Mappe concettuali per ragazzi Dsa (e non solo): l’idea di due fratelli

Giuseppe e Pietrosilvio Cipolla sono due giovani fratelli romani (residenti nella zona dell’Infernetto). Sono due Dsa e durante lo scorso lockdown hanno deciso di caricare sul web il materiale prodotto durante i loro anni di studio. Mappe concettuali a disposizione dei ragazzi (ma non solo) che hanno Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) come dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia e Bes (Bisogni educativi speciali). Ma c’è dell’altro: “A noi Dsa è richiesto il triplo dello sforzo. Realizzare mappe costa tantissimo tempo in termini di tempo e anche economico, poiché comprare software che elaborano i pdf dei testi, iscriversi alle varie associazioni per ottenere questi testi, comprare stampanti, cartucce, ha un costo e una dedizione nell’organizzazione che non appartengono a tutti”.

Spesso la realtà è dura (“l’essere Dsa si trascina appresso tante problematiche, molti ragazzi vengono bullizzati, molti genitori dubitano delle capacità dei propri figli, molti professori li accusano di essere dei furbacchioni e via dicendo”) ma l’obiettivo è chiaro: “Sdoganare certi pregiudizi”. Con una frase che li accompagna ogni giorno: “Alea iacta est”. Ovvero il dado è tratto.

Avete creato questo progetto delle mappe concettuali. Come nasce l’idea e a chi è rivolta?

Giuseppe: L’idea è nata perché ci siamo resi conto che nel corso della nostra vita scolastica avevamo prodotto così tanto materiale che alla fine, senza neanche accorgercene, avevamo in mano tutto quello che uno studente Dsa normalmente cerca nel web.

Pietrosilvio: Esattamente come anche noi abbiamo fatto, ma purtroppo senza mai trovarlo. Oppure, trovando cose più adatte alle medie, mentre alle superiori ormai certi argomenti li trattavamo in maniera assai più complessa. E lo stesso vale per le mappe concettuali che si trovano alla fine dei capitoli dei libri di testo, in realtà sono schemi riepilogativi ed erano poco utili.

Giuseppe: Quando ci siamo ritrovati con tantissimo tempo a disposizione, intendo dire durante il primo lockdown, abbiamo ripreso in mano tutti i nostri porta-listini da 80 pagine l’uno, sono più o meno 7/8 per ogni anno di Liceo per due fratelli: fate un po’ voi i calcoli di quante mappe concettuali avevamo a disposizione. Così abbiamo riorganizzato questo enorme archivio di mappe concettuali e poi abbiamo coinvolto nostro cugino, che di mestiere crea siti, e abbiamo strutturato questo portale.

Pietrosilvio: La grafica è semplice e intuitiva. Nella home ci sono 8 icone/materie, per esempio Dante/Letteratura; Cicerone/Latino; Shakespeare/Inglese. Proprio come se fossero le copertine dei libri di testo. Cliccandoci sopra, si entra subito nell’archivio di mappe che segue esattamente l’ordine dei testi scolastici.

Giuseppe: Il sito è rivolto a tutti. Chiaramente nasce per chi ha un disturbo specifico dell’apprendimento, ma chiunque può consultare e utilizzare le mappe concettuali, anche perché le nostre sono mappe esplicative e non mnemoniche. E c’è molta differenza tra le due tipologie: le mappe esplicative trattano l’argomento “spiegandolo” con termini ricercati e adatti per un Dsa (ma anche per tutti), si evitano doppie negazioni o giri contorti. L’impostazione grafica è un altro elemento fondamentale che contribuisce al senso, a ciò che è prioritario o meno, a ciò che dipende da una cosa o dall’altra. I colori, il grassetto, il corsivo, le forme geometriche dei nodi, gli sfondi. Sono tutti elementi che danno supporto a chi è più lento a decodificare i grafemi. Le mappe mnemoniche sono più personali perché sono nodi, titoli e parole chiave.

Nel vostro lavoro avete docenti o specialisti come consulenti?

Giuseppe: No, mai avuto nessuno. Abbiamo imparato da soli, ogni mappa fatta è stata realizzata solo ed esclusivamente da noi. Ma questo non vuol dire che non si deve accettare l’aiuto di un tutor. Nel mio caso, avendo avuto una prima diagnosi in età molto avanzata, cioè in primo Liceo, diciamo che ero abbastanza grande per cavarmela da solo. E Pietro, seguendo inizialmente lo schema delle mie mappe, ha fatto lo stesso.

Avete deciso di creare queste mappe concettuali perché la scuola, da questo punto di vista, è “carente”?

