Un pm contro i figli di Paolo Borsellino

giovedì 25 settembre 2025


Le recenti rivelazioni sulle intercettazioni che coinvolgono il pubblico ministero Gioacchino Natoli e i figli di Paolo Borsellino scuotono ancora una volta le fondamenta della giustizia e della memoria storica del nostro Paese. È una vicenda che, lungi dall’essere un mero episodio di cronaca, si inserisce prepotentemente nel solco di domande irrisolte, sospetti mai sopiti e la perenne ricerca di una verità completa sulle stragi che hanno dilaniato l'Italia.

LE INTERCETTAZIONI NATOLI SU BORSELLINO: UN ATTACCO SENZA PRECEDENTI

Il cuore dello scandalo risiede nelle intercettazioni rese pubbliche, dove si sentono espressioni del pubblico ministero Natoli che, con toni a dir poco inopportuni e offensivi, critica i figli di Paolo Borsellino. Al di là del rispetto istituzionale dovuto, è il contenuto di queste intercettazioni a lasciare attoniti. Come è possibile che un rappresentante dell’accusa, figura chiave nella ricerca della verità, possa esprimersi in maniera così sprezzante nei confronti di chi, come i figli di Borsellino, è custode non solo di un cognome simbolo, ma anche di una sete di giustizia che non si è mai placata?

Questa condotta non solo mina la credibilità dell’ufficio che rappresenta, ma getta un’ombra inquietante sull’imparzialità e sull'oggettività che dovrebbero essere pilastri inossidabili di ogni indagine.

LO SCENARIO DEL DOSSIER MAFIA-APPALTI: UN NUOVO TASSELLO O UNA DISTRAZIONE?

Le intercettazioni emergono in un contesto già di per sé complesso e torbido, quello della vicenda del dossier Mafia-Appalti. Per anni, questo dossier è stato considerato una chiave di volta per comprendere i retroscena delle stragi, un documento scomodo che avrebbe potuto svelare connivenze e responsabilità eccellenti. Ogni nuovo “tassello” che emerge in questo scenario viene accolto con un misto di speranza e scetticismo.

La speranza è che si arrivi finalmente a una verità piena, lo scetticismo è che queste rivelazioni, anziché chiarire, finiscano per infangare ulteriormente il quadro, distogliendo l’attenzione dai veri nodi irrisolti. La domanda che sorge spontanea è: queste intercettazioni sono un nuovo, decisivo elemento che ci avvicina alla verità sulla vicenda Mafia-Appalti o sono un ennesimo elemento di disturbo, utile forse a deviare l'attenzione o a screditare chi, come i familiari delle vittime, continua a chiedere chiarezza? È fondamentale che ogni elemento venga analizzato con rigore, senza cedere a facili interpretazioni o strumentalizzazioni.

LA SOLIDARIETÀ AI FIGLI DI BORSELLINO: L’ULTIMO BALUARDO DELLA MEMORIA

Di fronte a un attacco così diretto e gratuito, la solidarietà ai figli di Borsellino è non solo doverosa, ma essenziale. Sono loro, insieme ad altri familiari delle vittime, i custodi di una memoria che rischia costantemente di essere offuscata, distorta o, peggio ancora, calpestata. La loro instancabile ricerca di giustizia, spesso condotta in solitudine e tra mille ostacoli, rappresenta un faro in un mare di opacità.

Attaccare loro significa attaccare l’ultimo baluardo di una verità che molti sembrano non volere che venga a galla. La loro forza d’animo, la loro perseveranza nel chiedere conto e ragione, sono un monito costante per le istituzioni e per l’intera società. Sono loro a ricordarci che la giustizia non è un bene acquisito, ma una conquista quotidiana, da difendere con tenacia.

COSA RIMANE DI QUESTA VICENDA?

Di questa vicenda rimangono amarezza e una profonda preoccupazione. Amarezza per la condotta di chi dovrebbe essere garante della giustizia e invece si mostra incapace di mantenere un contegno adeguato. Preoccupazione per il segnale che emerge: quello di un sistema che, a distanza di decenni dalle stragi, sembra ancora non voler fare piena luce. Rimane la consapevolezza che la strada verso la verità è ancora lunga e tortuosa. Ogni volta che emerge un nuovo dettaglio, si riaccende la speranza, ma anche il timore che si tratti solo di un fuoco di paglia o di una nuova cortina fumogena. Ciò che deve rimanere, e che deve essere più forte di ogni attacco o tentativo di depistaggio, è la determinazione a non arrendersi. A continuare a chiedere, a pretendere che venga fatta piena luce su ogni aspetto oscuro, su ogni connivenza, su ogni responsabilità.

La memoria di Paolo Borsellino e di tutte le vittime delle stragi merita una verità senza sconti, una giustizia completa. E finché questa non arriverà, il dovere di ogni cittadino e di ogni istituzione onesta sarà quello di continuare a cercarla, senza timore e senza compromessi.


di Alessandro Cucciolla