Il Vaticano contro il totalitarismo del Ddl Zan

mercoledì 23 giugno 2021


“La storia ci impedisce di rinchiuderci in un piacevole provincialismo”: così John Acton ha ricordato l’utilità della conoscenza storica la quale consente di evitare letture erronee del presente.

In questa direzione occorre precisare come l’intervento del Vaticano sul tema del Ddl Zan non è certo né inedita né straordinaria, poiché proprio la storia del XX secolo ha dimostrato come il Vaticano sia intervenuto ogni qual volta la libertà e la dignità umana fossero messe in pericolo dalle legislazioni dei regimi totalitari che per motivi razziali o per motivi di lotta di classe miravano alla soppressione di diritti e libertà fondamentali.

Gli esempi potrebbero essere molteplici, ma due su tutti sembrano ricordare le attuali dinamiche. Nel 1922, infatti, il Vaticano reagì contro le autorità sovietiche che avevano soppresso la libertà di coscienza, di culto e di insegnamento a danno dei fedeli russi, tanto che alla Conferenza di Genova del 10 aprile il rappresentante del Vaticano protestò formalmente contro il rappresentante dell’Urss.

Ancora nel 1937, mentre il Governo fascista si accingeva ad approvare il cosiddetto “Decreto Lessona” che introduceva il divieto di matrimoni interrazziali tra italiani e donne locali nelle colonie italiane in Africa, il Vaticano si attivò nuovamente per impedire l’intromissione dello Stato nella dimensione della coscienza e dei rapporti famigliari. Per la Chiesa, infatti, non soltanto le motivazioni razziali erano ovviamente inaccettabili, ma per di più la sfera matrimoniale non poteva essere limitata unilateralmente dallo Stato italiano proprio in virtù del Concordato del 1929.

La reazione fu affidata dal Vaticano di Pio XI al Cardinale Eugène Tisserant, segretario della Sacra Congregazione per le Chiese Orientali e al Nunzio apostolico in Italia, Francesco Borgongini Duca. Quest’ultimo affrontò il problema sia con il sottosegretario agli Interni, onorevole Guido Buffarini Guidi, sia direttamente con il ministro dell’Africa italiana, onorevole Alessandro Lessona da cui per l’appunto prendeva il nome il suddetto decreto.

Il Vaticano, infatti, non poteva tacere dinnanzi a disposizioni razziali di tal fatta che si intromettevano nei rapporti matrimoniali che per la Chiesa cattolica erano perfettamente validi ed efficaci. Alla fine, il provvedimento fu bloccato proprio in virtù del Concordato (del 1929) perché lo stesso Alessandro Lessona fu costretto a riconoscere che non si potevano vietare quei matrimoni che avevano un presupposto soprannaturale che lui stesso come cattolico non poteva negare.

Ciò che è accaduto si sta ripetendo ancora una volta, e questa volta con il Ddl Zan che non soltanto intende instituire una inquisizione arcobaleno, ma che essendo basato su un pensiero unico, di matrice nichilista, e sostanzialmente totalitario, si configura per essere una proposta di legge irrimediabilmente illiberale e anti-cristiana.

In questo senso il Vaticano ha precisato in una nota informale inviata al Governo italiano che si rischia di violare il Concordato del 1984 poiché si inserisce nei programmi curriculari scolastici la propaganda gender senza consentire alle scuole paritarie di matrice cattolica di poter essere esonerate dall’insegnamento di dottrine che nel loro contenuto sono e rimangono opposte al Cristianesimo. Oltre a ciò, con l’approvazione del Ddl Zan, rischiano di essere compresse anche la libertà di espressione, di insegnamento, di professione del proprio culto e tutta una lunga serie di principi generali dell’ordinamento e della Costituzione come già da numerose parti – anche non cattoliche – è stato evidenziato, oltre alle numerose voci critiche espresse da autorevoli giuristi come indicato dal Centro Studi Rosario Livatino.

In fondo, se la Chiesa si è espressa contro il fascismo, contro il nazismo e contro il comunismo (rispettivamente con le tre celebri encicliche “Non abbiamo bisogno” del 29 giugno 1931, “Mit Brennender Sorge” del 14 marzo 1937, “Divini Redemptoris” del 19 marzo 1937) che hanno tentato di instaurare un nuovo umanesimo anti-cristiano tramite il totalitarismo di cui sono stati massima espressione, a maggior ragione anche in questo caso non può tacere dinnanzi al mono-pensiero dell’ideologia gender che intende negare le leggi della natura, instaurando l’ennesima forma di dittatura anti-umana e anti-cristiana che si sta affermando all’inizio di questo XXI secolo in tutta la civiltà occidentale.

La Chiesa, quindi, come altre volte nella sua storia non può rimanere inerte, specialmente dinnanzi ad una sopita opinione pubblica che non sembra avere la lucidità per comprendere la gravità di ciò che sta accadendo, ritenendo – erroneamente – che la democrazia e la libertà saranno salve anche quando sarà approvato il Ddl Zan, ma dimenticando l’insegnamento di un dissidente come Waldemar Gurian secondo cui “il totalitarismo si realizza proprio in quel regime che rifiuta di considerarsi tale”.


di Aldo Rocco Vitale