no spettro in loden si aggira per l’Eu-
ropa: è quello di Mario Monti, che
sta minando la credibilità delle classi po-
litiche europee di Italia e Spagna, i due
grandi paesi dell’eurozona che più scon-
tano la crisi economica-finanziaria e, con-
seguentemente, di credito politico. Alcuni
recentissimi sondaggi commissionati da
importanti testate iberiche rivelano che
la maggioranza degli spagnoli, dopo ap-
pena sette mesi, vorrebbe già mandare a
casa Mariano Rajoy, eletto con il 44,62%
dei voti. Il Partito Popolare, secondo
El
Pais
, ha perso 16 punti e ora è al 30% dei
consensi. Persino il filo-governativo
El
Mundo
dà il Pp in ca-
duta libera, sottolinean-
do però che nemmeno il
principale partito di op-
posizione, il Psoe di Ru-
bacalba, gode di ottima
salute. Ma è
La Van-
guardiaa
fornire il dato
più eclatante: il 62%
degli spagnoli preferi-
rebbe a Rajoy un pre-
mier tecnico. Un “Mon-
ti iberico”, insomma.
L’interpretazione di que-
st’ultimo dato l’ha sug-
gerita lo stesso premier
italiano in un’intervista radiofonica:
«Queste cose - ha detto – sembrano solo
fatti di costume o battute di spirito ma
contengono un elemento molto interes-
sante: stanno cadendo i confini anche tra
le politiche nazionali, per cui il destino di
ognuno dei nostri paesi dipende anche
U
dalla capacità degli altri di governare».
Monti può ancora vantare un rassicurante
43% di fiducia da parte dei propri con-
cittadini (sondaggio Emg). Certo, molto
meno dei picchi del 60-65% di quando si
insediò a Palazzo Chigi. Ma da novembre
a oggi, sotto i ponti sono passate le mi-
sure di austerità, le bizze dei mercati e i
capricci della strana maggioranza che so-
stiene il governo. A proposito di partiti:
nessuna delle due principali forze politiche
italiane attualmente arriva a sfondare la
soglia del 30%. Il Pd si ferma infatti al
27,9% mentre il Pdl si attesta al 20,3%.
Esattamente la stessa sfiducia nella poli-
tica che c’è in Spagna.
Gli iberici vorrebbero
essere rassicurati. Ras-
sicurati dal fatto di ave-
re un maggior peso po-
litico in Europa, nel
momento in cui proprio
in Europa si decidono le
sorti nazionali. Esatta-
mente il tipo di appor-
to, tutto politico, che
Monti dà all’Italia nella
consapevolezza di aver
fatto i compiti a casa.
Perché questa oggi sem-
bra la morale della fa-
vola: la credibilità politica non è appan-
naggio di chi è investito di un mandato
elettorale, ma di chi sembra in grado di
esercitare un potere reale e riconosciuto
in difesa dell’interesse nazionale.
LUIGI QUERCETTI
www.libertiamo.it
a legge elettorale non è il più grande
dei problemi di questo paese. E sen-
z’altro non è quello avvertito maggior-
mente dagli italiani. Tuttavia è un proble-
ma importante e va affrontato e risolto.
Anche su questo si gioca la capacità della
politica di riguadagnare credibilità. Il pre-
sidente della repubblica, che è un uomo
del novecento, un comunista con il senso
dello stato e del popolo, lo ha capito e ha
perciò suonato la sveglia ai partiti. O me-
glio, al suo partito di provenienza, il Pd.
Il capo dello Stato ha ricordato che i venti
giorni trascorsi dalla sua lettera del 9 lu-
glio sono passati invano, visto che in Par-
lamento non è ancora
iniziato l’esame di un
progetto di legge eletto-
rale sulla base dell’au-
spicabile intesa che pure
è stata più volte annun-
ciata come imminente
dalle forze politiche di
maggioranza. Il presi-
dente della repubblica
ha osservato con dispia-
cere che le posizioni re-
stano distanti, e che non
si è riusciti a formaliz-
zare neppure un testo di
riforma «largamente
condiviso, anche se non definito su alcuni
punti ancora controversi». Non si può
trascurare la convergenza tra l’iniziativa
politica del Popolo della Libertà e le pa-
role di Napolitano. Come è stato spiegato
nelle scorse ore da Claudio Scajola e Gae-
tano Quagliariello, l’iniziativa parlamen-
L
tare annunciata dal Pdl al Senato va pro-
prio nella direzione indicata dal presidente
della Repubblica, visto che il testo elabo-
rato è aperto ai contributi del Pd ed è già,
appunto, condiviso in molte sue parti an-
che se restano punti controversi da ap-
profondire. Non ha senso definirla una
forzatura, come fa il Pd. D’altra parte non
si può discutere all’infinito, occorre a un
certo punto confrontarsi con una propo-
sta. E quale sede è più opportuna del Se-
nato, ovvero del Parlamento? È nell’inte-
resse del paese e di chi governerà, dunque
anche del Pd se Bersani è realmente con-
vinto di vincere le prossime elezioni, evi-
tare meccanismi che co-
stringano ancora una
volta a coalizioni che di
fatto non esistono più e
al medesimo tempo
mantenere come stella
polare un riavvicina-
mento dei cittadini alla
politica attraverso mo-
dalità più incisive di
scelta dei membri del
parlamento. Bersani è
solleticato dall’idea di
anticipare il voto per
proporsi con un’Armata
Brancaleone alle elezio-
ni, bruciando sulla scorta dell’incedere
degli eventi le primarie e il confronto con
Matteo Renzi? Il voto anticipato non fa-
rebbe bene all’Italia. Napolitano lo sa e
per questo non lo permetterà.
ANDREA CAMAIORA
www.caravella.eu
Riformare il Porcellum:
il Colle appoggia il Pdl
C’è convergenza
tra Popolo della Libertà
e presidente. Il testo
di riforma elaborato
al Senato è aperto
ai contributi del Pd
ed è già condiviso
in molte sue parti
Gli spagnoli alla ricerca
di un leader comeMonti
Secondo gli ulitmi
sondaggi gran parte
degli elettori, dopo soli
sette mesi, vorrebbe
mandare a casa Rajoy.
Il 62%preferirebbe un
premier tecnico forte
e autorevole in Europa
L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 2 AGOSTO 2012
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