Direttore ARTURO DIACONALE
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Martedì 21 Agosto 2012
delle Libertà
Il caso Riccardi, la“cosa bianca” e l’area liberale
i sono due aspetti della costru-
zione in atto della cosiddetta
“cosa bianca” che meritano di essere
sottolineati. Il primo riguarda i mi-
nistri del governo tecnico di Mario
Monti che promuovono il progetto.
Nessuno può contestare ai vari Ric-
cardi, Passera o chiunque sia il di-
ritto di lavorare ad un progetto po-
litico destinato ad aggregare un
centro cattolico che riprenda, come
ha detto il segretario della Cisl Raf-
faele Bonanni, il percorso interrotto
della Dc. Ma appare fin troppo evi-
dente che questo progetto non può
essere realizzato approfittando della
visibilità e dei vantaggi assicurati
dalla presenza dei loro promotori
C
nel governo in carica. Ovviamente
non esiste alcuna norma che impe-
disca al ministro Andrea Riccardi
(si parla di lui perché è il più dichia-
ratamente esposto sul fronte della
costruzione della “cosa bianca”) di
lavorare alla ricostruzione della vec-
chia Dc insieme ai sindacalisti della
vecchia scuola scudocrociata ed al
leader del terzo partito della attuale
maggioranza, cioè a Pierferdinando
Casini. Esiste, però, una questione
politica che non può essere ignorata.
Se a settembre si apre una campa-
gna elettorale in cui alla conflittua-
lità fisiologica tra partiti alternativi
come Pdl e Pd si aggiunge il lavoro
ufficiale e sottobanco di una parte
del governo in favore di un terzo
soggetto politico destinato ad ero-
dere i consensi elettorali dei primi
due, il clima politico diventa incan-
descente. E la sorte del governo di-
venta decisamente precaria. Perché
mai il Pdl ed il Pd dovrebbero con-
tinuare a sostenere un esecutivo che
in teoria dovrebbe essere al di sopra
delle parti ed in cui una parte ben
definita lavora per un terzo incomo-
do con la pretesa di diventare il fu-
turo baricentro politico del paese?
Per la sopravvivenza del governo,
dunque, è bene che Riccardi ed i mi-
nistri partecipanti alla “cosa bianca”
si dimettano dai loro incarichi mi-
nisteriali. Avranno più libertà nel
portare avanti il loro progetto. E,
soprattutto, non creeranno problemi
a Mario Monti, al presidente della
Repubblica ed allo stesso paese. Sa-
rebbe un dramma, infatti, se per col-
pa dei neo-democristiani, il governo
tecnico dovesse saltare per aria e
Monti fosse costretto a guidare un
altro governo tecnico privo di tecnici
troppo politicizzati fino alla scaden-
za naturale della legislatura. Il se-
condo aspetto posto dalla costru-
zione della “cosa bianca” riguarda
poi il ruolo che questa nuova aggre-
gazione vorrebbe avere negli equi-
libri politici della prossima legisla-
tura e le conseguenze (...)
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2
Ma lo stakanovismo fiscale non stimola la ripresa
opo l’ennesima presa di posi-
zione del premier Monti sul-
l’evasione fiscale, sono partiti con-
trolli a tappeto in molte località
turistiche del Paese, rinverdendo i
“fasti” del terrorismo tributario che
quest’inverno hanno allietato il la-
voro degli imprenditori di Cortina
d’Ampezzo. Come se non bastasse,
i notiziari nazionali hanno dato la
notizia che l’Agenzia delle entrate
siciliana ha inviato un questionario
obbligatorio - la cui omissione com-
porterebbe una ammenda di 2.000
euro - alle persone che hanno con-
tratto un matrimonio negli ultimi
5 anni. Ciò con lo scopo di scovare
tra le pieghe delle varie spese soste-
D
nute sacche di evasione da colpire
con la mannaia del fisco. Stando
così le cose, considerando che lo
Stato controlla oramai il 55% della
ricchezza nazionale (la quale com-
prende quasi un quinto di evasione
stimata dall’Istat), l’impressione di
vivere all’interno di un sempre più
spietato regime di polizia tributaria
si fa ogni giorno più forte. E se con-
sideriamo che nella prima fase della
rivoluzione bolscevica ai contadini
veniva chiesto di consegnare metà
del raccolto, fatte le debite differen-
ze, sembra proprio che chi governa
il sistema abbia deciso di seguire
anche in Italia il modello della col-
lettivizzazione forzata, attraverso
lo spauracchio dei controlli e delle
durissime sanzioni pecuniarie. Ep-
pure, così come gli storici hanno
ampiamente dimostrato, è stato
proprio grazie al sommerso ed al-
l’economia parallela che questo
creava che l’Urss ha potuto vivac-
chiare per oltre 70 anni, compen-
sando con l’ingegno e l’iniziativa
individuale alle follie economiche
della cosiddetta pianificazione de-
mocratica. Allo stesso modo, oc-
corre dirlo con coraggio, anche in
Italia il “nero” rappresenta da sem-
pre una sorta di camera di compen-
sazione per una economia altrimen-
ti devastata da una spesa pubblica
e da un conseguente prelievo asso-
lutamente insostenibile per qualun-
que attività produttiva. Tant’è che
da tempo molti avvertiti analisti,
qualcuno anche di area progressi-
sta, sostengono che colpire a tap-
peto l’evasione, nell’ambito di un
regime connotato da troppi balzelli
e da aliquote proibitive, tenderebbe
a prosciugare alla fonte la capacità
del sistema di generare ricchezza,
provocando un inesorabile tracollo
nel gettito fiscale allargato.
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2
di
CLAUDIO ROMITI
Colpire a tappeto
l’evasione, nell’ambito
di un regime connotato
da troppi balzelli
e da aliquote proibitive,
tende a prosciugare
alla fonte la capacità
del sistema di generare
ricchezza. Provocando
un tracollo nel gettito
di
ARTURO DIACONALE
Per evitare che il paese
muoia democristiano,
sarebbe bene
che i liberali di ogni
colore e collocazione
concordassero fin da ora
le cinque riforme
d’ispirazione liberale
da realizzare
nella prossima legislatura
Riccardi: o governo oCosa bianca!
K
Nessuno può contestare ad un
libero cittadino il diritto di lavorare a un
progetto politico. Ma appare evidente
che questo progetto non può essere
realizzato approfittando della visibilità
assicurata dalla presenza dei loro pro-
motori nel governo in carica. Un esecu-
tivo per il quale sono stati scelti in
qualità di tecnici e non di politici. Per
essere più espliciti: non esiste alcuna
norma che impedisca al ministro An-
drea Riccardi di lavorare alla ricostru-
zione della vecchia Dc insieme ai
sindacalisti della vecchia scuola scudo-
crociata e al leader del terzo partito
della attuale maggioranza, Pierferdi-
nando Casini. Esiste, però, una que-
stione politica che non può essere
ignorata. Utilizzare posizioni di governo
per promuovere questo progetto rischia
di arroventare il clima politico e indurre
Pd e Pdl a staccare la spina a Monti. Sa-
reebbe bene che Riccardi ed i ministri
partecipanti alla “cosa bianca” si dimet-
tessero dai loro incarichi ministeriali.
Avrebbero più libertà nel portare avanti
il loro progetto. E non creerebbero pro-
blemi alla stabilità del Paese.