Direttore ARTURO DIACONALE
        
        
          Fondato nel 1847 - Anno XVIII  N.26 - Euro 1,00
        
        
          DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 - DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale
        
        
          Venerdì 1 Febbraio 2013
        
        
          delle Libertà
        
        
          
            Chiesa, Europa, giustizia: i tre chiarimenti politici
          
        
        
          on è vero che questa campa-
        
        
          gna elettorale non serva a nul-
        
        
          la visto che pare destinata a pro-
        
        
          durre solo ingovernabilità ed a
        
        
          creare le condizioni per rendere bre-
        
        
          vissima la prossima legislatura. Sarà
        
        
          pure vero che questo sarà il risulta-
        
        
          to finale e più significativo, ma è al-
        
        
          trettanto vero che qualche risultato,
        
        
          parziale ma importante, è già stato
        
        
          ottenuto sul piano del chiarimento
        
        
          di alcune questioni fino ad ora mol-
        
        
          to oscure e confuse. E sarebbe sba-
        
        
          gliato non tenerne conto. Perché la
        
        
          probabile prossima ingovernabilità
        
        
          potrà essere curata anche grazie a
        
        
          questi significativi chiarimenti.
        
        
          Il primo riguarda il ruolo sostan-
        
        
          
            N
          
        
        
          zialmente inesistente giocato dalla
        
        
          Chiesa nella partita elettorale in
        
        
          corso. I tempi del partito unico dei
        
        
          cattolici sembrano lontani quanto
        
        
          il Medio Evo. Ed anche il tempo
        
        
          della strategia di infiltrazione e di
        
        
          condizionamento delle maggiori
        
        
          forte politiche da parte dei cattolici
        
        
          portata avanti con impegno ed in-
        
        
          telligenza dal Cardinale Ruini ap-
        
        
          pare ormai irrimediabilmente pas-
        
        
          sato. Questo è il tempo della
        
        
          frantumazione del mondo cattolico,
        
        
          che aveva tentato nei mesi scorsi di
        
        
          percorrere la strada del ricompat-
        
        
          tamento all’insegna del neo-centri-
        
        
          smo, ma che ben presto ha dovuto
        
        
          prendere atto della impraticabilità
        
        
          di un percorso del genere. Ne con-
        
        
          segue che ad influire sulla campa-
        
        
          gna elettorale non è il mondo cat-
        
        
          tolico ma le sue divisioni e
        
        
          lacerazioni. Con la conseguenza che
        
        
          il neo-centrismo oggi espresso da
        
        
          Mario Monti non ha alcuna spinta
        
        
          propulsiva ed i cattolici, estromessi
        
        
          dal Pd, inesistenti nel resto della si-
        
        
          nistra, marginalizzati dai tecnici al
        
        
          centro, hanno una qualche presenza
        
        
          significativa solo nel Pdl. E solo per-
        
        
          ché nel partito di Berlusconi la vec-
        
        
          chia classe dirigente si è arroccata
        
        
          su se stessa e di questa classe diri-
        
        
          gente fanno ancora parte i cattolici
        
        
          dell’era Ruini.
        
        
          Il secondo ed importante chia-
        
        
          rimento riguarda il rapporto tra il
        
        
          nostro paese e l’Europa. Un rappor-
        
        
          to che al di là degli europeismi di
        
        
          maniera e di facciata espressi da tut-
        
        
          te le forze politiche in campo (so-
        
        
          prattutto quelle di sinistra) appare
        
        
          ogni giorno di più come un rappor-
        
        
          to di subalternità e di dipendenza.
        
        
          Le sortite di questo o quel esponen-
        
        
          te politico europeo in favore di
        
        
          Monti, contro Berlusconi e di pre-
        
        
          occupazione per la presenza di Ven-
        
        
          dola accanto a Bersani non sono
        
        
          solo dei boomerang che danneggia-
        
        
          no Monti, sostengono Berlusconi
        
        
          ed aiutano Vendola ma sono il se-
        
        
          gno preciso della convinzione...
        
        
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            Berlusconi, il Pdl e il vecchiomodo di fare politica
          
        
        
          e parole di stima e apprezza-
        
        
          mento che Silvio Berlusconi mi
        
        
          ha rivolto ieri fanno piacere e te-
        
        
          stimoniano che, nonostante la
        
        
          scelta di uscire dal Pdl, rimane la
        
        
          riconoscenza di un percorso co-
        
        
          mune fatto insieme in questi anni.
        
        
          La decisione di fondare Fratelli
        
        
          d’Italia, insieme a Guido Crosetto
        
        
          e Ignazio La Russa, non inficia il
        
        
          mio rispetto nei confronti dell’ex
        
        
          presidente del Consiglio, ma ac-
        
        
          centua il rammarico per ciò che
        
        
          questa stagione politica poteva es-
        
        
          sere e non è stata in termini di rin-
        
        
          novamento dell’Italia. La mia è
        
        
          stata una decisione che Berlusconi
        
        
          non ha mai compreso fino in fon-
        
        
          
            L
          
        
        
          do (e non poteva essere altrimen-
        
        
          ti), non avendo mai capito vera-
        
        
          mente l’abisso che ormai separa
        
        
          l’idea di un centrodestra moderno
        
        
          da ciò che è diventato il Pdl oggi,
        
        
          non solo per colpa di Berlusconi.
        
