martedì 14 ottobre 2025
Occuparsi di energia dell’acqua è difficilissimo. Intanto, perché l’acqua è un elemento che ha caratteristiche – quelle che conosciamo – che non sono logiche per noi. E poi perché non sappiamo niente della sua energia. Abbiamo capito che è un conduttore, trasmettitore – ricevitore in entrata ed emettitore in uscita – delle informazioni. Gli “incastri” chimici azionano l’informazione ma perché e come se la “raccontino” e “passino” è un mistero. In questo senso, si dice che il mondo che vediamo è “pura illusione” – cioè “maya” – e che, alla base di ciò che vediamo, c’è una realtà altra, l’energia. Sappiamo sia proprio l’acqua di cui siamo fatti per oltre il 90 per cento a trasmettere l’informazione. L’elemento più abbondante nel pianeta e in ogni organismo vivente è l’acqua. È fondamentale capire l’energia dell’acqua. Alla formazione di una sola molecola d’acqua concorrono un miliardo di fotoni – quanti di luce – che sono pura energia. Un miliardo di energia quindi per una sola molecola d’acqua. I meccanismi di segnalazione energetica come le frequenze elettromagnetiche viaggiano alla velocità di 300mila chilometri al secondo, mentre la velocità di trasmissione chimica – ormoni, neurotrasmettitori, fattori di crescita – è inferiore a un centimetro al secondo. Quindi il mondo delle frequenze va al di là della velocità della luce mentre ciò che è chimico, che a noi appare impercettibile e velocissimo, è al contrario lentissimo. Le cellule scambiano informazioni – bioenergetiche – velocissimamente.
Quando si manifesta una malattia, essa è uno stato che parte da molto lontano essendo un deficit energetico. In quel caso, in realtà, è già piuttosto tardi non rimanendo che capire quale tipo di energia sia venuta a mancare per potere poi riequilibrare con una informazione adeguata. Carlo Rubbia, Nobel per la fisica, ha dimostrato che nell’universo il rapporto tra materia ed energia è di uno a un miliardo – 1:1 miliardo – cioè che occorre un miliardo di unità di energia per dare forma ad un’unica unità di materia. Lo si ripete perché è davvero difficile da comprendere. La materia è pura energia che vibra. Energia oscillatoria che informa la materia. Alla formazione di una sola molecola d’acqua – H2O – concorre un miliardo di fotoni – i quanti di luce – che sono pura energia luminosa. La materia – umana, animale, vegetale, minerale – è un insieme di informazioni energetiche. Il biologo inglese Alfred Rupert Sheldrake ha ipotizzato l’esistenza di campi di forza esterni alla materia – campi morfogenetici – che modellano le forme materiali, essendo al di là del tempo e dello spazio. Si tratta di campi di informazione che regolano i reticoli dei sistemi viventi come dei magazzini di memoria esterni alla realtà conosciuta e che agiscono tramite un meccanismo di risonanza con la realtà manifesta. È come se ogni oggetto dell’universo fosse legato da una sorta di memoria collettiva, una memoria evolutiva. Noi accediamo subendo dei cambiamenti e contribuiamo allo stesso tempo a modificare il campo che cresce, apprende e si evolve. I campi sono una sorta di rete che ci avvolge e non solo ci penetra ma fa parte di ogni organismo vivente, compreso l’intero universo. La materia si forma quindi grazie ad un rallentamento dell’energia – una sorta di consolidamento, condensazione – che, nella trasformazione da uno stato di aggregazione ad un altro, assume una determinata forma materiale. Così l’acqua, secondo il contenuto delle informazioni.
