Rodri vince il Pallone d’Oro

martedì 29 ottobre 2024


Il centrocampista del Manchester City, Rodri, si gode la festa. Il mediano spagnolo dei citizens, che ha dominato la scena calcistica internazionale, ha conquistato il prestigioso trofeo lasciando dietro di sé stelle del calibro di Kylian Mbappé, Lautaro Martínez e Vinicius Jr. Una vittoria indiscutibile per l’uomo chiave di Pep Guardiola, artefice di una stagione straordinaria che lo ha visto guidare il City verso l’ennesima vittoria della Premier League, oltre all’Europeo di calcio con la Spagna. Ma non solo: sia in Champions League che a Euro 2024 Rodri è stato eletto come miglior giocatore del torneo. Il 28enne ha dimostrato di essere il motore infallibile del centrocampo, incarnando quella combinazione perfetta di tecnica e forza fisica che lo rende insostituibile.

“Non è solo la mia vittoria, ma anche quella del calcio spagnolo” ha esordito Rodri, visibilmente emozionato durante la cerimonia di premiazione. “Puoi avere successo anche essendo normale” ha aggiunto, ringraziando il team e la sua famiglia per il supporto costante. Ha poi ammesso che c’è stato un momento in cui “a 17 anni ho fatto le valigie verso un sogno, andare al Villarreal per giocare in prima divisione. Ricordo che un giorno ho detto basta, ricordo di aver chiamato mio padre piangendo con la sensazione che tutto fosse finito e che il sogno stesse sfumando. Lui mi ha detto: se siamo arrivati fin qui non getteremo la spugna. Da quel giorno la mia mentalità è cambiata”, ha ammesso emozionato il centrocampista durante la cerimonia del premio consegnato da France Football.

Dopo l’annuncio del vincitore, Rodri ha celebrato con compostezza, lontano dagli eccessi, mostrando quella concretezza che ha reso la sua stagione memorabile. Dall’altra parte, Vinicius Jr. – che non ha neanche partecipato alla cerimonia per “protestare” – pur dotato di talento straordinario, dovrà forse imparare che la vera grandezza passa anche per l’umiltà. In un calcio che esige risultati e disciplina, la parabola del centrocampista spagnolo rappresenta una lezione per molti: non basta la classe, serve una mentalità solida e la totale dedizione al gioco di squadra.


di Edoardo Falzon