ntendiamoci, dovendo esprimere una sin-
cera opinione a freddo e ora che sono tra-
scorse un po’ di settimane, non sono stati op-
portuni né l’ormai famoso film su Maometto,
né tantomeno le successive vignette osé della
rivista satirica
Charlie Hebdo
,
dato che gli
integralisti islamici avevano già scatenato be-
stialità per la pellicola. Conosciamo bene la
suscettibilità di questi ultimi, che non vedono
l’ora di un nostro passo falso, per attaccarci:
perciò anche la libertà d’espressione dovrebbe
essere guidata dal buon senso da parte di chi
la conosce autenticamente; conosciamo bene
anche le esigue, esplicite opposizioni ai fana-
tici da parte della maggioranza “moderata”
dei musulmani. È anche
vero che è ovviamente
sbagliato offendere i sen-
timenti religiosi altrui.
Tuttavia, è altrettanto
semplicemente scandaloso
che l’Unione europea vo-
glia bandire il vilipendio
delle religioni, non per
sincero convincimento,
evidentemente, bensì solo
a seguito delle violenze
islamiche contro la nostra
libertà d’espressione. In-
fatti il 20 settembre, l’Alto
Rappresentante per gli Af-
fari Esteri e della Sicurezza Baronessa Cathe-
rine Ashton ha sottoscritto una dichiarazione
congiunta a tale scopo assieme all’Organiz-
zazione della Cooperazione Islamica, alla Le-
ga Araba e all’Unione Africana. Non solo,
nel testo si accredita la tesi del terrorismo co-
me “reattivo” a film e vignette, e non aggres-
I
sivo, mettendo sullo stesso piano il terrorismo
islamico e la satira sull’islam: essi sono definiti
nel documento pilatescamente “estremismi
da entrambi i lati”. Come se un video e delle
caricature fossero paragonabili alla perdita
della vita umana.
La stessa cosa è stata fatta verbalmente
persino dal nostro ministro degli Esteri Giulio
Terzi, proprio nei giorni della dichiarazione
“
euro-araba” (o “euaraba”, ovviamente dal
termine fallaciano Eurabia?!). Terzi ha anche
ricordato che da noi, il vilipendio delle reli-
gioni è un reato.
Ebbene, se l’Unione europea ha davvero
a cuore il dialogo, la pace, la convivenza
con le persone perbene di
religione musulmana,
non è certo accondiscen-
dendo al desiderio di co-
loro che Magdi Cristiano
Allam chiama “taglialin-
gua” (più subdoli e per-
ciò più pericolosi dei “ta-
gliagole”), che li favorirà;
non li favorirà certo di-
cendo che l’islam è tutto
“
peace & love”. E un
modo per favorire il dia-
logo, la pace, la convi-
venza con le persone di
religione musulmana, sa-
rebbe quello di smetterla di discutere della
questione “video/vignette blasfemi” su Mao-
metto. Perché non si può andare avanti in
eterno a parlarne, a meno che non si voglia
la resa dei conti finale con i musulmani (ol-
tre che annoiare a morte).
el Pdl post governativo non ci sorpren-
de il disfacimento in corso, quanto l’in-
vincibile inerzia con cui esso viene subito.
Non uno, da Alfano agli ex colonnelli di An,
passando dalla pattuglia socialista capeg-
giata da Cicchitto, che abbia un’idea di come
sopravvivere a un Cav sempre più neghittoso
e disimpegnato, consapevole di una forza
che adesso è troppo tardi per chiunque, in
quel non partito, pensar di sfidare: Berlu-
sconi trascinerà tutti con sé ovunque andrà,
incluso l’inferno.
È il contrappasso di aver concesso
troppo, tutto, ai capricci del fondatore,
in una condizione di indifferenza, talvolta
di scherno, alla realtà
difficile del paese, che
nel frattempo rischiava
la malora. Oggi il Pdl è
un partito fallito di un
fallimento irredimibile
sul piano politico, per
aver fatto strame della
responsabilità mentre
era al governo e di de-
coro e democrazia men-
tre era al sottogoverno
ad ogni livello istituzio-
nale nel paese.
Il puntiglio ha spinto
alcune ottime professio-
nalità politiche che ancora si annoverano
tra le sue fila, la pusillanimità o la conve-
nienza tutti gli altri, a non discutere la lea-
dership di Arcore per non discutere il partito.
Finiranno tutti orfani del primo e naufraghi
del secondo. A Berlusconi non serve alcuno
dei dirigenti del Pdl per simulare un’opera-
D
zione di ripulitura e tornare in Parlamento
con niente più del necessario a condizionare
un’eventuale futura maggioranza grancoa-
lizionista: 50 deputati.
E anche se l’ex premier togliesse l’inco-
modo della sua presenza, La Russa, Cicchit-
to e Alfano non sarebbero per questo più
“
alleabili” in un’operazione di ricostruzione
dell’area liberalconservatrice che partisse
dal centro. Tutt’altro, sarebbero anche meno
presentabili. Berlusconi, in fin dei conti, era
il migliore di loro. Perciò, del Pdl e di quel
che ne resterà, nessuno saprà che farsene,
neppure i suoi attuali reggenti e reggicoda.
Tutto ciò che si intuisce, nelle nebbie di
questa fine legislatura, è
che i protagonisti di quel-
l’esperienza vanno mar-
ginalizzati e messi in con-
dizione di non arrecare
ulteriore danno all’Italia,
strutturando un’offerta
politica che faccia davve-
ro le cose che quelli per
anni hanno fatto per fin-
ta: un soggetto scalabile,
aperto e inclusivo, che
miri a raccogliere il con-
senso attraverso un’idea
di paese alternativa a
quella socialista e un ceto
politico responsabile e credibile.
Senza porsi inutili problemi di posizio-
namento. Non si sta né al centro, né a destra,
né sopra né sotto, ma nell’Italia della crisi
economica, nell’anno 2012 dopo Cristo.
LUCIO SCUDIERO
Il tracollo di un Pdl
ancorato a Berlusconi
Un partito senza Cav
non avrebbe senso,
considerando
che la sua figura
primeggiava rispetto
alle altre.Tutto nasce
con lui e morirà
inevitabilmente con lui
La satira e il terrorismo
non sono affatto uguali
Una dichiarazione
del mese scorso sancisce
che il terrismo islamico
è considerabile
come una legittima
reazione a vignette
e film che irridono
la religione musulmana
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 9 OTTOBRE 2012
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