Il corpo-soggetto: un paradigma liberale/14

martedì 4 luglio 2023


Sessualità e Sviluppo

In natura, la scoperta, adolescente e poi adulta, della sessualità è un lungo processo di svelamento di ciò che si è da parte del corpo-soggetto, dello schema corporeo fenomenologico, che, attraverso la propria coscienza di sé, del proprio corpo e del proprio spirito, si avventura nel viaggio della crescita e del cambiamento.

La nascita, linfanzia e ladolescenza sono un continuo evolversi nel quale il naturale essere-corpo trova certamente dei limiti alla propria libertà, a causa delle costrizioni educative, delle limitazioni, dagli habitus educativi ricevuti da familiari e poi da asili, scuole, università e istituzioni. È pertanto il “disagio della civiltà” freudiano che è stato ritratto nei romanzi, nel cinema, a teatro, decine e decine di volte. Da Dickens a Hugo, da Musil ai “400 colpi” di Truffaut, da Shine a “Dead Poet Society”. La natura e la cultura lottano nell’espressione di sé e nel freno che l’individuo sente porre ad essa.

Come giungere ad essere un uomo, o una donna, ad essere un maschio o una femmina?

Il cammino della sessualità maschile fino alla maturità, anche più di quella femminile, è del resto un percorso molto lungo. La maturità biologica e sessuale della femmina si realizza prima. Luomo ha poi a che fare con lidentificazione in un maschile che si è femminilizzato lentamente durante il Novecento, complicandogli il viaggio. Ma questo sarebbe un tema troppo complesso da affrontare qui.

Ciò che interessa ai fini di questa ricerca è che il problema più grave che ancora riscontriamo è che educazione e scuola puntano alla valorizzazione del corpo-oggetto, un individuo che viene irregimentato dall’esterno, mediante regole e disciplina, procedure e programmi, invece che educato e accompagnato a scoprire se stesso e il proprio corpo attraverso lesperienza soggettiva e individuale. Il grande alleato di questa irregimentazione è proprio lavere-un-corpo da parte di molti adulti, i quali possono solo percepirsi oggetti, quella oggettivazione di sè, che nel bambino continua a risultare prevalente proprio a causa di rapporti con adulti che corpi-soggetto non si sono in fondo mai pienamente sentiti e realizzati e che lessere-corpo non lo hanno mai saputo realizzare ed esperire.

Il segreto per sfuggire a questa costrizione educativa sarebbe per ciascun soggetto quello di imparare il gioco dellessere-corpo mentre si finge di averlo. Si entra nella rappresentazione teatrale delle situazioni descritte da Ervin Goffman, il sociologo americano che dibatté prima di Basaglia delle istituzioni totali. Fino a giungere a descrivere un rinchiuso per errore in manicomio, per timore di dissentire, finge la pazzia, per non essere notato, per essere accettato e trattato come gli altri. Il problema è che conquistare un accettabile livello di essere-corpo è diventata oggi giorno una fatica improba, perché la società, così come si tenta di pianificarla, e conformista come sta diventando, è il trionfo degli aventi-un-corpo, che additano coloro che sono-corpo, e che non si conformano, come dei devianti, che dissentono dai regolamenti e dagli statuti, che possono assumere la veste di protocolli assurdi.

Un bambino sa essere più facilmente obbediente e passivo, in quanto sensibile agli elogi e ai premi, più di quanto non simpatizzi nella sua stessa classe ˗ a dimostrare che esiste sempre una rara modalità contraria a questa ˗ con pochi soggetti considerati “devianti”. Si tratta di quei ribelli, che vengono da sempre sanzionati nelle istituzioni come indisciplinati e anarchici, magari soltanto perché sanno far prevalere legittime spinte “vitali”, del tutto naturali, allinterno di quei circuiti sociali, dove invece vi è lobbligo di rispettare una certa etichetta e determinate regole, a volte molto rigide, o del tutto idiote. 

Invece, una valorizzazione naturale del corpo-soggetto nel suo percorso esperienziale insegnerebbe ad “aumentare lo sguardo dall’interno su di sè e sul mondo”. Quel bambino deviante”, quello che non riesce a restare ore chiuso in classe, magari con una mascherina, è troppo un corpo-soggetto per essere un esempio da seguire, da parte dei compagni. E non ci sono molti Robin Williams tra i docenti. Fin da piccoli, linsegnamento del controllo prevale sullinsegnamento a coltivare una certa libertà dalle costrizioni sociali e istituzionali”. Come allepoca nella quale Papini invocava il suo “chiudiamo le scuole!”   

Solo uno sguardo dellautentico – e intenzionale – amore, finalmente trovato, fa prevalere nei giovani la strada della liberazione dalle costrizioni della stretta obbedienza della disciplina. In questo modo lamore di sé, che tende alla soddisfazione del bisogno e del desiderio viene penalizzato e, il rispetto per laltro, può passare solo attraverso la mancanza di rispetto per sé, quando lautentico rispetto per laltro, non affettato, non costruito, non recitato, e dunque non falso ed ipocrita, potrebbe fondarsi solo su laver goduto di un grande rispetto per sé e il proprio corpo, fin dai primissimi passi, avendo fatto esperienze individuali, liberamente scelte e non obbligate o costrette dai codici o dal falso altruismo.

In altre parole, se si riuscisse ad apprendere prima il rispetto per se stessi, incarnandosi in un corpo-soggetto che si sente di essere, il rispetto per gli altri sarebbe autentico e libero. Se non c’è il rispetto di se stessi, l’amor proprio, prevale sempre lipocrisia. Poichè quel che vale per gli altri poi non può valere per me: significherebbe che si è infatti appresa una competizione, e non una sana intersoggettività, dei sentimenti. Il mancato esercizio del rispetto per sé e per il proprio corpo, i propri bisogni e desideri, porta a una sessualità da corpo-oggetto, per il quale la naturale propensione alla sessualità, e il percorso di scoperta della propria identità sessuale, finisce per essere oggettivato nelle singole esperienze. Un corpo oggetto non esperisce davvero, dunque, quello che vive e realizza, ma subisce lesperienza sessuale.

Così, nelle prime esperienze sessuali gli si richiede una prestazione, se non la si pretende o la si ottiene con la violenza, come nei casi dello stupro. Le performances vengono subito giudicate positive o negative, in base allaver dato o meno sufficiente piacere al partner – di solito il più forte – in base, ad esempio, alla durata del rapporto o alla capacità di esibirsi in un video: lesperienza è dunque sequestrata dal suo valore soggettivo (dal senso e dal significato di chi esperisce), dove contano la scoperta, la crescita, linsegnamento, e viene oggettivata nella cosa. Lesperienza sessuale di un corpo-oggetto finisce con lo strumentalizzare tutto il resto, le azioni, le attività e la conoscenza del suo protagonista.

Nel caso della sessualità femminile, questo dato oggettivante è ancor più pronunciato. Il proprio corpo oggettivato per dare piacere al maschio diviene una caratteristica dominante delle prime esperienze sessuali femminili. Una giovane donna alle prime esperienze percepisce la propria sessualità e la propria spinta sessuale più dal consentire una libera e piacevole esperienza al suo partner che nel seguire il proprio bisogno e la propria naturale propensione sessuale, se non in casi molto rari.
È la risonanza che il proprio agire ha sullaltro che può prevalere rispetto alla costruzione della naturale soggettività del corpo

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(**) Leggi la seconda parte

(***) Leggi la terza parte

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di Andrea Andy Indie De Angelis