II
CULTURA
II
Paola Ferrari eTwitter: lamorale post-Berlusconi
di
GIUSEPPE MELE
aola Ferrari, presentatrice di
Rai
Sport
e
Domenica Sportiva
,
ha
scelto male i tempi per difendere la
sua immagine. Offesa da commenti
negativi durante la trasmissione
Sta-
dio Europa
sugli Europei di calcio
2012,
si è rivoltata contro Twitter
minacciando una querela poi non
concretizzatasi. Il buffo è che per
annunciarla ha usato la piattaforma
Google di YouTube ed un’altra tra-
smissione gossipara. Su diffamazio-
ne e dintorni, nell’epoca della pri-
vacy, regna la confusione più
assoluta, mentre il pettegolio, un
tempo limitato al caffè sport e alle
portinerie, è il re dei
content
di
so-
cial network
,
comunicazioni digitali
e telefoniche e delle stesse istituzioni.
I 47 stati membri del Consiglio
d’Europa, da non confondersi con
l’Unione, si sono accorti delle grandi
differenze esistenti sulla diffamazio-
ne mediatica dei diversi paesi. La li-
bera Inghilterra ad esempio, patria
della libertà di stampa e regno del
gossip mediatico più diffuso, ha giu-
dici particolarmente severi con i ca-
lunniatori, come si è visto nel caso
intercettazioni e Murdoch. In mezzo
c’è la Francia che vorrebbe applicare
ai flussi digitali le normative severe
sulla stampa dell’800 e tutto dall’al-
tro lato, c’è l’Italia dove sono i prin-
cipali operatori di media ed istitu-
zioni ad attingere a piene mani alla
diffamazione o ad usarla come ar-
ma intimidatoria a protezione di
piccole corporazioni. Come sulla pi-
rateria informatica o la custodia dei
dati, anche sulla diffamazione, le
normative si sono date compiti so-
vrumani, chiamando aziende priva-
te, dalle tlc al bancario, ad agire con
il ruolo di pubblici ufficiali, metten-
doli sotto la spada di Damocle del
non rispetto dei confini di un trac-
ciato sospeso in aria e sottile come
la lama di un rasoio. L’obiettivo del-
la protezione dei mercati e dei con-
sumatori resta aleatorio una volta
che i primi siano naturalmente con-
taminati da mondi con diversi stan-
dard di regole ed i secondi distribui-
scano essi stessi i propri dati
nell’interattività generale. Le leggi
ed i ben diversi risarcimenti ai ca-
lunniati stanno producendo un mer-
cato di turisti di aule giudiziarie, il
cosidetto
libel tourism
.
Si va a fare
causa dove si è tutelati di più, sal-
tando le disattenzioni dei giudici lo-
cali. Come al solito la libertà di mo-
vimento, quando si tratta, di
persone fa scattare problemi inattesi,
quale questa libertà di movimento
per la giustizia, Non è chiaro come
farà il Cde a garantire contro risar-
cimenti non proporzionati ai danni
subiti, decisi dai giudici nazionali.
Forse esautorandoli a favore della
Corte europea dei diritti umani sem-
bra suggerire Jan Kleijssen, omologo
nel Cde alla Kroes, commissaria Ue
per società dell’informazione e In-
ternet. Nel frattempo la Ferrari po-
trebbe essere invogliata a presentare
la sua causa contro Twitter a Lon-
dra. Per l’Italia ha sbagliato i tempi.
Non è più di moda il “se non ora
quando” che vide adolescenti e tar-
done, belle e brutte, alte e basse,
brune e bionde, famose e ordinarie,
coatte e sofisticate unirsi in coro per
difendere l’oltraggio al corpo fem-
minile esibito e venduto e nel con-
tempo alzare la più grande accusa
per affondare il governo del liberti-
P
furono base degli sfottò di due ba-
roni come Galleazzi e Costanzo. È
difficile non vedere l’autosatira da
parte della lampadissima in frasi co-
me “andiamo nelle miniere sarde:
una zona d’Italia che da qualche set-
timana è sotto la luce dei riflettori”.
La tv, abituata ai televoti di Sanre-
mo, in futuro dovrà confrontarsi
con l’interattività digitale nella
tv
connected
.
Alla prima critica le star
tv padrone del microfono, non pos-
sono chiedere il contraddittorio;
semmai accettare i fischi dei cinguet-
tatori in nome di un’utenza scoccia-
ta di vedere trasmissioni must, stra-
ziate per motivi extraredazionali e
veline ascendere a giornaliste. Sesso,
gonna corta, scollature se c’è il cal-
cio, forse, non sono indispensabili
ai dati d’ascolto. La tv sportiva,
scomparso Tosatti, già soffre di un
notevole peggioramento giornalisti-
co: perché aggravarlo con poche
competenze e abiti da
entreneuse
in-
dossati fuori tempo massimo gene-
razionale? La stretta agli utenti, già
oggi rintracciabili e punibili dalla
legge, porterebbe alla repressione
digitale stile cinese con la fine dalla
responsabilità individuale per una
di sistema, nel contesto poi dell’ob-
bligatorietà dell’azione penale. Co-
me chiedere di chiudere telefono o
fax. A parte gli interessi pubblicitari,
(«
la Ferrari ma alla fine ci hai de-
nunciati o no?»