Pietrosilvio: Certo. La verità è proprio questa. La scuola che si definisce “inclusiva” in realtà non lo è. A noi Dsa è richiesto il triplo dello sforzo. Realizzare mappe costa tantissimo impegno in termini di tempo e anche economico, poiché comprare software che elaborano i pdf dei testi, iscriversi alle varie associazioni per ottenere questi testi, comprare stampanti, cartucce, ha un costo e una dedizione nell’organizzazione che non appartengono a tutti. La scuola non aspetta i tempi dei Dsa. Non è giusto generalizzare, sicuramente esistono scuole esemplari, ma visto il riscontro che abbiamo noi sono purtroppo molte poche. La legge 170 non è attuata in pieno e se non viene rispettata non c’è alcuna sanzione o altro nei confronti di chi decide scientemente di ignorarla. Mi sento anche di dire che non è colpa dei professori, bensì della poca formazione che essi fanno in merito a questo ambito. Ma, al tempo stesso, anche della poca formazione che hanno i genitori. Perché essi insieme concorrono alla formazione di uno studente e quindi di un individuo. Non si può gettare su altri le proprie responsabilità, da ogni lato si guardi questa storia. Lo studente deve fare il suo, il professore e i genitori altrettanto.

C’è una stima numerica di quanti hanno apprezzato – e stanno apprezzando – il vostro lavoro?

Pietro: Il sito è nato alla fine di novembre 2020, sono trascorsi cinque mesi, a oggi abbiamo avuto circa 375mila visitatori, il numero è sempre visibile sulla home e lo abbiamo voluto di proposito, perché qualcuno si ponga certe domande. La media giornaliera dei download è di 3mila documenti. I dati statistici ci indicano che il sito è frequentato in maniera eguale più o meno in tutte le regioni d’Italia, tranne Basilicata, Molise, Friuli che hanno il più basso indice di visualizzatori.

Giuseppe: Mi permetto di fare un’osservazione: dai dati statistici che riceviamo ogni mese e anche dal confronto sempre aperto con la gente su tutti i canali social, purtroppo emerge anche una enorme differenza di approccio tra il Nord e il Sud. Il Nord è senza ombra di dubbio più avanti in tutto, sia come approccio scolastico, sia come abilità dei ragazzi Dsa nell’utilizzo dei vari strumenti a nostra disposizione.

Pietrosilvio: Vorrei precisare che il nostro sito è no-profit. E quello che ci spinge a fare tutto questo, ma anche a partecipare a webinar, a tenere in vita i profili sui social, a rilasciare interviste e a cogliere ogni occasione che ci viene proposta, è la voglia di sdoganare certi pregiudizi.

Giuseppe: Nel senso che paradossalmente l’essere Dsa alla fine è la cosa che incide meno sul ragazzo. Ma l’essere Dsa si trascina appresso tante problematiche, molti ragazzi vengono bullizzati, molti genitori dubitano delle capacità dei propri figli, molti professori li accusano di essere dei furbacchioni e via dicendo. Tutto questo su un ragazzo in costruzione può avere delle ripercussioni gravi, che vanno ad intaccare molteplici aspetti: la fiducia in se stessi, il rapporto con gli altri, con il cibo, ansia da prestazione. Oppure atteggiamenti oppositivi, di chi magari trova una via d’uscita a scuola facendo il bullo o non riconoscendo l’autorità esercitata dal professore o dal genitore.

 

Nella vita cosa fate e che sogni nel cassetto avete?

Pietrosilvio: Io per ora ho fatto i test per Giurisprudenza internazionale. Il futuro mi sembra lontano, è difficile capire quanti sbocchi mi darà questo corso di laurea, sicuramente quando inizierò a frequentare mi chiarirò le idee. Di certo posso dire che mi piace molto la politica, l’ambito internazionale e il diritto.

Giuseppe: Beh, io sto concludendo il primo ciclo del mio corso di studio, la magistrale che ho scelto è Psicologia clinica. Ma anche le Neuroscienze, cioè l’ambito in cui si studiano i disturbi specifici dell’apprendimento, mi interessano molto.

C’è una frase che vi accompagna nel vostro percorso?

Pietrosilvio: “Alea iacta est”, il dado è tratto. In questo caso mi sembra la più appropriata. Siamo pronti come Cesare a fare la nostra guerra per informare, abbattere i pregiudizi, divulgare, impedire diagnosi tardive. Ci mettiamo la nostra faccia e anche i nostri pensieri, affinché chi è come noi si riconosca in noi e si senta meno solo. E con Dsa Studymaps abbiamo lanciato il nostro dado.

Infine: ci sono altre idee in ballo per il futuro prossimo?

Giuseppe: Sì, a breve apriremo un’altra sezione del sito dedicata alle elementari, con un approccio nuovo realizzato questa volta dalla dottoressa Silvia Attilia: pedagogista, tutor Bes, nonché nostra cugina.

(*) Mappa concettuale 1

(**) Mappa concettuale 2

(***) Mappa concettuale 3 

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 10:57