La nobiltà bizantina fra tradizione ed ecumenismo

sabato 11 ottobre 2025


La Chiesa Ortodossa canonica, nel suo complesso equilibrio, riconosce la legittimità solo di sei dinastie bizantine: Andronik Cantacuzino (Andronikov Cantacuzene), Angelo Comneno di Tessaglia, Comneno d’Otranto, Griffo Focas di Cefalonia, Lascaris Comneno di Trebisonda e Paleologo Mastrogiovanni di Bisanzio. A quest’ultima, viene riconosciuto, da tutti, un primato ed una precedenza, in quanto discendente da un ramo collaterale diretto di Costantino XII Paleologo, ultimo imperatore sul Trono dei Romani, morto in difesa di Costantinopoli.

Oltre alle sei famiglie sopracitate, vi sono anche le due sedicenti eredi delle dinastie Armorio e Giustinianea Heracliana, gli Amoroso d’Aragona e i Tommasini Paternò Leopardi, con qualche ragione storica ma con tanti buchi genealogici e documentali che, fino ad oggi, ne hanno impedito il riconoscimento ufficiale. Peraltro, il titolo di capo famiglia dei Thomasi è conteso da ben quattro pretendenti (i cugini Patrizio Tomassini ed Ezra Foscari Widmann Rezzonico, entrambi nipoti del principe Hugo Josè; Sergio Salmeri Tommasini e l’avvocato Aurelio di Rella Tomasi di Lampedusa).

Gli Angelo, i Comneno, i Focas e i Paleologo godono anche del riconoscimento della Chiesa Cattolica e dei Patriarchi dei Riti Orientali. I Comneno d’Otranto furono persino dignitari dell’Ordine di Malta, i Lascaris riconosciuti dai Re di Grecia e Bulgaria, e i Paleologo Mastrogiovanni dall’Ordine Costantiniano Borbonico e, indirettamente, de facto, nella corrispondenza ufficiale, anche da Umberto II di Savoia, ultimo Re d’Italia.

Sua altezza imperiale e reale il principe Giovanni Angelo Paleologo Mastrogiovanni di Bisanzio, così all’anagrafe della repubblica italiana, ufficiale comandante pilota civile, imprenditore originario del Cilento ma residente a Dubai, è persona molto seria e riservata, ma anche cortese e ironica, sebbene assolutamente determinato nel salvaguardare il patrimonio storico culturale della sua famiglia e dell’Unione della Nobiltà dell’Impero Romano e dell’Ecumene Ortodossa, sodalizio fondato nel 1912 ad Atene, del quale è presidente onorario a vita.

“Con la storia non si può scherzare, è patrimonio identitario, non solo delle nostre famiglie ma di tutta la comunità. Noi cerchiamo di portare avanti le nostre tradizioni in modo serio, con attività culturali e sociali, in collaborazione con la Chiesa Ortodossa, in particolare con il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, e le istituzioni locali ma anche con altre importanti realtà accademiche e associative come l’Oxford Centre for Byzantine Research, Aristocrazia Europea e l’Istituto Araldico Genealogico Italiano di Pierfelice degli Uberti, cacciatore e castigatore dei troppi finti nobili in circolazione”, dichiara Giovanni Paleologo.

“Le nostre radici comuni sono nell’Impero Romano, che aveva già assorbito in se la filosofia greca e il concetto di aristocrazia, diventato cristiano con San Costantino il Grande Isoapostolo Coronato da Dio e sua madre la Santa Imperatrice Elena. E l’aquila bicefala che guarda ad Oriente e Occidente, è simbolicamente volata da Roma a Costantinopoli e poi a Mosca Terza Roma, passando sulle alte montagne del Caucaso e sul Mar Nero, attraverso la mia patria Georgia” aggiunge la contessa ortodossa Lali Panchulidze che dell’Unione Bizantina è attiva vicepresidente.


di Carlo Traggia di Baio