        
          Ho cercato di mostrare a Berlu-
        
        
          sconi un’altra narrazione possibile
        
        
          rispetto a ciò che i suoi avviluppati
        
        
          consiglieri continuavano a raccon-
        
        
          targli e cioè che un partito non è
        
        
          una corte decadente al seguito di
        
        
          un monarca bizzarro, né un comi-
        
        
          tato d’affari in mano a faccendieri
        
        
          e scarsi replicanti, ma lo strumen-
        
        
          to essenziale, in una democrazia,
        
        
          di mediazione tra società e politica
        
        
          e, per questo, è fondamentale eser-
        
        
          citare il ruolo di selezione della
        
        
          classe dirigente.
        
        
          Io, Crosetto e La Russa, avrem-
        
        
          mo potuto comodamente rimane-
        
        
          re in questo contenitore, forti dei
        
        
          nostri ruoli e delle garanzie avute.
        
        
          Abbiamo deciso di rimetterci in
        
        
          gioco e fondare Fratelli d’Italia,
        
        
          un centrodestra “a testa alta” che
        
        
          potesse riaccendere l’energia, la vi-
        
        
          talità e l’orgoglio nella nostra gen-
        
        
          te, prima ancora che in noi stessi.
        
        
          Berlusconi, insieme alle genti-
        
        
          lezze, ha detto anche che rappre-
        
        
          sento un modo vecchio di conce-
        
        
          pire la politica. Se per vecchio si
        
        
          intende sognare un Parlamento
        
        
          fatto di persone oneste e capaci,
        
        
          preparate e con il consenso degli
        
        
          italiani, e non di veline e perso-
        
        
          naggi da rotocalco senza alcun ra-
        
        
          dicamento territoriale; se per vec-
        
        
          chio si intende che tutte le scelte
        
        
          debbano essere rimesse nelle mani
        
        
          degli italiani e a decidere non sia-
        
        
          no cinque persone chiuse in una
        
        
          stanza; se per vecchio si intende
        
        
          che il partito sia uno strumento e
        
        
          non un fine, fondato sulla parte-
        
        
          cipazione e non su decisioni...
        
        
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          di
        
        
          
            GIORGIA MELONI
          
        
        
          Si è giovani quando
        
        
          si anticipa il tempo
        
        
          che scorre. Senza
        
        
          negarlo, ma donando
        
        
          a un’idea più grande
        
        
          quello che si è imparato.
        
        
          Vecchio è chi conserva,
        
        
          chi non trasforma,
        
        
          chi s’abbarbica al molo
        
        
          se il mare entra in porto
        
        
          di
        
        
          
            ARTURO DIACONALE
          
        
        
          In questa campagna
        
        
          elettorale qualche
        
        
          risultato, parziale
        
        
          ma importante, è già
        
        
          stato ottenuto sul piano
        
        
          del chiarimento di alcune
        
        
          questioni fino ad ora
        
        
          molto oscure e confuse.
        
        
          E sarebbe sbagliato
        
        
          non tenerne conto
        
        
          
            Monti incercadellabenedizioneUe
          
        
        
          K
        
        
          
            Mario Monti vola a Berlino per
          
        
        
          
            la fase più importante della sua campa-
          
        
        
          
            gna elettorale: l’incontro con Angela
          
        
        
          
            Merkel. In teoria i due hanno parlato del
          
        
        
          
            bilancio dell’Unione europea. In pratica,
          
        
        
          
            sembra sempre più evidente che il pre-
          
        
        
          
            mier italiano cerca disperatamente al-
          
        
        
          
            l’estero i consensi che non è in grado di
          
        
        
          
            trovare in patria. Nella conferenza
          
        
        
          
            stampa al termine dell’incontro, Monti si
          
        
        
          
            è limitato a parlare di questioni europee.
          
        
        
          
            «
          
        
        
          
            Germania, Francia e Italia - afferma il
          
        
        
          
            presidente del Consiglio italiano - sono i
          
        
        
          
            principali contributori netti al bilancio
          
        
        
          
            dell’Unione europea. Per l’Italia è essen-
          
        
        
          
            ziale che il prossimo bilancio europeo
          
        
        
          
            sia dotato di risorse adeguate alle ambi-
          
        
        
          
            zioni dell’Unione e promuova la crescita
          
        
        
          
            e la solidarietà». «Sono molto ottimista
          
        
        
          
            che sulla questione del bilancio Ue
          
        
        
          
            avremo successo, che troveremo un ac-
          
        
        
          
            cordo - ha aggiunto la Merkel - Certo
          
        
        
          
            questi colloqui non saranno facili e ci
          
        
        
          
            aspettiamo che l’Italia salvaguardi i pro-
          
        
        
          
            pri interessi». Domenica Monti incon-
          
        
        
          
            trerà il presidente francese Francois
          
        
        
          
            Hollande. Il tour elettorale europeo è ap-
          
        
        
          
            pena cominciato.