martedì 14 ottobre 2025
Chiude Mtv Uk. Negli anni 2000 incarnava la sicurezza che ti aspettava a casa nel doposcuola. E molto altro. È arrivata la notizia che Paramount sta preparando un importante ritiro dal mercato televisivo lineare, con la chiusura di diversi canali Mtv in tutta Europa prevista per la fine del 2025 a partire da quello in Gran Bretagna. È la fine di un’epoca. La tivù della musica non ce l’ha fatta contro YouTube, Spotify e TikTok. A qualcuno verrà da frignare. Ma, per gli addetti ai lavori, era solo questione di tempo. Guardandosi indietro, c’è stato però un tempo – breve come una sigaretta fumata di nascosto nel bagno di scuola – in cui Mtv non era un canale, ma un confine. Un lembo sfilacciato tra l’infanzia e qualcosa che ancora non si poteva chiamare età adulta, ma che iniziava ad avere suono, corpo, estetica. Mtv: tre lettere come un segnale radio, trasmesse direttamente nel corpo di un’intera generazione. Non era solo musica. Era traduzione simultanea del mondo. Il modo in cui l’America ballava il proprio disincanto, il modo in cui l’Europa lo imitava, e i nostri pomeriggi diventavano loop di video, confessionali, reality, breakbeat, e labbra che mimavano versi in inglese maccheronico.
Era un lessico visivo, quasi liturgico: il logo che cambiava forma, i vee-jay come sacerdoti laici del gusto, i videoclip come parabole elettroniche, coloratissime, smozzicate, ipnotiche. E poi c’erano i corpi: scolpiti, stilizzati, desiderati. Per un adolescente, vedere Mtv era guardarsi in uno specchio che rifletteva qualcosa di vero: il tempo che passa. Era anche la prima televisione che parlava addosso, che non chiedeva il permesso. Un flusso, un collage, un rumore. Come se qualcuno avesse messo un’antenna nel cuore della cultura pop e ne avesse captato le convulsioni. E così Mtv insegnava il movimento. Non a danzare, quello veniva dopo, forse mai, ma a percepire il corpo come linguaggio. A capire che la musica poteva essere vista, non solo ascoltata. Per noi, figli incollati allo schermo tra il 1999 e il 2009, Mtv fu la scuola più strana e onesta che abbiamo avuto: ci insegnava che il mondo era molto più grande del nostro Paese e che anche il disagio poteva avere stile. Oggi ne restano le rovine, come di una civiltà scomparsa. Mtv è diventata una nostalgia con le luci al neon.
di Michele Di Lollo