La forma non è casuale perché essa dà non solo “forma” alla energia, ma la esprime. Solo con quella determinata forma l’energia si consolida e “funziona”. Anche questo concetto non è facilmente comprensibile. Un cristallo mantiene la propria energia perfetta per milioni di anni. Tale ordine geometrico determina il suo contenuto energetico come veicolo di informazioni. Se la forma geometrica del cristallo viene distrutta pur senza alterarne la composizione chimica, perde le informazioni immagazzinate perché esse sono collegate alla sua geometria. Questo concetto per noi è difficile da capire. Per comprenderlo si può pensare alle piramidi che sono state costruite dagli antichi egizi non come tombe per i faraoni ma sono stati centri di iniziazione per l’espansione della coscienza, per “energizzarsi” fisicamente e quindi spiritualmente nella consapevolezza, grazie al sistema dei campi elettromagnetici indotto dalla geometria piramidale la quale contiene forze ordinatrici derivanti dal proprio spettro di frequenza. È noto che, prendendo otto lastre di rame della lunghezza di due metri ciascuna e si forma una piramide aperta che riproduca in scala la piramide egizia di Cheope, si può verificare il concetto e fare l’esperienza. Gli antichi egizi sapevano che un deficit energetico produce una situazione caotica nel corpo umano e ne fornivano di nuova per consentire al corpo di rigenerarsi in modo da riattivare le azioni regolatrici che sono condizione e presupposto della vita. Tale procedimento coinvolge l’acquisizione dell’informazione nella consapevolezza – prendere coscienza – per rifornirsi di energia.
L’acqua sale e scende tra la Terra e il cielo, in un equilibrio energetico universale. In essa l’attività elettrica dell’idrogeno – maschile, Yang – si armonizza con quella magnetica dell’ossigeno – femminile, Yin. Per questa unione si combinano chimicamente due gas: l’idrogeno e l’ossigeno. L’acqua ha una specifica forma geometrica: un cristallo liquido di tipo tetraedrico con angoli di 104, 7 gradi tra due atomi di idrogeno e l’unico atomo di ossigeno. La sua struttura ha l’aspetto di una piramide – “V”. La parte occupata da due atomi di idrogeno ha carica positiva mentre quella occupata dall’ossigeno ha carica negativa. Questo conferisce alla molecola la caratteristica di “dipolo elettrico” in grado di oscillare e quindi di ricevere ed emettere informazioni energetiche come una antenna ricetrasmittente. Si parla di “dipolo” perché la molecola ha due poli, quello positivo nei due atomi di idrogeno e quello negativo nell’atomo di ossigeno. Quattro molecole d’acqua, cioè quattro tetraedri formano una struttura piramidale, mentre un numero maggiore di molecole unite insieme tramite legami particolari – detti “legami idrogeno” – si riuniscono in figure cristalline (ognuna definita “cluster” che significa mucchio). Solo il legame idrogeno, che collega tra loro due molecole d’acqua, permette che sul nostro pianeta nasca la vita. Questo legame si forma perché combina l’ossigeno a carica negativa di una molecola con l’idrogeno a carica positiva dall’altra.
L’energia dei legami a idrogeno crea conformazioni che nell’acqua vivono in media un milionesimo di milionesimo di secondo, passando in continuazione in strutture diverse. I legami idrogeno creano enormi spazi vuoti tra le molecole, ciò fa pensare che in natura il vuoto sia condizione necessaria per costruire delle forme creative, sempre mutevoli. Quando dico che per noi l’acqua è un elemento che non è comprensibile in base alla logica è perché l’acqua è un elemento che, in base alle leggi della chimica, dovrebbe trovarsi allo stato gassoso, invece è liquida perché la molecola non è mai singola ma collegata a temperatura ambiente ad altre trecento– quattrocento molecole mediante legami idrogeno. La sua fluidità – liquidità – è data dall’unione. Se l’acqua fosse mono-molecolare, a temperatura ambiente sarebbe gassosa. Se fosse gassosa, la vita sul nostro pianeta non sarebbe mai nata, o sarebbe nata in maniera diversa da come è – così come siamo non saremmo qui. Il fatto che l’acqua sia liquida è il solo motivo per cui esistiamo. Le macromolecole di acqua, formate da circa trecento-quattrocento molecole tenute insieme dai legami idrogeno, realizzano i cluster, forme geometriche regolari costituite da strutture cristalline – il cui modulo base è proprio il tetraedro – che permettono di immagazzinare informazioni e memorizzare diverse frequenze vibratorie. La loro forma geometrica tetraedrica permette di realizzare fenomeni energetici di tipo quantistico, con oscillazioni molecolari coerenti essenziali per la vita – non presenti nel caso in cui le molecole siano disordinate. Intorno ai trentasette gradi l’acqua ha delle particolarità inspiegabili e per noi illogiche, come l’essere molto disponibile ai legami.
