lunedì 15 luglio 2024
Ha vinto la Spagna. Ha vinto la squadra più forte. Quella con il miglior gioco, ricca di giovani talenti, capace di coniugare concretezza ed estetica. Le Furie rosse hanno conquistato il loro quarto europeo – nessuno come gli iberici – dopo aver letteralmente dominato il torneo continentale, tanto da chiederci come sia stato possibile che questa Spagna abbia vinto solamente per una rete a zero contro l’Italia, dato il basso livello qualitativo della nostra Nazionale.
È stata una partita molto bella quella disputata in finale contro l’Inghilterra, dove la Spagna ha messo in campo una misticanza di stili calcistici: un po’ di tiki-taka, un po’ di verticalizzazioni, un po’ di gioco sulle fasce, un po’ di cross dal fondo e il tutto arricchito dal talento individuale e quindi da dribbling, veroniche, finte e tiri a effetto.
In una sfida che poteva anche non disputarsi per una questione di millimetri – tanti quanto separano la punta di un orecchio dalla scatola cranica – noi italiani abbiamo ammirato due squadre, la loro intensità, i loro giovani fuoriclasse e, soprattutto, la bellezza di un gioco del quale non avevamo più memoria alle nostre latitudini. Gli inglesi non vincono un trofeo dal 1966, quando la regina d’Inghilterra era Pelé – e vengono da due finali europee consecutive (entrambe perse). Noi italiani abbiamo conquistato tre anni fa, col senno del poi ci chiediamo ancora come, un Europeo – con un palmares arricchito anche da quattro Mondiali e un altro trofeo continentale, conquistato due anni dopo il Mondiale inglese – eppure il raffronto tra noi e loro è pari a quello che esiste tra il Real Madrid e la Longobarda di Oronzo Canà (alias Lino Banfi). Risorgeremo. Ma non a breve.
di Luca Proietti Scorsoni