II
POLITICA
II
onti...per sempre? Se non
proprio lui, certamente un
suo clone o un sosia, politicamen-
te parlando.
Ad esempio, il sempreverde
prof. Giuliano Amato potrebbe
essere una “controfigura” mon-
tiana alquanto gradita alla
“Grande ammucchiata”, per dare
il cambio, nel 2013, all’esausto
“SuperMario”.
Tanto, il posto di senatore a
vita, concessogli da Napolitano
come “compenso” anticipato per
la formazione di un governo tec-
nico (tutto lacrime e sangue...no-
stri!), permette a Monti di poter
svolgere, in ogni momento, quel
ruolo di Cincinnato che gli si ad-
dice alla perfezione.
Non solo: dopo il 2013, il
Professore potrebbe giocare un
ruolo di primo piano, aggregando
attorno alla sua persona gruppi
di parlamentari indipendenti o
dissidenti, che vi dovessero even-
tualmente confluire per “disso-
M
ciazione” da altre formazioni po-
litiche, venute per la prima volta
alla ribalta con le elezioni del
2013 e, poi, rivelatesi non ade-
guate a garantire il rispetto delle
promesse elettorali, con partico-
lare riferimento al rilancio della
crescita economica e dell’occupa-
zione in Italia.
Intanto che si fa? A quanto
pare, il “boccino” della partita-
chiave per il potere continua a ri-
tedeschi - che non sono né tirchi,
né fessi - pensano pubblicamente
e seriamente al ripristino dello
Sme (mi pare, se non erro, di aver
io stesso anticipato una simile
ipotesi, molto prima che Berlino
ci facesse un pensierino..), con
l’uscita contemporanea dall’euro
di tutti i 17 i paesi che ne fanno
parte e il conseguente ripristino
delle valute nazionali.
E, forse, sarebbe una cosa dav-
vero saggia.
Due sole parole di garbate po-
lemica con i super-professori del
Corsera, di Repubblica e del Mes-
saggero (nell’ordine: Ernesto Galli
della Loggia, Angelo Panebianco,
Giuliano Amato, Romano Prodi).
Dopo averli visti, come prefiche
oranti, al capezzale dell’Europa,
chi invocando l’unione politica,
chi chiedendo qualunque sacrifico
ai cittadini italiani, tedeschi ed
europei, per rimanere a qualun-
que costo nell’euro (e, qui, il ca-
tastrofismo - in caso di abbando-
no - segue una narrazione apo-
dittica, degna di migliore causa),
non posso che chiedere loro, a
mia volta, di che cosa stiano dav-
vero parlando. Cerco di spiegar-
mi per brevi punti di sintesi.
In primo luogo, “federare” si-
gnifica, quanto meno, avere un
collante linguistico comune per
comunicare tra i cittadini “fede-
rati”. E, qui, il disastro è totale:
invece di un bilinguismo perfetto
(con una seconda lingua parlata
correntemente da tutti), ci ritro-
viamo da 60 anni con, attualmen-
te, ben due decine di lingue diver-
se, senza aver investito
assolutamente nulla per creare
una cultura comune, a partire da
una lingua condivisa.
Non solo: da sempre, questa
Europa non è riuscita a creare, a
livello federale, né uno spazio pe-
nale comune, né (quantomeno!)
una forza armata di pronto inter-
vento - ricordo che, negli anni
’50, la Francia è stata la prima,
grande affossatrice dell’ipotesi di
una difesa comune europea! - né
un sistema scolastico di media e
alta formazione, che mettesse in
competizione le nostre giovani
generazioni con quelle di Usa, Ci-
na e India, il che (forse..) ci
avrebbe evitato quei devastanti
fenomeni di analfabetismo di ri-
torno, che affliggono oggi una
consistente massa di studenti eu-
ropei, italiani in testa. Insomma,
cari Professori tutti: ma chi volete
prendere in giro?
MAURIZIO BONANNI
manere sul Sacro Colle: Napoli-
tano vuole a tutti i costi, alla ria-
pertura delle Camere, una nuova
legge elettorale, per poter scio-
gliere il Parlamento prima di di-
cembre e ridare il mandato a
Monti, con ogni probabilità, pri-
ma che il suo settennato entri nel
famigerato semestre bianco.
Eppure, visti i risultati e le
proposte scaturiti a seguito degli
incontri tra i delegati del trium-
virato di partiti che sostiene
Monti, c’è da auspicare che non
se ne faccia nulla e si vada a nuo-
ve elezioni con quello che c’è.
