tiamo assistendo a una vera e propria ese-
cuzione pubblica vecchio stile. Il patibolo
è stato approntato, i boia, i media e i giornali
hanno già inferto il primo colpo di scure. (...).
Stiamo parlando di Alex Schwazer (...), di-
ventato in poche ora l’emblema della diso-
nestà sportiva a livello internazionale per
aver fatto uso di Epo. Tra lo scuotimento ge-
nerale di teste, si sprecano i giudizi e le con-
danne che sanno molto di giustizia sommaria,
quella che a noi italiani piace molto elargire
a piene mani. Dalle cattedre dei nostri baretti
dello sport, i soliti “indignados” non aspet-
tano altro che trovare un capro espiatorio
per alienare da sé stessi la debolezza umana
che inevitabilmente ci sta
attaccata alle calcagna, e
che piuttosto farci medi-
tare sui nostri limiti, e ma-
gari (la dico grossa) farci
provare un briciolo di mi-
sericordia, diviene l’enne-
sima occasione per sentir-
ci migliori del disgraziato
di turno. Ora deve paga-
re! Deve morire! (...). Ma
la domanda ora è: quale
coscienza hanno questi si-
gnori e maestri dell’one-
stà? Come si può fare uno
scarica barile di tali di-
mensioni? Ora tutti gettano la responsabilità
su di lui, alzano le mani tirandosene fuori.
Oltre alla già grande delusione che questo
giovane ha provato per il suo che, non lo
mettiamo in dubbio, è stato un errore ma-
dornale, e di una certa gravità, non credo sia
necessario gonfiarlo più del dovuto. O forse
S
lo si vuole spingere alla disperazione? Come
l’allora campione del ciclismo Marco Panta-
ni? Fino a quando era sul podio osannato
dalle folle, e incensato dai giornalisti sportivi
e cinque minuti dopo schifato come il peg-
giore degli assassini per un problema di dro-
ga, in primis da questi maledetti media, che
riescono a velocità interstellare a distruggere
non solo la carriera di uno sportivo ma la vi-
ta di un uomo che già deve combattere con
i propri gravi errori. (...)Si cavalca l’onda del
successo degli sportivi, ma si è pronti ad ab-
bandonarli in pasto ai leoni se sbagliano e ci
fanno fare figuracce. Dov’è l’etica sportiva?
(...) Dov’era il Coni e la Fidal prima che in-
tervenisse con un control-
lo a sorpresa l’agenzia
mondiale antidoping?
Perché Schwazer non è
stato seguito, controllato,
assistito come avrebbe
dovuto? Come lo ha ge-
stito la federazione, sulla
quale, soprattutto negli
anni di preparazione alle
olimpiadi, il Coni dovreb-
be vigilare? (...) Il mondo
è impietoso, non c’è mi-
sericordia né redenzione
in questa concezione mo-
derna dello sport, in cui
viene accantonata l’umanità per costruire
un’immagine semidivina di un eroe che non
può sbagliare, non deve sbagliare: perfino lo
sport ha bisogno di essere risanato dalla Mi-
sericordia di Dio.
ISACCOTACCONI
campariedemaistre.it
è bisogno della Metafisica del Sesso
di Julius Evola per mettere un po’ di
ordine intorno a quello che (...) è conosciu-
to come il “mestiere più antico del mondo”
(...): «L’atto sessuale tra un uomo e la sa-
cerdotessa era il mezzo per ricevere la gnosi,
per fare esperienza del divino [...]. Il corpo
della sacerdotessa diventava, in modo im-
pensabile per il mondo occidentale contem-
poraneo, letteralmente e metaforicamente
una via per entrare in rapporto con gli dei
[...]».(...) La sessuofobia contemporanea,
quindi, non è che (...) un riflesso condizio-
nato di quel naturale timore reverenziale
che ogni maschio di potere prova nei con-
fronti di una donna libe-
ra e del suo corpo. (...)
Ma c’è anche la tolleran-
za. (...) Le prostitute so-
no sempre state tollerate,
spesso utilizzate per le
“necessità corporali” di
papi, confratelli e prelati,
come monito del peccato
ma anche della possibile
redenzione, incarnata
dalla sempiterna Madda-
lena. Tolleranza non vuol
dire uguaglianza, però.
Anzi. La condizione di
minorità, di clandestinità
professionale, di oscurità sociale è essen-
ziale, per il monito. (...) Quello che disarma,
come al solito, è la nullità culturale e la sud-
ditanza politica espressa dai sinistri mora-
lizzatori che si ergono a paladini dei diritti
della donna, con la “d” maiuscola. (...)
L’ultima della lista è la neo-portavoce
C’
del governo Hollande, Najat Vallaud-Bel-
kacem, che ha dichiarato: «Non si tratta di
sapere se vogliamo abolire la prostituzione,
ma di trovare gli strumenti per farlo». Le
“sex workers” di Francia (...), sono scese
in piazza per protestare, volto coperto da
maschere di plastica e lavagnetta al collo
con su scritto: “Non siete voi a riempirmi
il frigo, a pagarmi le bollette, perciò non
potete parlare”.
In Italia la senatrice radicale Poretti, che
ha proposto un disegno di legge per la le-
galizzazione della prostituzione, ha fatto i
conti: «70mila prostitute presenti nel nostro
Paese per 9 milioni di clienti e un costo me-
dio per prestazione di 30
euro fa un giro d’affari,
sicuramente per difetto,
di 90 milioni al mese, ol-
tre un miliardo l’anno».
In tempi di crisi nera for-
se è meglio tassare l’ipo-
crisia di Stato, visto che
la prostituzione in sé
non è reato, piuttosto
che strangolare imprese
e pensionati.
(...)A Ravenna il sin-
daco Matteucci ha an-
nunciato recentemente il
progetto per la “zonizza-
zione” della città, prevedendo alcune zone
illuminate e sicure per farle lavorare in san-
ta pace. (...). In tempi normali sarebbe una
battaglia persa in partenza, chissà se la fame
si dimostra catartica.
ORIONE
www.thefrontpage.it
Fenomeno prostituzione
tramorale, cultura e crisi
Lamarcia di Schwazer
da supereroe a criminale
Non c’è misericordia
in questa concezione
moderna dello sport,
in cui viene accantonata
l’umanità per costruire
un’immagine semidivina
di un eroe che non può,
non deve sbagliare
La sessuofobia
contemporanea
è un riflesso di quel
timore reverenziale
che ogni maschio
di potere prova
nei confronti
di una donna libera
L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 9 AGOSTO 2012
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