Non è di sicuro un caso che la nostra temperatura corporea umana sia vicina ai trentasette gradi. Le radiazioni elettromagnetiche riescono a fare oscillare i “cluster”. Ad esempio nei forni a microonde, che però sono molto pericolosi per la salute umana, le strutture cristalline cominciano a vibrare velocemente e sviluppano calore per attrito così la struttura molecolare dell’acqua viene alterata completamente o addirittura distrutta, oltre l’informazione biologica in essa contenuta. Diminuisce l’assorbimento dei biofotoni – fotoni della vita – scoperti dallo scienziato tedesco Fritz-Albert Popp che ha dimostrato che i sistemi biologici di tutti gli esseri viventi funzionano tramite le leggi della biorisonanza proprio attraverso i biofotoni. Miliardi di molecole biologiche possono comunicare tra loro nel corpo umano alla velocità della luce grazie ai “cluster” dell’acqua contenuta in tutte le cellule, la cui “memoria” risiede nella possibilità, da parte della stessa acqua, di accumulo e rilascio dell’informazione luminosa sotto forma di energia fotonica. Il fisico Emilio Del Giudice ha spiegato che il modo in cui le molecole d’acqua scambiano informazioni è paragonabile a una sala da ballo. I cavalieri sono i nuclei atomici, le dame sono gli elettroni. Le dame vibrano e oscillano cambiando continuamente partner al ritmo di una musica che corrisponde alle frequenze di un campo elettromagnetico.
In tal modo ogni particella interagisce con tutte le altre ed esse comunicano tra loro anche a distanza attraverso la legge della risonanza creando una incredibile rete di scambi informazionali. In ogni “cluster” inteso come “dominio di coerenza” si trovano circa due milioni di elettroni liberi che si muovono al suo interno e recano informazione. Per stare in salute è necessario che tale informazione possa riportare in fase il sistema cioè possa ricreare una corretta vibrazione. Le strutture dei “cluster” sono miliardi di miliardi, in grado di registrare intere biblioteche e la nostra intera umanità – memoria dell’acqua. L’acqua è alla base di ogni forma di vita sulla Terra, è in continua risonanza con l’universo ed è il principale veicolo per l’informazione dei e nei sistemi biologici viventi. Si tenga presente che per ogni molecola di proteine ci sono diecimila molecole di acqua. Lo scienziato Jacques Benveniste che ha dimostrato la “memoria dell’acqua è in grado di veicolare informazioni molecolari – messaggi biologici – ed è possibile trasmettere e amplificare questa informazione così come si può fare per il suono e per la musica”. L’informazione è prima biofisica più biochimica. La malattia è un disturbo o disequilibrio di oscillazione interna e della rete di comunicazioni elettromagnetiche tra molecole, centri nervosi e organi in vibrazione a frequenze coerenti e specifiche.