Tanto, è chiaro a tutti che nessu-
no troverà la forza e il coraggio
necessari (tranne i soliti Grillo,
Vendola e Di Pietro) per proporre
ai cittadini quello che si aspette-
rebbero da una vera campagna
elettorale.
Ovvero: «volete, o no, rima-
nere nell’euro e in questa Europa
etero diretta dagli euro burocrati
di Bruxelles?». Intanto, i politici
All’attuale premier
toccherebbe un ruolo
di primo piano: riunire
intorno a sé gruppi
di parlamentari
che potrebbero confluire
dopo la dissociazione
da altre forze politiche
Il boccino della partita
chiave per il potere
continua a rimanere
sul Colle. Napolitano
vuole una nuova legge
elettorale, per poter
sciogliere il Parlamento
prima di dicembre
Per il dopoMonti si cerca una“controfigura”
Lavoro: la laurea non basta, serve l’esperienza
aranno 32.250 le assunzioni
previste quest’anno dalle impre-
se che competono grazie alla qua-
lità e alla cultura (di cui 22.880 non
stagionali e 9.370 stagionali), pari
al 5,6% del totale delle assunzioni
che verranno realizzate dalle impre-
se di industria e servizi. Nonostante
la crisi, le imprese legate alla cultura
dimostrano una particolare tenuta
occupazionale, visto che il numero
di occupati del settore, dal 2007 al
2011, è cresciuto a un ritmo medio
annuo dello 0,8% (complessiva-
mente circa 55mila posti di lavoro
in più), a fronte di una flessione me-
dia dello 0,4% all’anno riscontrata
per l’intera economia nazionale nel-
lo stesso periodo. Un dato di tenuta
che si manifesta anche quest’anno:
pur arretrando sotto i colpi della
congiuntura (-0,7% il saldo occu-
pazionale, pari a -4.900 dipendenti
rispetto al 2011), le imprese della
cultura evidenziano infatti una
maggiore resistenza rispetto al com-
plesso delle altre imprese la cui oc-
cupazione è prevista in diminuzione
dell’1,2% corrispondente ad un sal-
do di 125.600 dipendenti in meno
rispetto al 2011.
Questi alcuni dei dati tratti dal-
l’indagine Excelsior – realizzata da
Unioncamere e ministero del Lavo-
ro – e illustrati ieri a Rimini nel cor-
so del suo intervento al Meeting dal
presidente di Unioncamere, Ferruc-
cio Dardanello.
«Sembra un paradosso – ha det-
to tra l’altro Ferruccio Dardanello
- ma in Italia manca un quadro or-
ganico di politiche economiche ba-
S
sate sul potenziale produttivo del
settore culturale. Gli italiani devono
recuperare non soltanto il senso
economico della cultura, ma anche
in una certa misura il suo senso so-
ciale, di elemento alla base delle sue
produzioni di eccellenza e occasione
per dare opportunità di lavoro a
tanti giovani che hanno capacità e
qualità da vendere». «Purtroppo –
ha aggiunto il presidente di Union-
camere - è ancora diffusa l’idea che
con la cultura non si mangi, ma i
successi del Made in Italy, di cui
tanta parte discende proprio dalla
nostra cultura del fare e del vivere,
vengono da questo patrimonio ine-
sauribile. Che va messo a frutto con
politiche che devono partire fin dai
banchi di scuola, per mettere in
condizione i nostri giovani e le loro
famiglie di cogliere le tante oppor-
tunità che vengono dall’industria
culturale, e maturare presto quel-
l’esperienza indispensabile per con-
seguire un lavoro di qualità».
Secondo l’indagine, la domanda
di lavoro delle imprese che ruotano
intorno alla cultura si dimostra
molto orientata verso figure di alto
profilo, considerando che quasi la
metà delle assunzioni non stagionali
programmate per quest’anno ri-
guarderanno professioni
high-skill
(ben 7 su 10 nel caso delle cosid-
dette “professioni culturali” - defi-
nite in base a 127 profili professio-
nali espressivi del core delle attività
delle imprese che le impiegano),
quando nel caso delle altre imprese
dell’industria e dei servizi non si va
oltre un quinto del totale. Dietro a
questo generale innalzamento qua-
litativo professionale del fabbisogno
occupazionale delle industrie cul-
turali risiede un’elevata attenzione
nei confronti del titolo di studio,
che si tramuta in un’ampia richiesta
di laureati, pari a quasi 30 assun-
zioni non stagionali su 100 previste
nel 2012 (più del doppio rispetto
alle altre imprese, dove questa quo-
ta supera di poco il 14%). Delle
quasi 23mila entrate non stagionali
programmate per quest’anno da
queste imprese, quasi la metà
(43,4% corrispondenti in valore as-
soluto a 9.930 assunzioni), sono
ascrivibili alle professioni culturali.
