Nobel per la Fisica 2025 a Clarke, Devoret e Martinis

martedì 7 ottobre 2025


Il Nobel per la Fisica 2025 è stato assegnato al britannico John Clarke, al francese Michel H. Devoret e all’americano John M. Martinis per la scoperta dei “tunnel quantistico macroscopico e della quantizzazione dell’energia in un circuito elettrico”. Clarke, Devoret e Martinis hanno avuto il merito di dimostrare la possibilità di riprodurre in un sistema abbastanza grande da stare nel palmo di una mano il comportamento bizzarro della materia nel mondo infinitamente piccolo, interpretato dalle leggi della meccanica quantistica. In particolare, hanno realizzato un sistema elettrico superconduttore in grado di passare da uno stato all’altro utilizzando l’effetto tunnel, come se attraversasse un muro. Hanno anche dimostrato che il sistema da loro realizzato assorbe ed emette energia in dosi di dimensioni specifiche, proprio come previsto dalla meccanica quantistica. Gli esperimenti dei tre fisici sono stati fondamentali per comprendere la meccanica quantistica con prove misurabili. Sebbene due siano europei di nascita, i tre vincitori del Nobel lavorano da molto tempo negli Stati Uniti e due di essi, Michel H. Devoret e John Martinis, lavorano anche per un’azienda privata, il Google Quantum A.I. Lab. John Clarke, 83 anni, è nato in Gran Bretagna, a Cambridge, nel 1942. È affiliato all’Università della California a Berkeley, dove è professore di Fisica sperimentale. Michel H. Devoret, 72 anni, è nato in Francia, a Parigi, è stato professore di Fisica applicata all’Università di Yale e lavora nell’Università della California a Santa Barbara. Attualmente è responsabile scientifico di Google Quantum AI. John M. Martinis, 67 anni, lavora nell’Università della California a Santa Barbara e dal 2014 lavora per Google Quantum A.I. Lab con il compito di realizzare un computer quantistico a superconduttori.

“Un premio ai padri fondatori dei computer quantistici a superconduttori”. Ha commentato così Fabio Sciarrino, del Quantum Lab dell’Università Sapienza di Roma, l’assegnazione del premio Nobel per la Fisica 2025 agli americani John Clarke, Michel H. Devoret e John M. Martinis. “Sono i tre ricercatori che hanno portato allo sviluppo della tecnologia dei computer quantistico a superconduttori di oggi”, ha detto Sciarrino dal convegno dell’Icsc – Centro nazionale di ricerca in Hpc, Big Data and Quantum Computing, per il quale è leader dello spoke 7, in corso all’isola d’Elba. “Il loro – ha proseguito riferendosi ai tre Nobel – è stato un lavoro sia scientifico che di sviluppo tecnologico, che ha prima richiesto un lungo studio della fisica di base e poi ha trovato applicazione pratica nello sviluppo dell’architettura di processori capaci di preservare la ‘stabilità’ dei qubit”. In particolare, Martinis è stato a capo del progetto di Google che nel 2019 ha segnato la prima quantum supremacy, ossia la dimostrazione che un computer quantistico potesse eseguire un’operazione molto più rapidamente di un computer tradizionale. “Piangiamo di gioia per la felicità: il Nobel per la Fisica 2025 a John Clarke, Michel H. Devoret e John M. Martinis è un premio a tutta la comunità, una vera famiglia, e ci conferma che siamo sulla strada giusta”. A dirlo è Francesco Tafuri, dell’Università Federico II di Napoli e padre del primo computer quantistico italiano a superconduttori.

“Una gioia indescrivibile, è come aver vinto noi stessi questo Nobel. Loro tre se lo meritano pienamente e dimostra che anche tutti noi abbiamo visto bene”, ha detto Tafuri all’Ansa. “Tutti e tre sono venuti qui a Napoli molte volte e so per certo che torneranno presto, questo è anche un premio alla nostra scuola”, ha proseguito Tafuri, ricercatore che nell’ambito degli investimenti fatti in questi anni dall’Icsc – Centro nazionale di ricerca in Hpc, Big Data and Quantum Computing ha sviluppato in tempi record un computer quantistico a superconduttori. “Dei tre Clark è stato il maestro – ha aggiunto Tafuri – colui che ideò negli anni Ottanta una serie di esperimenti fondamentali, Devoret e Martinis hanno poi raccolto il testimone dando forma sperimentale ad alcune di queste idee anche attraverso delle intuizioni straordinarie”. Euforico il commento di Stefano Fabris, direttore del Dipartimento di Scienze fisiche e Tecnologie della materia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Dsftm). “Sono ricerche straordinarie quelle che hanno permesso di portare le leggi della fisica quantistica verso applicazioni concrete. Il premio è stato assegnato a tre scienziati che sono riusciti a mostrare qualcosa di straordinario: anche un oggetto ‘grande’ (macroscopico, ovvero delle dimensioni confrontabili con quelle dell’essere umano) può comportarsi come una particella quantistica”.


di Redazione