Pagina 5 - Opinione del 31-8-2012

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II
ESTERI
II
Teheran subisce una beffa:
paesi nonAllineati fra loro
di
STEFANO MAGNI
Paesi Non Allineati sono riuniti
a Teheran, con la benedizione di
Ban Ki-moon, segretario generale
dell’Onu (presente alla conferenza,
nonostante l’Iran sia sotto sanzioni
approvate dalle stesse Nazioni Uni-
te). Ma i Paesi del fronte terzomon-
dista si sono trovati, prima di tutto,
non allineati fra loro. Specie sulla
spinosa e drammatica questione del-
la Siria. Il presidente egiziano Mo-
hammed Morsi, il primo capo di
Stato del Cairo che si reca in Iran
dal 1979, ha attaccato senza mezzi
termini il regime di Damasco, allea-
to di Teheran, con toni degni della
Francia di François Hollande (la più
interventista sul fronte delle demo-
crazie occidentali) e ha provocato
l’uscita dall’aula dei rappresentanti
siriani. «La rivoluzione in Egitto è
stato un pilastro della Primavera
araba, è iniziata un paio di giorni
dopo la Tunisia ed è stata seguita da
Libia e dallo Yemen e ora dalla Siria
dove c’è una rivoluzione contro il
regime oppressivo » che la governa,
ha detto Morsi il quale ha affermato
che «siamo pronti ad aiutare a met-
tere fine ad un ulteriore bagno di
sangue» nel Paese.
Imbarazzo da parte di Teheran,
che aveva ospitato l’evento dei Non
Allineati, oltre che per giustificare il
suo programma nucleare “pacifico”,
anche per difendere il regime di Ba-
I
shar al Assad dall’eventuale attacco
delle democrazie “imperialiste”. Lo
scopo era evidente, soprattutto alla
luce dell’incontro fra Ban Ki-moon
e l’ayatollah Alì Khamenei, guida
suprema iraniana. Quest’ultimo ave-
va chiesto al segretario generale di
«Fermare il traffico di armi diretto
ai ribelli siriani». Ma il non-allineato
Morsi, su cui lo stesso Iran contava
(e conta tuttora) molto, per istituire
una nuova alleanza anti-israeliana,
si è dimostrato ancor più impreve-
dibile del solito. Così, dopo aver
mandato le truppe nel Sinai per di-
struggere le cellule terroristiche (che
attaccano Israele), ora si dice addi-
rittura pronto ad intervenire in Siria
per porre fine al “bagno di sangue”
avallato anche dall’Iran.
L’imbarazzo di Teheran ben si
accompagna alla costernazione di
Damasco, i cui delegati hanno ab-
bandonato il vertice. I siriani hanno
accusato il presidente egiziano di
«istigare allo spargimento di san-
gue».
Lo strappo egiziano è indice del
livello di conflittualità raggiunto al-
l’interno del mondo arabo e islami-
co. Il blocco sunnita, di cui Egitto e
Arabia Saudita sono sempre stati i
due pilastri, era sinonimo di “fronte
conservatore”, contrapposto al ri-
voluzionario blocco sciita costituito
da Iran, Siria e dagli Hezbollah in
Libano. Dopo la primavera araba,
anche il blocco sunnita sta compien-
do la sua rivoluzione. È una nuova
onda, partita dalla Tunisia e dal-
l’Egitto, in cui stanno primeggiando
i Fratelli Musulmani, di cui Morsi
è un esponente di punta. Ci sono so-
lo due possibili sviluppi di questa si-
tuazione inedita. La prima, nociva
per gli interessi occidentali, è che i
due fronti rivoluzionari facciano
causa comune contro Israele e Stati
Uniti. La seconda è uno scontro al
calor bianco fra le due rivoluzioni.
Lo strappo di Morsi alla conferenza
dei Non Allineati fa presumere che
il secondo scenario sia il più plau-
sibile, per lo meno nel breve perio-
do. La guerra civile in Siria sta fa-
cendo da catalizzatore dello scontro
fra sciiti e sunniti. Anche se non è
possibile affermarlo con certezza:
nel Medio Oriente nulla è mai ciò
che sembra.
Sud Africa, colpevoli di essersi fatti sparare
K
I lavoratori arrestati alla miniera sudafricana di Marikana
saranno acusati di omicidio per la morte di 34 colleghi, raggiunti da
colpi di arma da fuoco... sparati dalla polizia il 16 agosto
Ron Paul assente
Sarà il terzo uomo?
La dura condanna
del presidente egiziano
al regime siriano,
la minaccia di intervenire
al fianco degli insorti:
due sintomi vistosi
del rinnovato conflitto
fra sunniti e sciiti
Germania: ilGrande fratello
ti spiausando la (tua)webcam
lla festa della Convention na-
zionale Repubblicana c’è un
ospite sgradito che ha voltato le
spalle al “padrone di casa”. Ron
Paul, deputato del Texas e candi-
dato alle primarie presidenziali ha
concluso ufficialmente la sua cam-
pagna senza dare il suo endorse-
ment al candidato ufficiale Mitt
Romney. Ha annunciato, in un
evento separato nell’Università della
Florida del Sud, che non farà alcu-
na campagna a favore del ticket
Romney–Ryan. Né intenderà par-
tecipare alla Convention nazionale.
