Direttore ARTURO DIACONALE
        
        
          Fondato nel 1847 - Anno XVII  N.253 - Euro 1,00
        
        
          DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 - DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale
        
        
          Mercoledì 31 Ottobre 2012
        
        
          delle Libertà
        
        
          
            Napolitano: «Avanti conMonti»
          
        
        
          Ieri il Capo dello Stato ha esortato i partiti a tenere duro fino a fine legislatura, chiedendo «un’ampia
        
        
          e operosa assunzione di responsabilità in vista delle sfide che sono davanti all’Italia e all’Europa»
        
        
          
            Caro segretarioAlfano, batti un colpo bipolare
          
        
        
          
            Il voto in Sicilia chiama in causa anche il premier
          
        
        
          
            Compagni, camerati, ora chiedete scusa a Storace
          
        
        
          e è vero che la politica siciliana
        
        
          preannuncia quella nazionale, il
        
        
          futuro riserva al nostro paese una
        
        
          sorte ed un quadro politico simili
        
        
          a quelle della Grecia. Cioè la fram-
        
        
          mentazione dei partiti maggiori, la
        
        
          presenza massiccia in Parlamento
        
        
          di forze antisistema indisponibili a
        
        
          qualsiasi funzione di governo e la
        
        
          necessità di mettere insieme coali-
        
        
          zioni eterogenee estremamente de-
        
        
          boli e di fatto guidate dai poteri
        
        
          economici e finanziari (non da quel-
        
        
          li politici, che non ci sono) europei.
        
        
          Pierferdinando Casini sostiene
        
        
          che l’unica alternativa a questa an-
        
        
          gosciosa prospettiva sia l’alleanza
        
        
          tra progressisti e moderati, cioè tra
        
        
          
            S
          
        
        
          Pd e Udc possibilmente rafforzato
        
        
          da pezzi in uscita dal Pdl. Ma pro-
        
        
          prio la Sicilia, laboratorio della po-
        
        
          litica nazionale, dimostra che quella
        
        
          del leader centrista è una ricetta to-
        
        
          talmente sbagliata. Rosario Crocet-
        
        
          ta, espressione dell’alleanza tra Pd
        
        
          ed Udc, non ha vinto un bel nulla.
        
        
          Se vuole governare, deve necessa-
        
        
          riamente allearsi o con Miccichè e
        
        
          Lombardo o con il suo principale
        
        
          avversario, Musumeci. Cioè deve
        
        
          mettere in piedi una coalizione ete-
        
        
          rogenea, debole, esposta a ricatti e
        
        
          condizionamenti di ogni capoba-
        
        
          stone presente nelle varie compagini
        
        
          politiche della maggioranza. E con
        
        
          questa armata Brancaleone deve
        
        
          fronteggiare l’offensiva costante di
        
        
          un Movimento Cinque Stelle gui-
        
        
          dato da un comico a cui il successo
        
        
          incomincia a far credere di essere
        
        
          la contemporanea reincarnazione
        
        
          di Mao e di Mussolini.
        
        
          In questa prospettiva appare fin
        
        
          troppo evidente che Casini sbaglia,
        
        
          e che il modello Crocetta non può
        
        
          essere la soluzione della politica na-
        
        
          zionale. Ma, soprattutto, che il si-
        
        
          stema proporzionale produce solo
        
        
          la frammentazione siciliana (o greca
        
        
          che sia). E che se se si vuole evitare
        
        
          un futuro così oscuro ed inquietan-
        
        
          te non c’è altra strada che bloccare
        
        
          la deriva proporzionalistica della
        
        
          riforma della legge elettorale in atto
        
        
          e confermare, sia pure con qualche
        
        
          correzione, il sistema bipolare. Che
        
        
          avrà pure prodotto alleanze non
        
        
          coese, ma che è sempre meglio del
        
        
          caos dove ci vorrebbero portare i
        
        
          proporzionalisti di sempre e quelli
        
        
          dell’ultima ora.
        
        
          A compiere questa operazione
        
        
          di salvezza nazionale non può es-
        
        
          sere che il Pdl. Angelino Alfano ri-
        
        
          cordi che il suo partito ha prodotto
        
        
          ed è al tempo stesso il frutto del
        
        
          bipolarismo. Si renda conto che il
        
        
          ritorno al proporzionale (il caso
        
        
          Miccichè insegna) produce non
        
        
          l’unità ma la frammentazione del
        
        
          centro destra.
        
