € 1,00
          
        
        
          
            CHIUSO IN REDAZIONE CENTRALE ALLE ORE 19,25
          
        
        
          
            Organo del movimento delle Libertà per le garanzie e i Diritti Civili
          
        
        
          Registrazione al Tribunale di Roma n.8/96 del 17/01/’96
        
        
          
            L’OPINIONE delle Libertà
          
        
        
          MERCOLEDÌ 31 OTTOBRE 2012
        
        
          
            2