martedì 2 dicembre 2025
Immaginateli alla scrivania o sul cellulare a pensare cosa diavolo scrivere per giustificare la propria professione e stipendio, per essere pubblicati, o per andare in tivù o per scrivere sui giornali, per dare segni cioè della propria esistenza in vita. Ecco, che in gran parte avrete spiegato a voi stessi le elucubrazioni pericolose di taluni che, stipendiati a fine mese, qualcosa devono pur inventare. Lo stesso vale per gli attuali stipendiatissimi vertici europei, di questa Europa quantomeno dubbia e stonata, del tutto fuori di testa. Hanno perso la testa e inventano cose – pure pericolose per noi tutti – che non esistono nella realtà. E quella che dichiara guerra, e quell’altro che ci avverte con terrore che siamo sull’orlo del precipizio, e quella che ci dice che c’è la faida contro l’Italia, e l’altro che si é svegliato come sempre male e descrive una realtà tragica. Fateci caso, dobbiamo fare guerre – alcuni le vogliono proprio fare, anzi fare, loro non ci vanno – ostacolare invasioni straniere – poi dobbiamo armarci, poi dobbiamo rinunciare a riscaldarci, poi però il sole erutta e dicono di volere costruire parafulmini e però poi ci saranno le scie chimiche, poi dobbiamo obbligatoriamente andare in guerra e allo stesso tempo sopprimerci vaccinandoci anche se non si sa se fa molto male.
E ancora i soldi alle guerre, ai vaccini, alla pace, agli armamenti, al mondo. Praticamente non un attimo di quieto vivere, non un attimo di pace, figuriamoci di bellezza, o, parola sconosciuta, di armonia comune collettiva. Lo Stato frega i cittadini, l’Europa quelli che considera i suoi sudditi, da spennare. Chiunque abbia un incarico, fa tutto, dalle penne all’arrabbiata alle armi alle medicine. Chi più ne ha, più ne metta. L’incompetenza mischiata alla grossolanità e volgarità ci invadono, i livelli e la qualità della vita sono stati azzerati dalle masse bisognose straniere che non parlano neanche la lingua dei Paesi che le ospitano. Abbiamo creato il caos, sovvertito le regole, violate, seppellito qualsivoglia fiducia di chiunque in qualsiasi cosa. Tutti diffidano a ragione di tutti e nessuno si fida di nessuno, altrettanto a ragione. Nel mentre, alcuni inneggiano alla guerra, altri alle armi, altri alla pace, tutti dicono tutto, a fasi alterne. Come soffia il vento. Ci vorrebbe una sorta di azzeramento, di “fermo” della macchina sociale impazzita che tuttavia ormai va da sola e macina sé stessa. E noi dentro.
di Cesare Alfieri