Lo staff della sua campagna fa sa-
pere ai media che le condizioni po-
ste dal Partito Repubblicano fosse-
ro troppo umilianti: di fatto Ron
Paul, dopo quasi un anno di lotta
contro Mitt Romney, avrebbe do-
vuto recitare un discorso letto e ap-
provato in anticipo dallo staff del
candidato ufficiale. Una condizione
inaccettabile per un candidato li-
bertario che si è sempre proposto
al suo pubblico come un’alternativa
radicale, praticamente equidistante
da Romney e Obama. Il libertario
Lew Rockwell (del Mises Institute)
che si è speso personalmente per
tutti questi mesi per sostenere il
progetto di Ron Paul, dal suo blog
continua a predicare l’equidistanza
da entrambi i candidati. Condan-
nandoli entrambi. «Non dovrei es-
serlo, ma sono sempre sorpreso,
quando sento gente che mi invita
A
a sostenere Romney perché Obama
sarebbe molto peggio, o viceversa
a sostenere Obama, perché Rom-
ney sarebbe molto peggio. Io sento
questi argomenti da persone intel-
ligenti, ma devo farmelo ripetere
un paio di volte, perché non credo
mai a quel che sento. Non posso
credere che loro non vedano che
entrambi questi signori (o meglio:
entrambi i gruppi di interessi che li
sostengono) siano incredibilmente
malvagi e che sostenere uno di loro
voglia dire condurre il nostro Paese
ancor di più sulla via dello stato di
polizia, dell’avventurismo militare,
del corporativismo economico e,
infine, alla bancarotta».
Sorge ancora spontanea la do-
manda che aleggia dall’inizio della
campagna elettorale: Ron Paul fon-
derà un suo partito? I numeri li
avrebbe. Ma il tempo inizia a scar-
seggiare. Paul potrebbe però essere
(con gran delusione di Rockwell e
dei libertari duri–e–puri) solo una
delle parti di un gioco del “poliziot-
to buono e poliziotto cattivo”. Lui
interpreta il cattivo e attira l’elet-
torato più estremo. Il “buono”, in-
vece, è suo figlio, Rand Paul. Che
alla Convention era invitato e ha
tenuto un discorso, dove esalta il
sogno americano, l’individualismo
alla base della forza della nazione.
Il tutto per: dare l’endorsement a
Romney.
(ste. ma.)
occhio del Grande Fratello
lo installiamo noi stessi.
Nel 2008 la corte costituzio-
nale tedesca vietò l’utilizzo di
software maligni (i cosiddetti
malware) che fossero in grado di
manipolare i personal computer
dei cittadini. Ma già da prima, il
governo tedesco aveva introdotto
una variante meno allarmante e
tendenziosa per indicare un soft-
ware spy. Il termine in questione
è Quellen-TKÜ, che sta ad indi-
care “intercettazione della fonte”.
In sostanza, si tratta di un tipo di
intercettazione perfettamente le-
gale, da utilizzare soltanto per le
intercettazioni in Internet. La cor-
te costituzionale precisò che per
usare questo tipo di tecnologia
c’è bisogno di ricorrere a mezzi
legali, cioè, si deve necessaria-
mente avere un via libera ufficiale
da un’autorità competente.
C’è un club di hacker in Eu-
ropa, che si chiama Chaos Com-
puter Club, fondata nel 1981
proprio nella capitale della Ger-
mania, che nel 2011 si è preso la
bega di individuare quali viola-
zioni perfettamente legali operas-
se la polizia tedesca. E fece delle
scoperte inquietanti.
Secondi i dati rilevati dal Ccc,
la Federal Police è in grado di in-
stallare dei software trojan nei
computer dei cittadini, program-
mi capaci di abbattere le difese
L’
dei Pc e accedere a tutti i dati in
esso contenuti, compresi quelle
delle periferiche. E per periferiche
si intende anche webcam e micro-
foni. Questo non significa ‘sol-
tanto’ che la Polizia federale te-
desca può vedere quello che
succede durante una video con-
versazione privata, sentire quello
che si dice e leggere quello che si
scrive. Significa soprattutto che
grazie a questo software la Poli-
zia può attivare la webcam o il
microfono del personal computer
di un cittadino in qualsiasi mo-
mento.
Quando la Ccc chiese spiega-
zioni, l’allora ministro degli In-
terni tedesco, Wolfgang Schäuble,
e il capo della Bka, la Polizia fe-
derale tedesca, risposero che i cit-
tadini non avevano di che preoc-
cuparsi, perché il trojan sarebbe
stato usato in pochissimi e isolati
casi.
Ad oggi, pare che le vendite di
questi trojan facciano faville e si
va insinuando il sospetto che altri
governi nel mondo se ne stiano
servendo segretamente. Di uno
abbiamo notizia sicura, quello
svedese. Non più tardi di due
giorni fa, la Swedish Prosecution
Authorty ha infatti richiesto di
poter utilizzare questa tecnologia
per motivi di sicurezza. Jan Tib-
bling, coordinatore nazionale del-
l’agenzia, ha spiegato che si tratta
di avere la possibilità di svolgere
meglio le indagini, in quanto per-
sone sospettate di crimini posso-
no nascondere informazioni ci-
frate sui computer.
Che il motivo sia la sicurezza
nazionale o un miglior svolgi-
mento delle indagini, il dubbio ri-
mane, e lo mette bene in evidenza
Rick Falkvinge, guru del Partito
Pirata, che dal suo blog lancia un
allarme in stile Orwell. Le disto-
pie dei grandi scrittori del passato
paventavano un futuro terribile,
nel quale il governo avrebbe in-
stallato telecamere all’interno del-
le nostre case per sorvegliarci co-
stantemente. Ma la realtà è molto
più beffarda e ironica: quelle te-
lecamere, le abbiamo comprate e
installate noi stessi.
IRENE SELBMANN
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 31 AGOSTO 2012
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