Direttore ARTURO DIACONALE
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Giovedì 30 Agosto 2012
delle Libertà
Casini e il vuoto di un programma disastroso
iagnosi condivisibile, terapia
inesistente. Non è un pregiudi-
zio politico a provocare questa va-
lutazione sulla lunga intervista rila-
sciata al
Messaggero
dal leader
dell’Udc, Pierferdinando Casini. È,
purtroppo (perché questo non è più
tempo di elaborazione di diagnosi
più o meno esatte ma di scelta delle
terapie per far uscire il paese dalla
crisi), una considerazione oggettiva.
È sotto gli occhi di tutti che il bipo-
larismo bastardo della Seconda Re-
pubblica (perché figlio di un com-
promesso tra maggioritario e
proporzionale) sia fallito. E Casini
ha perfettamente ragione nel rilevare
che né l’esperienza di governo di
D
Romano Prodi segnata dall’innatu-
rale unione di tutte le sinistre, né
quella di Silvio Berlusconi caratte-
rizzata dall’alleanza tra un partito
federalista-secessionista come la Le-
ga ed un Pdl diviso tra statalisti e fe-
deralisti liberali, siano state capaci
di assicurare al paese governi stabili
ed efficaci. Ma, preso atto che il bi-
polarismo non è servito allo scopo
per cui era nato (garantire esecutivi
espressione della volontà popolare
e capaci di realizzare i propri pro-
grammi nell’arco di una intera legi-
slatura), Casini non indica le cause
politiche ed istituzionali del falli-
mento. Come se tutto fosse dipeso
dai limiti personali di Prodi e Ber-
lusconi. E, soprattutto, non riesce
ad indicare al paese quale possa es-
sere una strada capace di portare ol-
tre il bipolarismo diverso dal sem-
plice ritorno all’
heri dicebamus
della
Prima Repubblica. Il primo a non
credere che il ritorno al passato pos-
sa essere la soluzione adatta per il
nostro paese è proprio Casini. Che
propone di trasformare in Costi-
tuente la prossima legislatura e la-
scia addirittura intendere di poter
addirittura arrivare nei prossimi cin-
que anni a sostenere una riforma di
segno presidenzialista. Ma quale cre-
dibilità può avere chi, dopo aver
contribuito a far fallire il bipolari-
smo opponendosi sempre ed in ogni
occasione ad ogni tentativo di evo-
luzione positiva del bipolarismo stes-
so, propone oggi di ritornare indie-
tro di vent’anni per poi cercare di
realizzare nei prossimi cinque ciò
che si è sempre impedito nei due de-
cenni precedenti? Se Casini propo-
nesse almeno una qualche terapia
economica per uscire dalla crisi, si
potrebbe anche passare sopra il po-
liticismo sterile ed astratto del leader
dell’Udc. Ma Casini si guarda bene
dall’indicare un percorso di questo
tipo. Si limita a riproporre la terapia
Monti ed a chiede iniziative in fa-
vore della famiglia e del lavoro dei
giovani. Cioè non dice nulla.