@
alessio_88
),
la
querela annunciata sulla rete è di-
venuta sinonimo con
#
QuerelaCon-
Paola
dell’assurdità di voler denun-
ciare ogni cosa sgradita, inclusa
l’aria nel caso di grida ed ha scate-
nato ondate di conguettii: «P.F. è un
alieno punto» (
@_
vali9
); «
F. a in-
candescenza per l’ultima volta. Sta-
notte accendo una candela per so-
lidarietà»
(
@
EnricoBattista
);
«
Hanno spento il faro. Visto che
twitter serve a qualcosa?» (
@
fra_fu-
ma
); «
Quando io facevo le scuole
medie la F. aveva già 50 anni»
(
@
paolocercato
); «
la F., clamorosa
la vittoria della roma. Mi chiedo chi
l’abbia messa lì. La casta dei gior-
nalisti sportivi» (
@
marcoleone1
);
«
Da domani non più in vendita le
lampadine a incandescenza. Lutto
nello studio Rai» (
@
SatirSfaction
);
«
alla F. hanno tolto lo sfondo bian-
co» (
@
ab_qualcosa
); «
Sono autole-
sionistico stasera. Accendo la tv e
affronto la visione» (
@
mausat7
); «
a
guardarla più di 3 secondi, vengono
male agli occhi!?» (
@
Mandirola
);
«
guardatemi, non sono rifatta»
(
@
myredona
); «
Barbie P.F.!!» (
@
Sy-
ria
); «
Io da grande voglio fare la F.
del quartiere» (
@
Candeggina
);
«
vanno di moda i colori fluo, ma
vogliamo parlare delle ciocche giallo
paglierino» (
@
fredcic
); «
il faro di
P.F.è
sparito
davvero?»
(
@
lord_tvblog
); «
Consuma più
energia elettrica il faro che illumina
F. in un minuto che il Botswana in
un decennio» (
@
twitstupidario
);
«
P.F.must have been hot like 20 ye-
ars ago. Now she looks scary»
(
@
slowriot23
).
Senza querele, all’ac-
cusa di essere rifatta la nostra ha
usato la difesa sussiegosa della di-
gnità dell’
habeas corpus
con l’espo-
sizione universale estiva sulle sue
pagine Facebook delle foto balneari,
prova provata della genuinità del
decoltè. Abbronzato, lampado, spa-
rato, farato, succinto, attempato ma
non manomesso, neanche medical-
mente. Così la rivolta delle donne
si è fatta la rivolta delle tette.
La presentatrice di Rai
Sport e Domenica
Sportiva, ha scelto male
i tempi per difendere
la sua immagine. Offesa
da commenti negativi
durante la trasmissione
Stadio Europa
sugli Europei di calcio
2012,
si è rivoltata
controTwitter
minacciando una querela
poi non concretizzatasi.
Forse perché non è più
di moda il “se non ora
quando”che vide
adolescenti e tardone,
belle e brutte, alte
e basse, brune e bionde,
famose e ordinarie,
coatte e sofisticate unirsi
in coro per difendere
l’oltraggio al corpo
femminile esibito
e venduto
e nel contempo alzare
la più grande accusa
per affondare il governo
del libertino Berlusconi
no Berlusconi. Il mito dello scempio
di donne è uscito dalle cronache po-
litiche, come quello degli sms a raf-
fica. La crisi ha reimposto la voglia
di distrarsi in locali pomeridiani, in
balere serali ed in notturne disco
con i soliti festival e contest di veli-
ne, miss provinciali e non; con le
mille passerelle di succinta bianche-
ria intima da guardone occhio di
bue dei Greggio e Bonolis. Nelle
smart cities
,
cioè le città sorvegliate
a vista da migliaia di telecamere, im-
perversa il fenomeno tripartisan,
sotto ogni cielo della politica, a Ro-
ma, Firenze e Torino, del Grande
Coito, amplessi sul selciato tra la
folla. Un genere da suggerire a En-
demol, se comprerà
La7
,
per sosti-
tuire il Grande Fratello, in attesa che
i lassativi pubblicitari, dentro e fuori
gli spot lancino l’erede immediato,
il Grande Cesso. La Ferrari ha man-
cato quindi i tempi per la solidarietà
femminile, già messa in campo solo
per una precisa campagna politica.
Si è offesa per le critiche rivoltele
per troppi trucco e lampada. Si po-
trebbe obiettare che durante i mon-
diali di calcio i medesimi argomenti
L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE 2012
7