lunedì 27 ottobre 2025
Quanto accaduto nei giorni scorsi a Bologna, dove alle sette del mattino le forze dell’ordine in assetto da sommossa si sono presentate in due appartamenti della periferia della città per eseguire l’ordine di sfratto di due famiglie con bambini piccoli (di cui uno con disabilità) e che per farlo è stato abbattuto, sotto gli occhi terrorizzati dei minori, a colpi di martello il muro di un’abitazione, è un fatto che al di là della cronaca arriva dritto, interrogandola, a quella che un tempo si chiamava “coscienza di un Paese”. I contratti di locazione erano scaduti (il canone veniva regolarmente corrisposto) e la proprietà, un’impresa di costruzione, intendeva ritornare in possesso dell’immobile per poterlo destinare al mercato degli affitti brevi. Al di là degli aspetti legali, che saranno stati sicuramente ineccepibili, la vicenda bolognese impone alcune riflessioni di ordine generale. Quando la coscienza non assolve ciò che la legge consente, ovvero quando la legittimità giuridica si separa dalla giustizia morale, occorre prendere contezza che la dignità umana di una società sta andando in frantumi.
Se dei bimbi vengono svegliati poco più che all’alba, per essere scacciati brutalmente dalla propria casa, non si può parlare di normalità del mercato, farlo è mettersi dalla parte dell’immoralità. Lentamente, ma in modo progressivo, le nostre città stanno mutando il proprio volto a causa di una diffusa, nonché incontrollata, trasformazione di migliaia di abitazioni in alloggi turistici. Gli indicatori economici rendono ragione di tutto ciò virando verso l’alto, ma mentre le vie dei centri cittadini si riempiono di valigie con le rotelle, via via scompaiono i residenti e con essi le relazioni fra le persone che forgiano le memorie collettive e che insieme costituiscono la ricchezza di una comunità.
La vicenda di Bologna impone una domanda: in nome della prosperità economica si deve rinunciare alla solidarietà? Sosteneva il pensatore liberale Friedrich von Hayek: “Una società che abbia abbracciato la logica di mercato può permettersi il perseguimento di fini umanitari e solidali perché è ricca. Può farlo tramite operazioni fuori mercato e non con manovre che siano correzioni del mercato medesimo. Assicurare a tutti un livello sotto cui nessuno scenda, quando non può provvedere a sé stesso, non soltanto è una operazione legittima contro rischi comuni a tutti, ma è compito della Grande Società in cui l’individuo non può rivalersi sui membri del piccolo gruppo in cui era nato”. Tutto ciò per dire che il mercato non è nemico dell’umanità. Sono i “mercanti” i veri nemici dell’uno e dell’altra.
di Francesco Carella