n settimana voglio conclu-
dere con le nomine in giun-
ta, i partiti lo sappiano. Sono av-
vertiti. Voglio farlo assieme a
loro, ma i siciliani non possono
aspettare i tentennamenti dei par-
titi». Il neo presidente della Re-
gione siciliana, Rosario Crocetta,
non usa giri di parole e lancia una
sorte di ultimatum alle forze po-
litiche che lo sostengono, Pd e
Udc, in occasione della presenta-
zione dei due nuovi assessori re-
gionali: il sostituto procuratore
della Dda di Caltanissetta, Nicolò
Marino, che andrà all’Energia e
Rifiuti (l’ingresso formale tra po-
chi giorni dopo il via libera del
Csm) e Linda Vancheri, funziona-
ria della Confindustria nissena,
che avrà la delega alle Attività
produttive.
L’ex sindaco di Gela, reduce
dal salotto televisivo di Massimo
Giletti, dove ha replicato il Cro-
cetta show, aggiunge altre due tes-
sere al puzzle della sua squadra
di governo, dopo l’insediamento
di Lucia Borsellino alla Sanità e
la nomina di Franco Battiato al
Turismo e Spettacolo. Il governa-
tore siciliano, quindi, vuole al più
presto completare la sua giunta
nella quale, secondo le sue inten-
zioni, non ci dovrebbero essere
deputati regionali.
La scelta di Crocetta di non
voler inserire parlamentari nel
«
I
suo governo ma di avvalersi di
«
figure di alto profilo» sta crean-
do non poche fibrillazioni all’in-
terno del Pd che spinge, invece,
per la presenza di politici nell’ese-
cutivo regionale. L’incontro a Ro-
ma con i vertici di Pd e Udc pre-
visto per giovedì si profila carico
di tensione.
Se da un lato, infatti, il segre-
tario regionale dei democratici,
Giuseppe Lupo, afferma la neces-
sità di deputati in giunta per un
collegamento con l’aula e le forze
di maggioranza, Crocetta insiste
per un’apertura della politica e
dei partiti alla società civile. I par-
titi, o meglio, il Pd è avvisato, an-
che se il neo governatore tiene a
ribadire l’appartenenza degli nuo-
vi assessori a «una ben precisa
area politica, che è quella di cen-
trosinistra».
Crocetta va avanti per la sua
strada che però si presenta tutta
in salita. La sua annunciata rivo-
luzione dovrà fare i conti con la
consapevolezza di non avere la
maggioranza in Parlamento, dove
può contare su appena 38 depu-
tati su 90. Sull’annuncio di uno
stop agli sprechi e ai privilegi non
si può non essere d’accordo. Ma
allora perché avvalersi di assessori
esterni che sono un costo in più
per la Regione, come si chiede
Giuseppe Lupo? «Un presidente
che vuole risparmiare - afferma
il segretario regionale del Pd - do-
vrebbe riflettere su questo».
Dello stesso avviso il deputato
nazionale del Pid di Saverio Ro-
mano, Pippo Gianni, che sulla
composizione di una giunta di
“
tecnici” aggiunge: «Solo questo
fa aumentare i costi della politica
di quasi due milioni di euro al-
l’anno». Intanto, Crocetta ha for-
malizzato la decadenza dei 21
giornalisti della redazione del-
l’ufficio stampa della Regione
che è stata convocata in “assem-
blea permanente” ed ha procla-
mato lo stato di agitazione. La
composizione finale della giunta,
dunque, darà la misura della for-
za e dell’abilità politica di Cro-
cetta che ha sempre ribadito la
sua indipendenza dai condizio-
namenti dei partiti.
ROSAMARIA GUNNELLA
II
POLITICA
II
Samorì, l’imprenditore che“vuole prendersi”il Pdl
di
PIETRO SALVATORI
uci e ombre per la kermesse to-
scana di Gianpiero Samorì.
