Griezmann è tornato: tra genio e locura

giovedì 4 maggio 2023


In pochi si sarebbero aspettati questa stagione da Antoine Griezmann. Il classe 1991 è passato da essere la stella dell’Atletico Madrid – viene in mente il gol in semi-rovesciata contro la Roma nel 2017– a trascorrere due stagioni opache al Barcellona, dove non è riuscito a esprimersi al meglio. Tra i tifosi e gli appassionati del calcio si era cominciato ad ascrivere Grizou, non più giovanissimo, tra i tanti calciatori dal potenziale infinito, ma sfruttato male. Va anche detto che le prestazioni migliori dell’attaccante 31enne sono arrivate con la Nazionale francese, tra l’Europeo del 2016 e i Mondiali del 2018, vinti dai Bleus. Griezmann è il quinto giocatore per presenze de La Sélection e il terzo per gol segnati, dietro a Thierry Henry e Olivier Giroud.

Poi, anno 2019, Antoine passa al Barcellona. Il club paga la super clausola rescissoria da 120 milioni di dollari, e l’attaccante sembra aver fatto l’ultimo step per entrare nell’Olimpo delle leggende del calcio. Niente di più lontano dalla realtà. Tra la pandemia di Covid e un certo Lionel Messi – con cui il povero Grizou deve giocarsi la maglia da titolare – il suo percorso al Barça stenta a decollare, costringendo l’attaccante francese a 22 gol in due stagioni. Ma sul più bello, quando Antoine sembrava esser diventato un giocatore buono solo per la propria squadra su Fifa, come un segnato Ulisse che torna dalla sua Penelope, l’attaccante è tornato a casa. L’Atletico Madrid e Diego Simeone hanno accolto Griezmann a braccia aperte, e lui ha ricambiato la loro fiducia. Nella stagione 2021-2022, segna pochi gol ma pesanti, a causa di vari fastidi fisici, che l’hanno accompagnato anche nella prima metà della stagione dopo. Ad oggi, nel 2022-2023, Grizou ha totalizzato 14 reti e 18 assist, facendo rivedere il suo talento e la locura tipica di quei giocatori dominanti che giocano con spensieratezza.

Guardando indietro alla carriera – tutt’altro che finita – dell’attaccante francese, viene da pensare che l’unico grande errore del mancino di Macôn sia stato quello di “sfidare” il calciatore più forte del mondo. A differenza di Icaro, quando Grizou si è avvicinato troppo al sole, si è fermato ad ammirarlo e poi ha ripreso per la sua strada, tornando sui suoi passi e ricominciando a fare ciò che gli viene meglio: giocare a pallone.


di Edoardo Falzon