Particolare interessante, queste pro-
fessioni risultano fortemente bipo-
larizzate tra figure ad alta qualifi-
cazione e quelle a contenuti di
competenze meno qualificate (low-
skill, ben 61), tra cui si ritrovano le
professionalità più artigianali.
Tra le professioni culturali più
richieste, è la tecnologia a guidare
la classifica, grazie alla prima posi-
zione occupata dagli “Analisti e
progettisti di software”, gli unici a
superare la soglia delle 2mila as-
sunzioni non stagionali (2.190). Co-
me era lecito aspettarsi, è piuttosto
presente il mondo dell’audio-visivo.
Ma emerge anche una elevata at-
tenzione dedicata allo studio dei
mercati, considerando le oltre mille
assunzioni non stagionali fra “Tec-
nici della vendita e della distribu-
zione”, “Tecnici del marketing” e
“Specialisti nei rapporti con il mer-
cato”. E per competere sui mercati,
queste imprese necessitano anche
di “Disegnatori industriali e profes-
sioni assimiliate”. Infine, l’arte cu-
linaria non poteva mancare, pre-
sente con un fabbisogno di 650
“Chef”.
Il titolo di studio costituisce un
elemento importante per le imprese
della cultura al momento dell’as-
sunzione (ritenuto molto o abba-
stanza importante per quasi i due
terzi di esse, a fronte di meno della
metà nel caso delle altre imprese).
E ciò soprattutto con specifico ri-
ferimento per le professioni cultu-
rali, dove il titolo è importante in
quasi l’80% dei casi e dove la ri-
chiesta di laureati arriva a sfiorare
il 40% del totale delle assunzioni
non stagionali previste per quest’an-
no. Anche tra i profili
low-skill
di
tali professioni, la richiesta di di-
plomati e qualificati professionali
è nettamente superiore alla media
di tutti gli altri settori (48% contro
40% delle assunzioni di professioni
non culturali) a testimonianza del
fatto che, seppur “etichettate”
low-
skill
, queste figure sono in grado di
esprimere professionalità uniche.
Una volta usciti dal percorso di
studi, tuttavia, i giovani non sem-
brano tuttavia trovare maggiori
spazi occupazionali nelle imprese
legate alla cultura rispetto alle altre
imprese. In entrambi i casi, i giovani
“freschi di studi” sono ritenuti
adatti nel 45-46% delle assunzioni
non stagionali programmate nel
2012. Per le specifiche professioni
culturali, l’indagine rileva una va-
lutazione di idoneità dei giovani
neo-laureati o neo-diplomati addi-
rittura più bassa (il 35,1%) rispetto
alla media generale. A riprova della
specificità del settore, vale sottoli-
neare il valore dato all’esperienza
ai fini dell’assunzione. Per lavorare
nel mondo della cultura ne serve
decisamente di più rispetto agli altri
tipi di imprese: la ritiene importante
al momento dell’assunzione il 63,6
contro 53,4% della media delle im-
prese, con un picco del 71% per le
professioni strettamente culturali.
Tra i titoli di studio, le imprese
del sistema produttivo culturale
manifestano elevata attenzione ver-
so indirizzi dall’elevato contenuto
scientifico, tecnologico, così come
strettamente tecnico. Tra i primi
cinque indirizzi di laurea richiesti,
ben tre sono legati all’ingegneria, a
cui si affiancano quello scientifico-
matematico assieme a quello eco-
nomico. Basti pensare che il solo
indirizzo dell’ingegneria elettronica
e dell’informazione assorbe poco
più di un terzo del totale assunzioni
di laureati previste. La tecnologia
si ritrova anche tra gli indirizzi di
diploma più richiesti, con l’indirizzo
informatico che si colloca al secon-
do posto tra quelli più domandati,
dopo quello amministrativo/ com-
merciale che primeggia sfruttando
la sua trasversalità di impiego. Se-
guono gli indirizzi meccanico, tu-
ristico-alberghiero e artistico. Turi-
smo e meccanica prevalgono anche
tra gli indirizzi di qualifica profes-
sionale, tra cui emerge anche l’in-
dirizzo legato al sistema moda, uno
dei volti del nostro Made in Italy.
(m.l.)
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 24 AGOSTO 2012
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