L’imprenditore romagnolo ha lan-
ciato domenica da Chianciano la
sua scalata al Pdl. Riempiendo il
palazzetto dello sport della località
termale. Con simpatizzanti entu-
siasti (anche se lo spirito si è raf-
freddato, dopo la poco efficace
partecipazione del leader al Porta
a Porta di giovedì) e di qualche
vecchietto che non sapeva bene do-
ve si trovava. Coinvolto in quei
tour dove, per una manciata di eu-
ro, ti portano a vedere un bel po-
sto al patto di sorbirti tre ore di
dimostrazione su quanto le pentole
degli organizzatori della gita siano
migliori di tutte le alte. Sostituite
le padelle a Samorì e il gioco è fat-
to. Ma al di là degli aspetti folklo-
ristici (per certi versi la Chianciano
di Samorì ha ricordato l’Audito-
rium del Massimo nel quale Do-
menico Scilipoti tenne il suo primo,
memorabile, congresso), l’impren-
ditore che si sente un “Berlusconi-
mignon” ha deciso di fare le cose
sul serio. Un sondaggio di ieri di
Swg lo accredita al secondo posto
nelle preferenze del popolo pidiel-
lini. Un 14% in coabitazione con
Alessandra Mussolini, che fa pre-
occupare non poco Angelino Alfa-
no, forte appena del 32%. Anche
se la candidatura di Giorgia Me-
loni, ufficializzata ieri, potrebbe
sparigliare il campo.
L’avvicinamento con la galassia
berlusconiana ha origini relativa-
L
mente lontane. A cavallo tra il
2007
e il 2008 Samorì fu vicepre-
sidente dei Circoli del buongover-
no di Marcello Dell’Utri. Un’espe-
rienza che oggi gli vale
l’accostamento con il potente se-
natore siciliano. Ma chi lo conosce
bene, afferma che è ormai da più
di quattro anni che l’imprenditore
non ha più rapporti con quell’am-
biente. La cui frequentazione gli è
valsa l’attenzione di alcuni consi-
gliori del Cavaliere. Diego Volpe
Pasini e Vittorio Sgarbi su tutti. I
quali, dopo lo sfogo di Silvio Ber-
lusconi contro il governo Monti a
villa Gernetto, hanno immaginato
il suo come un nome perfetto per
guidare la costituenda lista civica
nella quale l’ex-premier avrebbe
voluto arruolare solamente figure
digiune da un passato in politica.
È stato il critico d’arte a dire che
«
a Berlusconi delle primarie non
frega niente - assicura - e non vo-
leva che Samorì si candidasse. Vo-
leva piuttosto che desse vita a
qualcosa di nuovo, che fosse un
nuovo Montezemolo con cui il Pdl
avrebbe potuto allearsi».
Ma le primarie hanno squader-
nato il piano. E Samorì, a sua detta
ormai mediaticamente troppo
esposto per fare un passo indietro,
ha deciso di parteciparvi. «Il suo
obiettivo non è semplicemente con-
correre, ma prendersi in mano il
Pdl scalzando Angelino Alfano»
commenta un suo collaboratore.
Una decisione che ha lasciato scon-
certato Sgarbi, secondo il quale Sa-
morì ha «rinnegato il disegno» che
aveva in mente insieme al Cavalie-
re, “costringendolo” a candidarsi
a sua volta (l’annuncio è arrivato
ieri). Se l’imprenditore perdesse, si
metterebbe in proprio. Una lista
che avrà un nome diverso da quel-
la del suo movimento (oggi si chia-
ma Mir, Moderati italiani in rivo-
luzione), che prenderà una strada
autonoma rispetto a quella degli
azzurri. Intanto però ferve la rac-
colta delle firme. A cominciare ov-
viamente dall’Emilia Romagna,
passando per la Lombardia, il Ve-
neto, il Lazio, la Campania e la Si-
cilia. Proprio sull’isola gli uomini
di Samorì avrebbero avuto più di
un contatto con quelli di Raffaele
Lombardo. L’ex presidente sicilia-
no si sarebbe dichiarato disponibile
a dare una mano nel raccogliere i
duemila nominativi che sono
l’obiettivo dichiarato dal suo staff,
per indebolire la candidatura di
Angelino Alfano, che non più di
qualche mese fa boicottò la candi-
datura dell’attuale alleato lombar-
diano Gianfranco Micciché.
