mercoledì 15 marzo 2023
Sua maestà il potere e la pandemia
Una volta ricevuta la delega e la sovranità sulle loro scelte da parte degli individui, autentici percettori del Corpo-soggetto o del Corpo-oggetto, il Potere avrebbe davvero una libera scelta davanti a sé tra due opzioni differenti:
1) Esercitare il potere sui corpi-oggetto dei governati.
Alla sua massima espressione, questo avviene mandandoli a morire in una guerra, magari anche ingiusta, come fu ingiusta la guerra di conquista hitleriana, con il corollario della volontà di potenza e della sottomissione di popoli inferiori e reietti, fino a compiere il loro annientamento.
Questa visione dei governati come coloro che hanno-un-corpo, intende ricordare loro continuamente che è assolutamente necessario per il bene di una società che un individuo abbia il pieno controllo sul proprio corpo e che sia in grado di sorvegliare anche quelli degli altri, in modo da ridurre progressivamente gli spazi di libertà.
2) Esercitare il potere affinché le persone governate diano libera espressione al loro essere-corpo e al loro corpo-soggetto.
Questo potrà avvenire lasciando che i governati si dedichino al meglio alla costruzione del benessere, proprio e altrui. Questo avviene garantendo libertà all’intrapresa economica, alla creazione della ricchezza, al dedicarsi al proprio lavoro, alla cura delle proprie famiglie e alla crescita della prole, esprimendo una libera espressione artistica e culturale. Il tutto espresso con responsabilità e coscienza.
Questa seconda accezione non è poi affatto sufficiente ai fini di questo scritto, ciò in quanto un Potere politico che desidera la libera espressione dell’essere-corpo lo potrebbe fare anche dando libero sfogo agli istinti violenti dei governati, come fecero i governanti ruandesi, prima scatenando la caccia ai Tutsi da parte degli Hutu, e poi viceversa, lasciando che i Tutsi si vendicassero.
Si tratta ovviamente di estreme semplificazioni di quella che è una complessa attività come il governo di un Paese.
La seconda versione di questa semplificazione è qualcosa che sembra lunare pensando all’Italia repubblicana degli ultimi 40 anni. Mentre la sua distorsione “africana” viene riportata come caso limite.
Fatto sta che la versione di un potere che utilizza l’avere-un-corpo di ognuno di noi a proprio fine e che esercita sulla popolazione una pressione sulla preferenza dell’avere-un-corpo (chiedere controllo, esercitare sorveglianza, fare ricorso alla delazione, ecc.) al “pericolosissimo” essere-un-corpo, è ormai quella più diffusa. Essere-corpo è infatti una scelta pericolosa, una sfida oggigiorno, verso chi detiene il Potere.
Ciò anche se, ancora una volta, un mix tra avere-un-corpo ed essere-corpo è anche la realtà esercitata del potere politico, che è interpretato da uomini e donne, come noi.
Il Potere infatti – e non bisogna mai dimenticarlo – pur essendo impersonale, finisce con l’essere incarnato da persone, che in loro vivono il nostro medesimo conflitto. Una istituzione è sempre costituita da corpi-soggetto incarnati, direbbe Merleau Ponty.
Comunque, la caratteristica della prima versione del potere politico è quella di formulare leggi e regolamenti a ripetizione, senza soluzione di continuità. Come è l’Italia del terzo millennio, una fabbrica continua di leggi, leggine, obblighi, divieti e lacci che impediscono alle persone di Essere. Ogni legge diventa un macigno sull’essere-corpo, come lo è ogni regola stradale che, in fondo, non fa che complicare una guida fluida e spontanea da parte degli individui. Individui che, in mancanza di uno stretto codice della strada, vengono educati alla responsabilità e all’espressione individuale della vigilanza e dell’attenzione. Il risultato sta, ad esempio, nel più basso numero di incidenti che si verifica a Napoli – “dove si passa spesso e volentieri col rosso, ma per questo motivo si finisce con lo stare più attenti” – rispetto a luoghi nei quali le regole stradali vengono invece rigidamente seguite.
Uno dei corollari di questa breve teoria del potere sui corpi è che anche nel potere ci può essere il conflitto tra le due fazioni, anche se chi acquisisce il potere ha, da sempre, la tentazione e la tendenza di spiegare con forza il suo sostegno all’avere-un-corpo, e che questa tendenza assuma il connotato di espandersi senza trovare alcun limite.
La gestione totalitaria e statalista della pandemia offre al contrario un esempio chiaro di cosa significa un Potere che agisce su corpi-oggetto.