        
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          lmeno due le esagerazioni ri-
        
        
          correnti nelle analisi post-voto
        
        
          siciliano. Il movimento di Grillo ha
        
        
          dimostrato di sapersi imporre come
        
        
          terza o quarta forza, con percen-
        
        
          tuali a doppia cifra, non solo in ele-
        
        
          zioni cittadine ma anche regionali,
        
        
          e non solo al centro-nord ma anche
        
        
          nel profondo sud. Insomma, oltre
        
        
          ai sondaggi che lo accreditano co-
        
        
          me movimento nazionale intorno
        
        
          al 15%, da oggi abbiamo anche un
        
        
          voto vero.
        
        
          Non è poco, ma è esagerato
        
        
          parlare di «boom» o «primo par-
        
        
          tito» in Sicilia: alle regionali i nu-
        
        
          meri dei partiti sono distorti dal
        
        
          gioco delle liste civiche/personali
        
        
          
            A
          
        
        
          dei candidati, e Cancelleri è arri-
        
        
          vato a malapena terzo, staccato di
        
        
          oltre 7 punti dal secondo. In con-
        
        
          dizioni ottimali – classe politica lo-
        
        
          cale screditata, debolezza dei can-
        
        
          didati, crisi dei partiti tradizionali
        
        
          e frammentazione – non ha sfon-
        
        
          dato, gli elettori non hanno visto
        
        
          nemmeno nel M5S una valida al-
        
        
          ternativa all’astensione.
        
        
          Un azzardo, poi, proiettare il
        
        
          voto in Sicilia sul piano nazionale.
        
        
          A prescindere dalle specificità del-
        
        
          l’isola, alle politiche mancano an-
        
        
          cora sei mesi in cui possono mutare
        
        
          molte variabili: la legge elettorale
        
        
          (
        
        
          bisognerà valutare il grado di cor-
        
        
          rezione in senso maggioritario della
        
        
          nuova legge, ma non si può esclu-
        
        
          dere che voteremo di nuovo con il
        
        
          porcellum); le primarie, che potreb-
        
        
          bero dare almeno l’impressione di
        
        
          un certo rinnovamento e grado di
        
        
          apertura dei vecchi partiti, quindi
        
        
          ridar loro un certo slancio; e infine
        
        
          le alleanze e i candidati premier.
        
        
          Anche sull’astensionismo pre-
        
        
          vale una lettura eccessivamente
        
        
          pessimistica. Può essere infatti una
        
        
          cattiva notizia, perché una ridotta
        
        
          partecipazione aumenta il rischio
        
        
          di derive populiste e ingovernabi-
        
        
          lità; ma anche buona, visto che non
        
        
          mancano offerte politiche populi-
        
        
          ste, che fanno leva sull’indignazio-
        
        
          ne e il disgusto anti-casta, eppure
        
        
          il grosso dell’elettorato non sembra
        
        
          ancora essersi fatto sedurre. Che
        
        
          gli italiani siano più maturi di
        
        
          quanto pensiamo e non si accon-
        
        
          tentino di un voto di protesta, ma
        
        
          siano ancora in attesa di una cre-
        
        
          dibile proposta di governo?
        
        
          Uno dei messaggi, per ora tra-
        
        
          scurato, che giunge dalla Sicilia è
        
        
          che l’astensionismo e il voto a
        
        
          Grillo non premiano il cambia-
        
        
          mento, ma le coalizioni guidate
        
        
          dal Pd. Come cambierà l’atteggia-
        
        
          mento degli elettori, soprattutto
        
        
          dei delusi dal centrodestra, quan-
        
        
          do in prossimità delle politiche
        
        
          apparirà chiaro che...
        
        
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          oraggio compagni e camerati,
        
        
          tocca chiedere scusa a France-
        
        
          sco Storace e al suo ex portavoce
        
        
          e addetto stampa Niccolò Accame.
        
        
          Il teorema del Lazio-gate, pardon,
        
        
          l’impianto accusatorio, non ha ret-
        
        
          to al vaglio processuale di secondo
        
        
          grado e, a più di sei anni dal sor-
        
        
          gere della penosa vicenda, la giu-
        
        
          stizia a babbo morto tipica del no-
        
        
          stro paese impone questo sacrificio.
        