Ma un aiuto potrebbe arrivare
anche dal vertice del partito “vit-
tima” dell’Opa dell’imprenditore.
In questi giorni Denis Verdini, in
ottimi rapporti con Samorì, stareb-
be valutando di aiutarlo a racco-
gliere le firme mancanti (in parti-
colar modo, sembra, in Campania
tramite Nicola Cosentino). Un’ope-
razione che mirerebbe ad indebo-
lire Alfano, e che godrebbe del si-
lenzio-assenso del Cavaliere.
Verdini sa che la candidatura Sa-
morì non metterebbe a rischio la
vittoria del segretario, ma potrebbe
servire ad erodergli un discreto
pacchetto di consensi. Una vittoria
con numeri risicati (il 32% di Swg
è un dato al di sotto di qualunque
aspettativa) azzopperebbe la rin-
corsa dell’ex Guardasigilli, e lasce-
rebbe più margine di manovra per
un colpo di mano di Berlusconi nel
caso i risultati delle primarie non
lo soddisfacessero. Proprio ieri Ma-
rio Landolfi, esponente degli ex
An, sottolineava che “Alfano deve
raggiungere almeno il 50% se non
vuole essere addirittura delegitti-
mato dalle primarie”.
Ma sbaglia chi racconta che
l’ex-premier sia parte attiva della
strategia. Anzi. Berlusconi, così co-
me confermato dallo stesso Samo-
rì, ha incontrato l’imprenditore ap-
pena un paio di volte, solo una in
tempi recenti. Anzi. La famosa ce-
na tra i due raccontata dalla stam-
pa non più tardi di sue settimane
fa non avrebbe mai avuto luogo.
Il Cavaliere l’avrebbe fatta saltare
all’ultimo momento, irritato da al-
cune dichiarazioni a mezzo stampa
del rampante candidato.
Sicilia: la prova del fuoco
per i tecnici di Crocetta
Colletta alimentare
Volontari in piazza
abato 24 novembre torna la
giornata nazionale della Col-
letta Alimentare. In 9mila super-
mercati, 130mila volontari invi-
teranno i clienti a donare parte
della propria spesa ai più poveri.
L’evento, organizzato dalla fon-
dazione Banco Alimentare e pa-
trocinato dalla Presidenza della
Repubblica, è entrato nella mente
e nel cuore degli italiani.
L’anno scorso sono stati in 5
milioni i cittadini che hanno con-
tribuito a raccogliere 9.600 ton-
nellate di cibo. Con loro anche
una quindicina tra consiglieri co-
munali, assessori e sindaco del co-
mune di Bologna che hanno preso
in consegna il Conad di via Ober-
dan alternandosi come volontari.
Tutti presenti, o quasi: Pdl, Pd,
Idv, Lega e Sel. Insieme hanno in-
dossato la pettorina gialla e si so-
no messi a lavorare.
Stesso copione a Firenze dove
i consiglieri di ogni schieramento,
guidati dal presidente del Consi-
glio comunale Eugenio Giani, si
sono avvicendati all’Esselunga del
Gignoro. Mentre i sindaci Fassino,
Renzi e Tosi hanno benedetto
l’evento.
Facce note che si mischiano a
quelle di migliaia di volontari ita-
liani e stranieri, studenti e lavora-
tori, scout e musulmani, tutti fe-
deli a un gesto di carità tanto
semplice quanto immediato.
S
Quest’anno l’ex capitano mi-
lanista Franco Baresi entrerà nel
carcere milanese di Opera dove,
insieme all’associazione Incontro
e Presenza, farà la Colletta tra i
detenuti che da alcuni anni hanno
deciso di donare parte della pro-
pria spesa settimanale. Stessa cosa
avverrà nelle altre case circonda-
riali di Milano (che l’anno scorso
hanno raccolto 1.700 chili di ci-
bo) e nel carcere minorile di Ni-
sida, Napoli. Dentro il penitenzia-
rio o fuori dai supermercati fa lo
stesso, lo slogan del Banco Ali-
mentare non cambia. “Condivi-
dere i bisogni per condividere il
senso della vita”.
MARCO FATTORINI
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 20 NOVEMBRE 2012
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