Adesso dobbiamo fare uno sforzo: cambiare paradigma, cioè dobbiamo provare a pensare diversamente, in maniera diversa. Ecco come e perché. L’acqua è nello stesso tempo un ricevitore e un emettitore di segnali elettromagnetici; agitata, immagazzina informazioni biofisiche e trasmette informazioni sottili. Nessuna molecola d’acqua è identica ad un’altra – si può osservare l’acqua ghiacciata al microscopio. Non è possibile trovare due fiocchi di neve identici. Se si lascia sciogliere un fiocco di neve e successivamente lo si fa gelare nelle stesse condizioni si ritrova la stessa forma. L’acqua appare dotata di memoria, il fiocco di neve ricorda la propria forma originaria e riassume la stessa forma di prima. L’energia, rallentando, crea la materia e la struttura. Non il contrario. Allora bisogna cominciare a guardare gli organismi viventi come energia consolidata, non viceversa. Non guardare cominciando dalla materia ma invertire e cominciare, studiare le frequenze, l’energia consolidata nella materia. Il giapponese Masaru Emoto ha cristallizzato l’acqua e ha scoperto che l’acqua assorbe e manifesta ciò che pensiamo. È difficile da credere e anche da capire ma è così. L’acqua insegna cioè che i nostri pensieri e parole – anche la manifestazione dei nostri pensieri – possono trasmettere gioia e felicità oppure paura e angoscia. I cristalli dell’acqua – cristallizzata da Emoto – mostrano la conformazione che prende l’energia e il suo stato: felice, triste, gioioso, arrabbiato, negativo positivo.
L’acqua “legge” l’anima delle parole che si pronunciano entrando in risonanza con l’informazione vibrazionale collegata con la parola stessa. Il cristallo d’acqua – fotografato – riesce a fare vedere il modello vibrazionale dell’anima delle parole o dei simboli. Quando formuliamo un pensiero, gli conferiamo energia e lo trasformiamo in parole, questa vibrazione viene immagazzinata nell’acqua del nostro corpo e si manifesta intorno a noi al livello vibrazionale corrispondente. Così noi esercitiamo un influsso sull’ambiente circostante, e interagiamo con esso. Le nostre parole, gesti, pensieri – come di chiunque altro – hanno sempre un effetto nel mondo fisico e nel nostro corpo. I pensieri positivi agiscono rafforzando il sistema immunitario e migliorando la qualità della vita. Inviamo le vibrazioni collegate e attiriamo vibrazioni analoghe, per cui attireremo sempre più situazioni analoghe, ed eventi che confermeranno la nostra vibrazione. L’acqua registra la vibrazione dell’energia sottile – hado in giapponese, significa la cresta dell’onda – che è la vibrazione energetica all’origine della creazione. I cristalli d’acqua di Masaru Emoto rendono visibile questa vibrazione sottile in grado di influenzare la materia e migliorare la salute degli organismi viventi.
L’informazione che l’acqua porta in sé stessa si rivela sotto forma di immagine ed è quella stessa che trasforma le molecole chimiche in sostanza vivente. L’acqua ci ascolta, memorizza in sé stessa le vibrazioni dei nostri pensieri e delle nostre emozioni “rispondendo” nel linguaggio figurativo dei nostri cristalli. Mente e corpo sono un unico sistema. Un cambiamento nella nostra mente si riflette sulla struttura dell’acqua del nostro organismo e l’informazione del cambiamento prodotto si trasmette dai neuro peptidi – i più veloci messaggeri del corpo – alle cellule modificando la struttura precedente con un nuovo aspetto fisico ed emozionale. Ecco come interagiscono la biofisica e la biochimica. L’acqua che scorre forma bellissimi cristalli, quella stagnante non assume struttura cristallina. I cristalli ci mostrano che dovremmo essere home un fiume in eterno movimento. Tramite la nostra acqua interna e l’acqua esterna creiamo il mondo, l’acqua è lo specchio che lo riflette. Ogni parola, ogni pensiero, ogni azione costituisce un’informazione.
(*) La trasformazione della energia in materia di Francesca Romana Fantetti, Aracne, Genzano di Roma, 2025, 180 pagine, 18 euro
di Francesca Romana Fantetti