        
          Certo nessuno ridarà a Storace il
        
        
          tempo perduto e le umiliazioni su-
        
        
          bite, e lo stesso vale per Accame,
        
        
          cui gli investigatori per sbaglio per-
        
        
          quisirono la casa del padre Giano
        
        
          invece che la sua, mentre alcuni
        
        
          giornalisti si divertivano a dileg-
        
        
          
            C
          
        
        
          giare la madre con penosi giochi
        
        
          di parole, ma tant’è: in Italia quan-
        
        
          do si passa attraverso le maglie
        
        
          della giustizia ispirata da complotti
        
        
          politici è già tanto se si riporta la
        
        
          pelle a casa. Ne seppe qualcosa
        
        
          Enzo Tortora a suo tempo, che in-
        
        
          vece la vita a causa di un errore
        
        
          giudiziario nel medio periodo ce
        
        
          la rimise, morendo esattamente
        
        
          un anno dopo l’assoluzione defi-
        
        
          nitiva in Cassazione. Naturalmen-
        
        
          te nessun magistrato paga, ha pa-
        
        
          gato o pagherà per questi errori,
        
        
          ma almeno qualcuno di coloro
        
        
          che approfittò del Lazio gate per
        
        
          fare vincere Marrazzo alle regio-
        
        
          nali del 2008 (facendoci fare un
        
        
          affare che fa rima con il cognome
        
        
          del personaggio in questione,
        
        
          
            ndr
          
        
        
          )
        
        
          potrebbe chiedere scusa. Da chi
        
        
          cominciamo?
        
        
          Da destra o da sinistra? Propor-
        
        
          rei un primo mea culpa da parte
        
        
          della nipotina del Duce, la presun-
        
        
          ta danneggiata e spiata da “tutti
        
        
          gli uomini del Presidente”, la pro-
        
        
          tagonista passiva “de ‘sto Water-
        
        
          gate all’amatriciana”. Oggi se ne
        
        
          sta buona anche perchè il prosce-
        
        
          nio dell’urlo e della sceneggiata
        
        
          glielo ha tolto la Santanchè, ma
        
        
          all’epoca, molti ancora se le ricor-
        
        
          dano, le sue comparsate televisive
        
        
          furono da  Oscar. Non ha niente
        
        
          da dire oggi Alessandra Mussolini
        
        
          a Storace e ad Accame? Eppure, in
        
        
          fondo, provenivano dalla stessa
        
        
          matrice, più o meno postfascista,
        
        
          e addirittura militavano tutti nella
        
        
          cosiddetta destra sociale.
        
        
          Tuttavia in cambio del prover-
        
        
          biale quarto d’ora di celebrità pro-
        
        
          prio da destra, e non solo dalla
        
        
          Mussolini, ma anche da tanti ap-
        
        
          partenenti all’ala ex An, arrivarono
        
        
          le peggiori pugnalate alla schiena
        
        
          a Storace, che alla fine si fondò un
        
        
          proprio partito andandosene via
        
        
          disgustato da tanto cinismo poli-
        
        
          tico. Oggi il tempo è stato doppia-
        
        
          mente galantuomo con Storace,
        
        
          che nella galassia del centrodestra
        
        
          Continua a pagina
        
        
          
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          di
        
        
          
            ARTURO DIACONALE
          
        
        
          Casini sostiene
        
        
          che l’unica alternativa sia
        
        
          l’alleanza tra Pd e Udc.
        
        
          Ma proprio la Sicilia
        
        
          dimostra che la sua è
        
        
          una ricetta totalmente
        
        
          sbagliata. Rosario
        
        
          Crocetta, espressione
        
        
          dell’alleanza tra Pd-Udc,
        
        
          non ha vinto un bel nulla
        
        
          di
        
        
          
            FEDERICO PUNZI
          
        
        
          Un azzardo proiettare
        
        
          il voto in Sicilia sul piano
        
        
          nazionale.A prescindere
        
        
          dalle specificità dell’isola,
        
        
          alle politiche mancano
        
        
          ancora sei mesi
        
        
          in cui possono mutare
        
        
          molte variabili: la legge
        
        
          elettorale, le primarie,
        
        
          le alleanze e i candidati
        
        
          di
        
        
          
            DIMITRI BUFFA
          
        
        
          Nessuno risarcirà
        
        
          Storace per le umiliazioni
        
        
          subite, e nemmeno
        
        
          Accame: gli investigatori
        
        
          perquisirono la casa
        
        
          del padre Giano invece
        
        
          che la sua, mentre alcuni
        
        
          giornalisti si divertivano
        
        
          a dileggiare la madre
        
        
          con penosi calembour