mercoledì 5 marzo 2025
Il giornalista si è spento oggi all’ospedale di Gorizia. Bruno Pizzul, il telecronista di Italia ’90, di Usa ’94 e molti altri – ha commentato per la Rai cinque Mondiali e quattro Europei di calcio – è stato per diverse generazioni la voce dell’Italia e delle squadre italiane del calcio. Un giovane calciatore nato a Udine nel 1938, la cui carriera è stata interrotta da un infortunio, entra nella tivù di Stato nel 1969 vincendo un concorso per telecronisti, e Pizzul dopo l’esordio in un Juventus-Bologna del 1970, non si è più fermato. Fino al 2002, quando 43 anni dopo il primo Signori all’ascolto buonasera... racconta la sua ultima partita: Italia-Slovenia. Sarà la sua ultima telecronaca. Pizzul è stato testimone vocale di momenti indimenticabili, come i gol di Totò Schillaci a Italia ’90 e il drammatico rigore sbagliato da Roberto Baggio nella finale del Mondiale 1994 contro il Brasile. La sua sobrietà e il suo stile istituzionale lo hanno reso un simbolo di professionalità e misura. In un’epoca in cui il giornalismo sportivo era un one man show, il telecronista ha fissato le basi della cerimonia del racconto, adesso momenti quasi scontati nella cronaca dei 90 minuti.
Emblematico il commento di Pizzul alla finale di Coppa dei Campioni 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles, tra Juventus e Liverpool. In tono più neutro, impersonale e asettico possibile, il telecronista ha raccontato – assieme al collegamento in studio di Gianfranco De Laurentiis – la partita su Rai 2 con le immagini volutamente oscurate per via della tragedia avvenuta sugli spalti prima dell’inizio del match. Poi, dopo il triplice fischio che, grazie al rigore al 58’ di Michel Platini, ha premiato i bianconeri, Pizzul ha ammesso che come fosse lecito all’uomo sportivo di esultare per il risultato raggiunto dalla Juventus, allo stesso tempo l’uomo conserva l’amarezza e il dolore di una serata “resa luttuosa da quanto è successo prima della partita”. A Italia ’90 è stato accompagnato dalla seconda voce di Sandro Mazzola, ma Bruno Pizzul ha fatto parte di quella generazione di giornalisti che bando ai tatticismi e tecnicismi raccontava il calcio, la partita, per quello che i suoi occhi appassionati e dediti vedevano in campo. Oltre alle telecronache, Pizzul ha condotto programmi iconici come Domenica Sprint e La Domenica Sportiva. Se ne va un uomo, ma ancor prima una voce che sta all’Italia come l’appercezione sta all’essere umano. Perché è spesso difficile scindere l’esistere dal calcistico nel nostro Paese. Grazie Bruno, ci hai fatto sognare.
di Edoardo Falzon