Superaurora, si è concluso il primo festival della Capitale

lunedì 29 luglio 2024


Un’esplosione di musica e colori. Nella splendida cornice della pineta di Castel Fusano, nella tenuta di Castello Chigi, ha avuto luogo il Superaurora art & music festival. Tra sabato 27 e domenica 28 luglio una moltitudine di cantanti, dj e artisti si sono avvicendati in una kermesse “a tutto tondo”, organizzata dal celebre locale romano Alcazar.

Appena entrati nell’ampio spazio verde, sono saltati subito all’occhio l’enorme arco di palloncini che circonda il “castello del principe” – come lo chiamano gli ostiensi – e la ruota panoramica, in pieno stile Coachella. Poi mercatini vintage, compravendita di dischi e vinili, lezioni di yoga e parrucchieri di lusso alla totale disposizione dei visitatori, che sono entrati il pomeriggio e usciti dal festival a tarda notte. Per staccare quando la musica non-stop diventa too much. Grazie ai braccialetti da caricare con la carta di credito, le file per comprare un drink sono state veloci e poco impegnative, a parte lo stand del food – l’unico – sempre pieno e inavvicinabile. Una bella gatta da pelare per gli affamati, visto che dentro il Superaurora non si poteva entrare con bevande e cibo da casa. Inoltre, caricare i soldi sul braccialetto è stata un’impresa quasi impossibile, visto che sul 98 per cento della superficie di Castello Chigi non c’è ricezione.

A parte questi due imbarazzi, l’organizzazione è stata impeccabile. I bagni, tanti e puliti, non sono stati affatto un problema, e la tabella di marcia dei tantissimi performer – distribuiti su quattro palchi: una discoteca, un main stage e due palchetti secondari – è stata rispettata in entrambi i giorni. E la musica ha giocato, naturalmente, il ruolo da protagonista. Tra gli artisti del pomeriggio hanno fatto la parte del leone gli I Hate my Village il sabato e Giuse The Lizia la domenica. Il supergruppo noise rock, trip hop (chi più ne ha più ne metta) formato da Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion, Alberto Ferrari dei Verdena, Fabio Rondanini degli Afterhours e Marco Fasolo dei Jennifer Gentle ha letteralmente fatto impazzire il pubblico con le sue sonorità fuori dal mondo, come direbbe Stanis La Rochelle “poco italiane”. Invece, il cantautore palermitano classe 2003 ha fatto ballare, scatenare e sorridere sia i fan accaniti sia chi lo sentiva per la prima volta, grazie alla sua band (fortissima) e il suo spiccato senso dell’humor.

Gli headliner delle due giornate, Craig David e Masego, non hanno disatteso le aspettative. Il primo, è tornato alla ribalta sull’onda del revival della Uk garage facendo innamorare i fan arrivati da tutta Italia. Mentre il secondo si è presentato solo con la sua voce angelica e il suo sassofono, “facendo l’amore col palco” per quasi un’ora e mezza. Tutto sommato, la vera sorpresa della lineup del Superaurora è stata Big Mama, la 22ª classificata al Festival di Sanremo. La cantante e ballerina di San Michele di Serino si è presentata con il dj, due performer, e un’energia esplosiva. A parte la canzone fin troppo radiofonica presentata al Festival, i brani di Marianna Mammone sono stati un mix letale di autoironia, sfottò rap e “kamasutra”. Finita la vorticosa oretta di esibizione, anche chi non aveva mai sentito neanche un minuto della sua discografia (come il qui presente), ha applaudito l’uscita di scena di Big Mama. Sperando che, per Roma, non sia un “addio” ma un “arrivederci”.

Infine, una menzione d’onore va ai dj, che hanno intrattenuto la folla di raver – ma anche di primavoltisti della pista da ballo – arrivata da tutto lo stivale. Il duo Jungle, Louie Vega e Dabeull Dj hanno portato nella Capitale a ritmo di ballo una qualità tipica del dancefloor di Alcazar, che non smette mai di stupirci.

(*) Foto originali di Adriana Amarilli


di Edoardo Falzon