È finita l’astinenza dei Red Devils

lunedì 27 febbraio 2023


È domenica, sono le 16 del pomeriggio, e nel cielo sopra Wembley splende il sole. Lo stadio – che può ospitare anche 90mila spettatori – è pieno, perché in finale di Carabao Cup, la coppa di Lega inglese, si sfidano Manchester United e Newcastle. Uno scontro che porta alla memoria i tempi gloriosi di Ryan Giggs, David Beckham, Roy Keane, ma anche il bomber Alan Shearer e il compianto Gary Speed. Per l’esattezza, questa è la “copia” della finale di Fa Cup del 1999, quando sulle panchine dei due club sedevano rispettivamente Sir Alex Ferguson e Ruud Gullit.

A distanza di 24 anni, anche l’esito non è cambiato, visto che i Red Devils hanno battuto il Newcastle per 2-0, con i gol di Casemiro e Marcus Rashford. La prima rete è un’incornata del brasiliano – le finali sono sempre state le sue partite – che fa tesoro del mancino di Luke Shaw e sblocca il risultato con un colpo, se vogliamo, “alla Cristiano Ronaldo”. Sei minuti dopo, l’undici di Erik ten Hag trova il gol del raddoppio con una giocata di Rashford che, per descrivere il suo stato di forma, ha fatto 16 gol nei suoi ultimi 30 tiri nello specchio. Complice anche la deviazione di Sven Botman – difensore che in estate aveva fatto venire l’acquolina in bocca al Milan – tant’è che alcuni assegnano la rete al 10 dello United mentre altri considerano il 2-0 autogol dell’olandese.

I Magpies di Eddie Howe si sono dovute arrendere al Manchester di ten Hag, che finalmente gioca da vera squadra. Il tecnico olandese ha parzialmente abbandonato l’idea di un calcio reboante e totale come quello del suo Ajax degli anni passati, sposando l’idea di una manovra più equilibrata, che include anche momenti di difesa “totale” dell’area di rigore. Infatti, nel secondo tempo, il Newcastle può dire di averci almeno provato, con un bombardamento di tiri da fuori area (compensato alla grande dai Red Devils) e con il colpo di testa di Joelinton nei minuti finali, deviato in calcio d’angolo dalla manona di David De Gea.

Menzione d’onore va fatta anche per l’estremo difensore del Newcastle, il più che redivivo Loris Karius. Non sono molti i portieri che, come lui, possono “vantarsi” di aver deciso una finale. Certo, nel caso del tedesco, non sono stati 90 minuti da ricordare. Nel 2018 a causa dei suoi errori grossolani il Liverpool, in cui militava, si è visto sfilare di mano dal Real Madrid la Coppa dei Campioni. La carriera di Karius sembrava compromessa per sempre: prima in prestito al Beşiktaş, poi all’Union Berlino, per tornare infine dai Reds e collezionare zero presenze nella passata stagione. In estate viene acquistato dal Newcastle, e nelle gerarchie parte dietro Nick Pope e Martin Dúbravka. Domenica, il primo era squalificato, e il secondo non è potuto scendere in campo perché quando è iniziata la competizione giocava, attenzione, nello United. Il paradosso finale: Karius, chiamato in causa, gioca bene ma perde la Carabao Cup. Dubravka, non convocato, vince la medaglia con i Red Devils.


di Edoardo Falzon