Il Vangelo secondo Luka

mercoledì 13 aprile 2022


Il mondo cambia. E il calcio non fa eccezione. Il contropiede adesso è la ripartenza, i terzini sono laterali, il libero o lo stopper sono i difensori centrali. Poi il tackle ruvido sulla palla, talvolta, è considerato fallo perché nell’intervento maschio da codice del portuale viene colpito anche il giocatore. Una roba che fa impallidire figure mitologiche come Claudio Gentile o Uli Stielike. Ci sono schemi, le gabbie, diagonali, moduli, azioni che nascono dal basso, il pressing alto eppure capita che, alla fine, gli appassionati di questo sport vengano ammaliati non dal nuovo che avanza, bensì dalla tradizione. Nella fattispecie, un lancio del numero 10 che smarca l’attaccante davanti alla porta, prima del gol. In sintesi, un’ode al pallone che ha un nome e un cognome: Luka Modric.

“Ho visto Rodrygo che si smarcava, l’importante era segnare. Non era facile ma ha fatto un bel gol che ha cambiato la nostra partita. Ci ha portato ai supplementari, poi il gol di Karim (Benzema, ndr) ci ha fatto passare. Il Chelsea è molto forte, ma in semifinale ci siamo noi e questo è l’importante”. Il centrocampista croato del Real Madrid, nato a Zara, colpisce per forza e umiltà, con la magia di rendere normale l’eccezionalità. Nel 2018 interrompe il dominio decennale di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo con la conquista del Pallone d’Oro. Ai Mondiali di Russia raggiunge il secondo posto con la Nazionale del suo Paese (sconfitto in finale dalla Francia). In bacheca i successi con la Dinamo Zagabria prima dell’apoteosi con la maglia delle merengue, con cui colleziona quattro Coppe Intercontinentali, tre Supercoppe Uefa, due campionati, una Coppa di Spagna e quattro Champions League, competizione dove pure ieri cambia l’ordine degli eventi, con una giocata da cineteca.

L’assist per Rodrygo, nel giro di pochi secondi ribalta le carte in tavola e fa dimenticare tutto, a cominciare dalla prestazione degli avversari, il Chelsea, sconfitti all’andata 3-1 ma in vantaggio 3-0 nella tana del Santiago Bernabeu. Più tardi, il solito Karim The Dream Benzema chiuderà la pratica sul 3-2, che significa qualificazione in semifinale per i blancos. Ma la pennellata disegnata da Modric annienta in un battito di ciglia la gara dei blues, la serata in smoking di Mateo Kovačić e i sogni di Thomas Tuchel. Punto e a capo. Il resto sono chiacchiere, che svaniscono asfaltate dalla semplicità di chi sa di essere leggenda. Un centimetro alla volta, per dirla alla Al Pacino alias Tony D’Amato di Ogni maledetta domenica. Da qui all’eternità, fino all’Olimpo del pallone. Così parlò Modric, dal Vangelo secondo Luka.


di Claudio Bellumori