lunedì 24 novembre 2025
La lettera apostolica In unitate fidei (Nell’unità della fede) di Papa Leone XIV arriva in occasione dello straordinario 1700° anniversario del Concilio di Nicea, primo consesso ecumenico cristiano, dove vennero definitivamente negata la corrente ariana e confermata la posizione della consustanzialità del Padre e del Figlio (teoria confluita nel Credo niceno, ancora oggi professato). A distanza di quasi due millenni si ricorda con solennità quell’evento, che vedrà la presenza dello stesso pontefice in Turchia il prossimo dicembre. Ieri, Robert Francis Prevost ha pubblicato il testo In unitate fidei, con cui intende riflettere sul futuro della Chiesa guardando alle radici stesse dell’istituzione. Dice Leone della lettera: “Nell’unità della fede, proclamata fin dalle origini della Chiesa, i cristiani sono chiamati a camminare concordi, custodendo e trasmettendo con amore e con gioia il dono ricevuto”. Il papa, più avanti, riflette sui drammatici punti in comune tra il periodo del Concilio di Nicea e il momento attuale; inoltre, definisce una “provvidenziale coincidenza” la presenta dell’anniversario conciliare in un anno santo. Scrive Leone: “Ancora oggi pronunciamo il simbolo niceno, professione di fede che unisce i cristiani. Essa ci dà speranza nei tempi difficili che viviamo, in mezzo a molte preoccupazioni e paure, minacce di guerra e violenza. I tempi del Concilio non erano molto differenti”.
Nel 325 era ancora forte il ricordo delle persecuzioni cristiane, e tutte le spaccature nella Chiesa fecero emergere dispute e conflitti. Il papa, che osserva il passato e analizza le dinamiche del tempo presente, chiede che si cammini insieme “per raggiungere l’unità e la riconciliazione tra tutti i cristiani”. Ancora oggi la Chiesa e la società cristiana sono scosse da spaccature ideologiche – spesso dal carattere vagamento scismatico – e da tensioni, e il papa invoca “un ecumenismo rivolto al futuro”. Durante l’omelia della celebrazione solenne di Cristo Re dell’Universo, Leone ha parlato del dramma delle guerre combattute in nome di Dio, affermando anche le responsabilità dei cristiani. Le persecuzioni e le discriminazioni sono contrarie al senso dell’unità che il Concilio di Nicea ha voluto prospettare. Quello che serve alla Chiesa è ritrovare il baricentro in Cristo, nel messaggio di speranza e nella ricerca della componente trascendentale, cercando quindi di stare fuori dagli attivismi, dalle frenesie delle rivoluzioni colorate, tornando alla fede autentica che rappresenta la prerogativa per raggiungere e mantenere l’unità. La lettera di Papa Leone è quindi la base per riflettere sull’attuale condizione della Chiesa, avendo come riferimento la Chiesa delle origini.
di Enrico Laurito