mercoledì 5 febbraio 2025
Acqua naturale, pollo ai ferri, verdure bollite. E tutti i soldi del mondo. Forse è questa la ricetta della longevità di Cristiano Ronaldo, che ha spento oggi 40 candeline. L’attuale bomber dell’Al-Nassr, ex Juventus, Real Madrid e Manchester United continua a segnare e stupire, stavolta con le sue dichiarazioni. Intervistato dal giornalista spagnolo Edu Aguirre, amico di lunga data, alla domanda se si considerasse il miglior calciatore della storia, il portoghese ha risposto senza esitazioni: “Credo di sì. Sinceramente, non ho visto nessuno migliore di me”. La convinzione di essere il più completo di tutti, capace di colpire di testa, calciare con entrambi i piedi, superare qualsiasi difensore e vincere ogni duello fisico, è il motore che lo spinge ancora oggi. E, soprattutto, è il motivo per cui ogni gol, ogni vittoria, ogni record battuto continuano a essere per lui ossigeno puro.
Oggi Ronaldo gioca in Arabia Saudita, in un campionato che, nonostante gli investimenti miliardari e l’arrivo di nomi importanti, non è certo tra i più competitivi al mondo. Eppure, Cr7 continua a comportarsi come se fosse ancora in Champions League: se i compagni non gli passano il pallone, si arrabbia. Se l’arbitro non fischia, protesta. Se segna, esulta come sempre, con il celebre sium e la giravolta che ormai è un marchio di fabbrica. Le partite con l’Al-Nassr contro squadre come Al-Okhdood Club o Al-Taawon potrebbero sembrare poco rilevanti per uno che ha dominato la scena europea per anni. E invece no. Ronaldo affronta ogni match con la stessa feroce determinazione di sempre. E i numeri parlano chiaro: 81 gol in 89 partite dal suo arrivo in Arabia nel gennaio 2023, capocannoniere dello scorso campionato con 35 reti in 31 gare. Trofei? Per ora ha messo in bacheca la Arab Club Champions Cup 2023, competizione che coinvolge le migliori squadre della penisola araba. Numeri impressionanti, certo. Ma l’ombra del contesto pesa. Un conto è segnare a ripetizione contro le difese de La Liga, della Premier League e della Serie A, un altro è farlo in un torneo che, per livello, non può ancora essere paragonato ai top campionati europei. Non è un caso che Ronaldo si sia affrettato a definirlo superiore alla Ligue 1 francese, nel tentativo di dare credibilità al proprio regno arabo.
L’ex Juve ha già scritto pagine di storia incancellabili, ma i numeri per lui sono sempre stati più di un semplice dettaglio. Ad oggi ha segnato 923 gol tra club e Nazionale portoghese, eppure, quando gli chiedono se arriverà a quota 1000, la risposta è evasiva: “Non so se ci riuscirò e non mi interessa”. Difficile credergli. Se c’è una cifra che potrebbe davvero diventare il suo ultimo grande traguardo, è proprio quella. L’altro sogno, quello più complicato, è vincere il Mondiale con il Portogallo. Nel 2026, in Nord America, avrà 41 anni e mezzo, e già ora in molti si chiedono se la sua presenza in nazionale sia ancora un vantaggio o piuttosto un limite. Ma guai a dirglielo: Ronaldo continua a vedersi al centro del progetto, come se il tempo per lui non esistesse. Effettivamente, gli Europei in Germania di quest’estate gli hanno dato ragione.
Se c’è una certezza, è che oggi Ronaldo è più grande di tutto ciò che lo circonda. Più grande dell’Al-Nassr, più grande della Saudi Pro League, più grande persino del calcio arabo, che cerca di costruire una nuova credibilità anche grazie al suo nome. Lui, però, sembra vivere in una bolla: non gli interessa il contesto, non gli interessa cosa pensa la critica, non gli interessa neppure se il mondo lo considera il numero uno.
L’unica cosa che conta è segnare. L’unica cosa che conta è vincere. L’unica cosa che conta è Cristiano Ronaldo.
di Edoardo Falzon