rmai non è una novità che la Gran
Bretagna sia succube della sharia e de-
gli estremisti islamici. Sia per le dichiara-
zioni “ecumeniche” di alcune sue persona-
lità politiche e religiose, sia più in concreto
per dei provvedimenti islamically correct
che qui sono stati presi, peraltro senza che
nessuno nella comunità internazionale ab-
bia battuto ciglio (la stessa Onu il 2 agosto
del 1990 ha equiparato “la libertà dell’uo-
mo islamico di seguire la umma”, cioè la
comunità islamica basata sulla sharia, alla
Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo).
Sull’isola vi sono già ben 85 tribunali
islamici attivi (e persino gli inglesi, a quanto
pare, vi ricorrono per ot-
tenere divorzi più velo-
ci!). In questo periodo è
stata persino avanzata
una proposta di legge
per consentire la poliga-
mia, abrogando la nor-
ma ancora esistente che
la considera reato e di
cui si fanno bellamente
potenti baffi le corti isla-
miche. D’altra parte in
Gran Bretagna è stata
lanciata anche l’idea di
un assegno di manteni-
mento per le mogli di
uomini poligami, no?
Non è finita. Nel paese di Sua Maestà
britannica sono diffusamente tollerate tutte
le mutilazioni sessuali, fino all’infibulazione
(che però non riguarda solo le donne mu-
sulmane, ma anche cristiane, ebree, animiste
africane). Per fortuna almeno questo feno-
O
meno sta indignando non poco gli inglesi.
Non poteva mancare l’indottrinamento
dei bambini musulmani a scuola attraverso
le madrasse, dove essi imparano che sono
haram (“peccato”) la musica e la ginnastica
delle ragazzine (al limite “praticabile” in-
dossando il velo); dove la letteratura inglese
è ridotta ad 1/5, dove si insegna di fatto so-
lo la storia islamica del califfato (che i fa-
natici islamici sperano d’introdurre in Eu-
ropa!) e che la scienza è inutile perché il
mondo l’ha creato Allah. E il discorso è
chiuso, se non si vuole pure essere tacciati
di blesfemia/apostasia. Il “programma” isla-
mically correct si trova tranquillamente su
un network chiamato
Saudi Students Schools
and Clubs, a cui fanno
riferimento 40 scuole
islamiche part-time e le-
gato all’Ufficio culturale
dell’Arabia Saudita, ov-
vero il primo regime isla-
mico che sarebbe stato
opportuno spazzare via,
per un’autentica “Prima-
vera araba”... Se non
fosse per il solito cinico
giogo dei petrodollari e
per il fatto che l’Arabia
è la culla dell’islam. Che
dire dunque per concludere?
God saves
Great Britain from the Islamic extremism
and from itself
(anche perchè gli attentatori
islamici del 7 luglio 2005 a Londra erano
tutti cittadini britannici)!
ALESSANDRA BOGA
www.iljester.it
aul Ryan, il candidato alla vicepresi-
denza degli Stati Uniti in tandem con
Mitt Romney, non ha solo 42 anni ed una
capacità oratoria tale da infiammare la
convention repubblicana di Tampa: ha
anche un profilo culturale e programma-
tico molto netto, ben riassunto in
“The
Path to Prosperity“
(anche detto Piano
Ryan, essendo il deputato presidente della
Commissione Bilancio della Camera dei
Rappresentanti), la controproposta par-
lamentare repubblicana alle scelte di bud-
get assunte da Barack Obama negli ultimi
due anni.
Il piano ha sollevato numerose critiche
“a sinistra”, avendo
non solo proposto
l’abolizione della rifor-
ma sanitaria di Obama,
ma addirittura il supe-
ramento degli attuali
programmi di assistenza
Medicare e Medicaid,
oltre ad un percorso se-
vero di riduzione della
spesa pubblica, il taglio
delle aliquote delle im-
poste sul reddito e il di-
sboscamento della giun-
gla di deduzioni e
detrazioni fiscali.
Se l’Heritage Foundation considera il
Piano Ryan «un vero progresso per af-
frontare le sfide fiscali ed economiche del-
la nazione», Paul Krugman l’ha definito
«ridicolo e senzacuore»: non si tratta dun-
que di un programma centrista rivolto
agli elettori indecisi e mediani, ma di una
P
ricetta marcatamente liberista di politica
fiscale, capace di radicalizzare il confronto
elettorale ed offrire agli americani una
visione opposta al modello Obama.
Piaccia o meno, gli attori politici sta-
tunitensi si confrontano seriamente sulla
politica economica da adottare dal 2013
in poi, su come risalire la china di una cri-
si epocale che ha bruciato decine di mi-
lioni di posti di lavoro, che dall’America
si è propagata nel mondo e che in Ame-
rica potrebbe trovare la chiave della sua
soluzione.
Avremmo bisogno, anche in Italia, fin
dalle prossime elezioni politiche, di visioni
e programmi più nitidi
e confrontabili. Anzi,
probabilmente avrem-
mo banalmente bisogno
di visioni.
Sarebbe auspicabile
che l’opinione pubblica,
i mezzi d’informazione
e gli investitori del no-
stro debito pubblico
fossero messi in condi-
zione di valutare – an-
che con numeri alla ma-
no – le reali differenze
tra offerte politiche
contrapposte. Fanta-
scienza? Forse.
O forse è fantascientifico il dibattito
politico che ci ritroviamo, mentre quello
americano è la realtà. Scegliete voi, io op-
to per la seconda versione.
PIERCAMILLO FALASCA
www.libertiamo.it
Meglio visioni opposte
dell’Italia senza visioni
Sarebbe auspicabile
che l’opinione pubblica
e i mezzi d’informazione
fossero messi
in condizione di valutare
– numeri alla mano –
le reali differenze
tra le offerte politiche
Povera Gran Bretagna
islamicamente corretta
Il Regno Unito è ormai
succube della sharia
e degli estremisti islamici.
Sia per le dichiarazioni
“ecumeniche”di alcune
sue personalità politiche
e religiose, sia per alcuni
ultimi provvedimenti...
L’OPINIONE delle Libertà
SABATO 1 SETTEMBRE 2012
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