Grazie campione semplice

martedì 30 maggio 2017


Superare i quarant’anni nei campi di calcio era già un’impresa unica ai tempi di Dimo Zoff, che, infatti, stava in porta, ma con il calcio di oggi più che difficile è impossibile.

Francesco Totti c’è riuscito dimostrando due cose, da una parte che la serietà e l’impegno di uno sportivo pagano, dall’altra che il tempo, purtroppo, vince sempre. Oggi il calcio è troppo veloce, pressante, incessante, per tenergli testa con il solo tocco di palla per quanto magico che sia, ci vogliono fiato, gambe, elasticità e a quaranta anni l’età biologica non perdona.

E l’età non ha perdonato nemmeno Francesco Totti, un campione unico di tecnica, intuito, fiuto del gioco e del goal, che però più in là di questa linea non può andare.

Forse Francesco avrebbe dovuto smettere l’altr’anno, chiudendo la sua straordinaria carriera con le memorabili reti dello scorcio finale dello scorso campionato, che permisero alla Roma il terzo posto.

Se l’avesse fatto avrebbe tolto a Luciano Spalletti l’unica arma in grado di ferirlo, scegliere i titolari e i cambi in corso di partita. Perché sia chiaro, il tecnico toscano ha sistemato in questo campionato un conto in sospeso con Totti che aveva da anni. Lo ha fatto male, senza sensibilità, senza tatto e in alcuni casi senza logica, perché Totti qualche partita in più la meritava eccome. Insomma, il mister ha voluto ingaggiare una sciocca sfida personale nella quale ovviamente era perdente “a prescindere”, perché Totti a Roma e per la Roma è troppo grande. Ecco perché nel confronto umano fra allenatore e giocatore, il primo ha sbagliato tutto ciò che si potesse sbagliare. Al netto di tutto questo resta la storia di un campione immenso, uno di quelli che nascono ogni “morte di Papa”. Totti è stato ed è campione in campo e fuori, non si è mai montato la testa con la ricchezza a fiumi che ha guadagnato, non si è fatto frastornare dalla notorietà e dagli applausi. È rimasto semplice, un ragazzo di famiglia della Roma più vera, autentica, popolare e sana. È stato questo il suo segreto e la sua salvezza, è stata questa la formula magica che lo ha preservato dai deliri che spesso soldi e fama ingenerano sugli uomini. Ecco perché Totti è arrivato a tanto e fino a ora, semplicità, famiglia, impegno, umiltà e origini, questi sono i veri segreti del campione.

A noi, inguaribili tifosi, malati di Roma e della Roma, malati di una città che nonostante le offese e le trascuratezze della politica e non solo, resta eterna, non rimane che dirgli grazie, grazie Francesco. Grazie dei tiri al volo, dei cucchiai, delle punizioni all’incrocio dei pali, del rigore all’Australia, degli assist al millimetro, grazie delle duecentocinquanta volte che, secondo, in tutta la storia del nostro calcio, ci hai fatto strillare “Totti goal”.

Grazie soprattutto per essere stato solo della Roma. Caro Francesco, sei stato solo nostro, hai resistito a sirene straordinarie, hai voluto una solo maglia quando tutti i più prestigiosi club del mondo ti volevano. Grazie Pupone, anche noi, pensando al calcio e alla Roma, abbiamo sempre e solo scelto te.


di E. Rossi e A. Mosca