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La Penisola della leggerezza (che ormai affonda)
a Penisola della leggerezza. O
della vita virtuale. Fate voi. Fat-
to sta che il mondo rovina, l’Europa
affonda, la crisi economico-finan-
ziaria sta cambiando gli assetti pla-
netari, la rivoluzione climatica pro-
mette di farci diventare altro rispetto
a come siamo e la classe politica, di
tutto incurante, si balocca su dispute
di straordinario interesse e di indi-
scutibile attualità. Chi è meglio To-
gliatti o De Gasperi? È di destra Tra-
vaglio per Ezio Mauro o questi è più
di sinistra di Padellaro? E
Repub-
blica
è davvero il giornale dei pro-
gressisti “custodi della Costituzio-
ne”, mentre
Il Fatto quotidiano
è il
foglio di una strana razza di “gia-
L
cobini reazionari”? E ancora: dal
momento che nessuno sa dire come,
quando, in base a quale legge e con
quali alleanze tra sette/otto mesi si
andrà a votare, siamo proprio sicuri
che finalmente verrà ridata la parola
al popolo? E se a sinistra s’incazza-
no di brutto e si mandano a quel
paese tra di loro, a destra come mai
c’è un silenzio talmente assordante
da far pensare ad uno spopolamen-
to forzato, ad un esilio di massa, ad
una ritirata insensata? In questa Ita-
lia, mentre ci si occupa d’altro ri-
spetto a ciò che ci attenderebbe o
non ci si occupa addirittura di nien-
te, opera un Grande Fratello dalle
sembianze tecnocratiche il quale, ol-
tre a condurci per mano verso il più
colossale disastro economico e so-
ciale del dopoguerra, si sta inge-
gnando nel ridurre i nostri spazi di
libertà con la ferma convinzione che
a tutto ci adatteremo poiché ai suoi
diktat più che impossibile è inutile
opporsi. È così che per decreto (ma
sembrava troppo anche a chi lo pro-
poneva) il governo Monti, ultima
epifania orwelliana, dopo essersi in-
gerito nei nostri conti bancari, nelle
proprietà legittimamente possedute
all’estero e sulle quali già pagavamo
fior di tasse per poter ulteriormente
lucrare su di esse, nelle nostre vite
private per valutare dal tenore di vi-
ta se è il caso di punire o meno gli
scialacquatori a cui nessuno prima
aveva mai chiesto conto delle pro-
prie abitudini, adesso scopre che il
nostro “stile di vita”, perfino alimen-
tare, non va bene ed intende prov-
vedere tassando tutto ciò che po-
trebbe nuocere alla nostra salute,
dal chinotto allo champagne. Un
nuovo proibizionismo è alle porte?
Può darsi. Mentre nel Pd se le danno
di santa ragione tra togliattiani e de-
gasperiani, nel Pdl si dividono...
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2
di
GENNARO MALGIERI
Ci basterebbe non sentir
parlare più di fascisti
e comunisti come
categorie politiche,
di non vedere più in giro
imbroglioni che fanno
e disfano a loro
piacimento candidature,
tattiche e prospettive
tradendo i cittadini
di
ARTURO DIACONALE
Se qualcuno vuole avere
una anticipazione
sugli effetti della ricetta
del leader Udc
sulla scena nazionale,
non deve far altro
che puntare gli occhi
sul laboratorio siciliano:
tutti contro tutti,
sulla pelle della gente
Monti-Merkel: il solitovertice inutile
K
Brindisi, sorrisi, pacche sulle
spalle e sdolcinati salamelecchi. Più che
un vertice bilaterale, l’incontro di ieri tra
il premier Mario Monti e la cancelliera te-
desca Angela Merkel a Berlino sem-
brava una rimpatriata tra amici di
vecchia data, con tanto di reciproci
complimenti e smancerie. «Il presidente
del Consiglio italiano Mario Monti mi ha
confermato un impressionante agenda
di riforme» ha dichiarato Merkel ai gior-
nalisti. Aggiungendo poi: «Sono con-
vinta che porteranno buoni frutti». Sì,
ma in sostanza, che cosa si sono detti i
due primi ministri? «Abbiamo contatti
molto stretti fra Italia e Germania. Ab-
biamo parlato di tutta una gamma di ar-
gomenti e per fortuna abbiamo delle
relazioni bilaterali eccellenti sulle que-
stioni europee e di politica estera» ha
detto ancora la cancelliera, rivelando
così che l’anima dell’incontro sembrava
essere quella di un vernissage, anziché
di un vertice. Restano fuori i nodi impor-
tanti, insomma, a cominciare dal ruolo
dell’Esm, il meccanismo europeo di sta-
bilità, che per Frau Angela non dovrà
avere licenza bancaria.