martedì 23 dicembre 2025
Per il Napoli è stato un 2025 da incorniciare. Prima il quarto scudetto, poi la Supercoppa italiana vinta ieri sera a Riad per 2-0 contro il Bologna di Vincenzo Italiano. I partenopei di Antonio Conte hanno approcciato la competizione con estremo rispetto, battendo il Milan in Semifinale e poi annichilendo i felsinei con una prestazione da manuale, diametralmente opposta dallo scontro avvenuto in campionato e vinto dai rossoblù, che aveva sancito la “svolta” nella stagione del Napoli, reo di qualche passo falso di troppo fino a inizio novembre.
Il protagonista di giornata è stato David Neres, autore di una doppietta e Mvp della Finale. La prima rete del brasiliano è arrivata con un tiro a giro che sarà molto probabilmente eletto come più bel gol della competizione, mentre la seconda è derivata da un errore del portiere bolognese, Federico Ravaglia, che a parte quest’errore ha giocato un’ottima partita. Una prestazione individuale da incorniciare che mostra ancora una volta come Antonio Conte riesca a entrare nella testa dei suoi calciatori, riuscendo anche a valorizzarli con lo schema di gioco adatto. E i risultati della gestione del tecnico che sei mesi fa ha vinto lo scudetto, si vedono. Era dal 1990, quando nel Napoli giocava Maradona, che gli azzurri non vincevano scudetto e Supercoppa nello stesso anno.
Nel dopo partita, Conte ha scelto parole di forte riconoscenza verso la squadra: “I ragazzi hanno disputato due partite impeccabili. Ci tenevano, c’era voglia di regalare ai nostri tifosi questo trofeo e di passare un Natale sereno, con una coppa in bacheca”. A ruota, il tecnico ha analizzato il piano gara e le sue ambizioni formative: “Stasera abbiamo fatto una grande partita sotto tutti i punti di vista. Abbiamo creato tante occasioni preparate appositamente per mettere in difficoltà i nostri avversari. Io lavoro tanto per ampliare le conoscenze dei miei giocatori, per farli migliorare tatticamente, tecnicamente e mentalmente. Rasmus Højlund e Scott McTominay non giocavano a Manchester. Qui giocano, un motivo ci sarà”. L’allenatore azzurro è tornato anche sulla natura del successo: “Chi vince rimane. Due anni fa il Napoli aveva perso la Finale di Supercoppa con l’Inter, ma in pochi si ricordano che fosse arrivato fin lì. Era già stato un bel percorso, ma nel calcio conta chi vince. Nessuno si ricorda delle finaliste e io, da giocatore, ne ho perse tante. Quando perdi, la cattiveria aumenta e cerchi di non rivivere il momento della sconfitta. Complimenti anche al Bologna, bella realtà del nostro calcio, e a Italiano”. Sul campionato, Conte mantiene un profilo prudente e realistico: “Non mi sento di dire che il Napoli stia comandando in Italia. Non siamo pronti. Lo scorso anno abbiamo vinto lo scudetto con poco margine. Quest’anno non è facile restare tra le prime quattro”.
Dall’altra parte, Vincenzo Italiano ha riconosciuto senza esitazioni la superiorità degli avversari: “Il Napoli oggi ha over-performato con un Neres in giornata di grazia. Nessun rimpianto, loro hanno meritato con una grande partita. Noi abbiamo dato tutto contro i campioni d’Italia, ma non siamo riusciti a fare una partita di livello assoluto. Però queste esperienze fanno crescere e ce la porteremo in campionato”. Sull’episodio del secondo gol, l’allenatore ha difeso il suo portiere: “Non cambia le sue qualità. Lui ha il rossoblù tatuato addosso”. Italiano ha poi chiuso lo sguardo sul futuro: “Noi usciamo a testa alta. Lavoreremo per migliorare, abbiamo ancora competizioni davanti e non dobbiamo abbassare la guardia”.
di Edoardo Falzon