Con tutta la classe medica di esperienza sbalordita, dopo qualche giorno dall’inizio della pandemia il governo italiano assumeva, come principio di lotta al Covid, il lockdown generalizzato come lo strumento principe per difendere la popolazione dal contagio. L’esempio italiano, mutuato dalla Cina, sin dai tempi della Sars, veniva adottato quasi ovunque in Europa. Le regole mediche tradizionali, l’aria aperta e il sole come rimedi davanti a un virus respiratorio, venivano completamente lasciati da parte.
Il virus diventava una specie di veleno diffuso ovunque nell’aria, davanti al quale non c’era più un sistema individuale immunitario che potesse tenere. Chi si esponeva all’aria era potenzialmente contagiato, come la “neve radioattiva” dell’Eternauta, fortunato fumetto degli anni Settanta. Inoltre anche il medico, come un corpo-oggetto qualunque, doveva attenersi a protocolli farmaceutici specifici, il suo essere-medico, soggetto esperto di diagnosi e di cura, si eclissava ed egli doveva attenersi a prescrivere Tachipirina e “vigile attesa”, invece dei comuni antinfiammatori. E doveva adottarli a tutti, indistintamente, senza attenersi alla cura individuale e domiciliare dei propri pazienti. Aspirina, Aulin, e altri farmaci generici, tipici della lotta ai corona virus venivano ignorati dalla classe medica e dai media. Dunque, i corpi-oggetto di milioni di lavoratori erano obbligati a stare a casa, rinchiusi.
A quel punto, vista la deriva di massa che negava secoli di medicina umanistica, un grande numero d medici dotati di corpi-soggetto – ai quali era stato prescritto di non effettuare autopsie – giustamente disobbedivano e partorivano, sin da fine marzo, e sin dai centri più colpiti dal Covid, come la Val Seriana, un contro-protocollo, fatto di un menu a base di ibuprofene, cortisone, azitromicina, plaquenil, lattoferrina, vitamina D, che si è poi rivelato letale per il virus: chi è stato aderente a questo protocollo, dal 2020 al 2022, ha stroncato il Covid-19, mentre il Ministero della Sanità non ha mai voluto incontrare i medici che lo avevano testato, e infine raccomandato.
Ma non finisce qui, lo Stato centrale, strumento del Potere, aveva a disposizione, di fronte a questa emergenza, un esercito di 3 milioni e mezzo di dipendenti, per fare fronte a ogni evenienza. Ad essi ha prescritto di non lavorare, di restare a casa, di fare smart working, di fare delle turnazioni leggerissime per i servizi essenziali. Intanto i supermercati riducevano inspiegabilmente gli orari, creando ammassamenti di persone invece di diradarne il contatto, poiché venivano ovviamente presi d’assalto negli orari consentiti. Un Potere che invece vuole che il corpo-soggetto si dia da fare in emergenza, fa un interpello immediato per la creazione di un corpo di volontari – altrimenti rinchiuso in casa – e gli fornisce tute perfettamente sicure. A questo corpo dà dei compiti specifici: servire negli ospedali, tenere aperti i supermercati anche la notte, guidare camion con le scorte di alimenti e medicinali, assicurare il funzionamento dei servizi essenziali.
Un Potere che vuole agire PER il corpo-soggetto e non SU un corpo-oggetto, durante una emergenza, incoraggia le azioni di solidarietà e di assistenza a chi chiede aiuto. Invece abbiamo visto video e video di persone che, dopo aver denunciato il loro contagio, sono state lasciate sole dalle Asl, dai medici di base, dagli ospedali, dalle guardie mediche. Sole e senza indicazioni o istruzioni, in attesa che il contagio e il peggioramento delle proprie condizioni, li spingesse a chiedere una ambulanza, che come, il carro dei monatti, portasse questi corpi-oggetto moribondi al lazzaretto, oppure che il tampone desse un segnale di negatività.
Poi, l’escalation nei confronti dei corpi-oggetto è continuata, fino a imporre il trattamento sanitario stabilito dal potere: il vaccino. Rendendolo obbligatorio quando ancora sulle prescrizioni mediche dei medici dissidenti e aderenti alla assistenza domiciliare, il Ministero della Salute preferiva non pronunciarsi, prescrizioni che, in tre anni, tutti quelli che sono guariti hanno seguito con successo. Con il vaccino obbligatorio, il Potere ha fatto un passo avanti verso il baratro totalitario. Arrivando persino a negare, con pochi strumenti legislativi, la Convenzione di Norimberga che proibisce la somministrazione di farmaci senza il consenso del corpo-soggetto.
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Foto di Timothy Dykes
di Andrea Andy Indie De Angelis