Roger Federer: lo Slam più triste

giovedì 15 settembre 2022


Ho visto Roger Fededer, pur non avendo mai preso in mano una racchetta. Al massimo, ho giocato a racchettoni, sulla spiaggia. Una roba da scapoli e ammogliati nelle ferie d’agosto. Un altro sport. E un altro sport è quello che il fuoriclasse svizzero ha dipinto su tutte le superfici che il dio del tennis ha messo a disposizione. Così, da oggi, non so nemmeno se avrò una qualche tipo di aspirazione in riva al mare. Perché il re, in un post sui social, ha fatto sapere che la Rod Laver Cup sarà il suo ultimo impegno.

Per far capire l’antifona, Roger Federer da Basilea ha vinto qualcosa come venti titoli del Grande Slam e, nel complesso, 103 tornei da professionista. Ma questo non basta per rendere grazia – e grazie – a un talento cristallino falcidiato ormai dagli infortuni e dalla carta anagrafica che, ahimè, a quanto pare pesa pure sul groppone dei semidei. Senza dimenticare una operazione al ginocchio che l’ha bloccato a lungo.

In un messaggio video Roger Federer ha detto: “Negli ultimi tre anni, tra infortuni e interventi, ho cercato di tornare competitivo mi è risultato difficile e il mio fisico mi ha mandato un messaggio… Devo riconoscere che è arrivato il momento di mettere fine alla mia carriera. Così la Laver Cup, che si terrà a Londra dal 23 al 25 settembre prossimi, sarà il mio ultimo evento Atp. Dopo 24 anni di carriera da professionista, e oltre 1500 partite disputate, ho provato a ritrovare la migliore forma fisica. Continuerò a giocare a tennis, ma non negli Slam o ai tornei del circuito Atp… Mi è stato dato un talento speciale per giocare a tennis e l’ho fatto a un livello che non avrei immaginato e molto più a lungo di quanto avrei mai pensato fosse possibile… Quando è iniziato il mio amore per il tennis ero solo un raccattapalle a Basilea. Ero solito guardare gli altri giocare con un senso di meraviglia, erano come giganti per me e ho iniziato a sognare. I miei sogni mi hanno portato a lavorare più duramente e ho iniziato a credere in me stesso. Alcune vittorie mi hanno portato fiducia e ho seguito la mia strada nel più incredibile dei viaggi che ha portato a questo giorno”. Poi la dichiarazione finale. Per il tennis: “Ti amo e non ti lascerò mai”.

Lo scriba Gianni Clerici disse che aveva la mano santa. Io, che sono ateo senza meriti sportivi, con quella stessa mano al massimo posso impugnare un racchettone. Perché il “vorrei ma non posso” talvolta vale. E davanti a Roger Federer vale di più.


di Claudio Bellumori