Berrettini trionfa a Gstaad, il ritorno del martello

lunedì 22 luglio 2024


The Hammer is back. Matteo Berrettini è in forma, e si vede. Dopo gli Ottavi di finale al Queen’s di Londra e lo splendido secondo turno contro Jannik Sinner a Wimbledon, nella giornata di ieri l’italiano ha battuto Quentin Halys nella finale dell’Atp 250 di Gstaad. In Svizzera, la racchetta azzurra ha fatto vedere il suo miglior tennis, vincendo il secondo torneo dell’anno, proprio dove nel 2018 aveva trionfato per la prima volta in carriera. Berrettini, non ha lasciato neanche un set al francese numero 196 del mondo, imponendosi per  6-3, 6-1. Il transalpino non è mai riuscito a mettere in difficoltà Matteo.

La sfida è stata interrotta sul 5-3 per pioggia, l’unica opportunità per Halys di ripartire da zero e provare a mettere in difficoltà Berrettini. Ma il tennista capitolino è tornato in campo con idee chiarissime, per chiudere set e match nel più breve tempo possibile. The Hammer ha iniziato a battere e controbattere come solo lui sa fare, lasciando al francese solamente un game sul 5-1 della seconda ripresa. Una corsa, senza ostacoli, verso la meritatissima vittoria. Ci ha messo meno di un ora Berrettini a portarsi a casa la “pietra trofeo” di Gstaad, con un’ottima iniezione di fiducia per la racchetta romana. L’annata di Matteo, al momento, è più che soddisfacente, essendo anche rientrato nei top 50 del tennis mondiale.

“La cosa più importante è che sto bene e che gioco bene. Se queste due cose succedono, posso fare bene”, ha affermato l’azzurro ai microfoni di Sky Sport. “Voglio farlo allo Us Open e in tutta l’estate americana. Un buon obiettivo può essere arrivare tra i primi 30 per l’Australian Open”, ha aggiunto Berrettini. “Sembra ieri che vincevo qui il mio primo titolo, sei anni fa. E invece – ha aggiunto il classe 1996 – da allora sono successe tante cose. Sono felice di poter giocare e godermi, credo di aver ritrovato le sensazioni di sei anni fa in questa settimana”, ha chiosato la racchetta della Capitale.


di Edoardo Falzon