I dolori del giovane Sinner

martedì 31 maggio 2022


Un primo set da manuale sulla terra rossa, concedendo solo un game a Rublev. Jannik Sinner sembrava imbattibile, quando sul 3-2 il suo ginocchio sinistro ha issato bandiera bianca, quello che aveva già scricchiolato nel turno precedente contro Mc Donald. Lantidolorifico niente ha potuto e neanche il massaggio del fisioterapista a metà del secondo set. Rimane l’immagine dell’asciugamano sul volto per coprire la delusione, seguita da molti interrogativi. Il giovane tirolese, un metro e novanta per 76 chili, sembra non avere pace da quando ha lasciato il team di Riccardo Piatti per volare tra le braccia di Simone Vagnozzi. Questo è già il terzo ritiro per infortunio da inizio anno per il Rosso che non perdona.

Inizio marzo, a Indian Wells, Jannik Sinner – piegato dallinfluenza – è costretto a rinunciare al match contro Nick Kyrgios. Il mese prima, causa Covid, ha saltato Rotterdam e Marsiglia. A Miami, nei quarti di finale, ritiro contro Francisco Cerúndolo per via di un’enorme vescica sul piede destro. A Roma confessa che la sconfitta con Stefanos Tsitsipas è dovuta “allanca sinistra che mi si è girata nellultimo punto del primo set”. C’è chi grida al complotto, chi parla di sfortuna e, in maniera più razionale, chi ipotizza che un cambio di preparazione atletica abbia stressato il corpo del talento di San Candido. Fino a febbraio scorso dei suoi tendini e muscoli si erano occupati il preparatore atletico Dalibor Sirola e il fisioterapista e osteopata, Claudio Zimaglia che lhanno portato fino al numero 9 del ranking mondiale (adesso è 12) senza intoppi fisici.

Adesso Sinner è seguito da Davide Cassinello e Paolo Cadamuro, comunque due professionisti di alto livello. Come ha detto Simone Vagnozzi a Parigi “anche il preparatore fisico ha avuto bisogno di qualche settimana di lavoro per capire come Jannik rispondesse a determinati stimoli fisici. Durante i tornei non è facile lavorare a livello atletico. Per il momento è stato difficile, ma anche sul piano fisico adesso conosciamo meglio Sinner, sappiamo come gestire il suo corpo, prima durante e dopo i tornei. C’è bisogno di tempo”.

Questo sicuramente a Jannik non manca: classe 2001, dal talento indiscutibile. Ma ora è il momento di capire cos’è che non sta funzionando.


di Redazione