Semplicemente Vanessa

lunedì 2 agosto 2021


Al netto di tutte le difficoltà, le polemiche, i dubbi e le paure, queste Olimpiadi di Tokyo non le dimenticheremo tanto facilmente. Non solo perché posticipate di un anno a  causa della pandemia, o per l’assenza di pubblico e le regole ferree imposte ad atleti e staff (sempre a causa del Covid). Ma soprattutto per i risultati storici ottenuti. A cominciare con quelli di ieri, domenica 1° agosto, con Jacobs e Tamberi che in dieci minuti hanno regalato due ori rispettivamente nei 100 metri e in salto in alto: mai prima d’ora un italiano aveva centrato una finale di velocità, così come mai – in entrambe le discipline  si era arrivati sul podio. Tantomeno sul gradino più alto.

Oggi, lunedì 2 agosto, il nuovo miracolo. Questa volta di Vanessa Ferrari nella ginnastica artistica, con un argento che vale più dell’oro. La “farfalla di Orzinuovi”, classe 1990, ha agguantato il secondo posto al corpo libero sulle note di Con te partirò, con un punteggio di 14.200, preceduta solo dall’americana Carey (14.366) che aveva un’acrobatica più complessa, ma una parte artistica decisamente inferiore. L’unica medaglia olimpica italiana in questa disciplina risale al 1928, quando nella gara a squadre ad Amsterdam l’Italia riuscì a conquistare sempre un argento.

È vero, Vanessa già ci aveva abituato alle magie: rimettendosi sempre in piedi dopo vari infortuni e arrivando a guidare le nostre giovani “fate” al quarto posto a squadre, sempre in questa edizione. Ma che la campionessa del mondo all-around nel 2006, nonché campionessa d’Europa all-around nel 2007 (oltre a una vagonata di altri sigilli), fosse in grado dopo 15 anni di raggiungere le vette del podio olimpico nella sua specialità prediletta quale il corpo libero, osavamo solo sognarlo. Invece lei, Vanessa, ha lottato con le unghie e con i denti, con classe, eleganza e determinazione, e si è presa ciò che si è sempre meritata: un posto nella storia. Al netto di tutte le fatiche e le sfortune. Contro tutti i pronostici e con quella grintosa forza di volontà che solo i veri campioni hanno.

Ed ecco che il “fil rouge” di questa meravigliosa storia si mostra in tutta la sua forza e semplicità: Jacobs, Tamberi e Ferrari non si sono rassegnati a quello che sembrava un destino già scritto. Non si sono lasciati abbattere dalle difficoltà, dagli infortuni, dalle paure e neanche dal tempo che passa. Hanno avuto l’umiltà di ricominciare  non una ma cento, mille volte – per andarsi a prendere ciò che sentivano di meritarsi. Questo fanno i grandi atleti: si rimettono in piedi e continuano a provarci.

Per questo, piace molto anche la scelta di Simone Biles di provare a gareggiare nell’ultima gara di specialità alla trave, nonostante tutti i problemi che ha dovuto affrontare in questa edizione “Goat” (Greatest Of All Times). Perché se è vero che l’americana è stata indiscutibilmente la ginnasta più forte di tutti i tempi, ora si trova a dover scegliere se le basta questo merito o se vuole entrare nella leggenda come pochi prima di lei dimostrando di esserlo ancora: al netto delle difficoltà e contro tutti i pronostici. Come Vanessa.


di Claudia Diaconale