mercoledì 27 agosto 2025
Una nuova legge per l’editoria. La richiesta è stata presentata dagli editori nel corso dell’ultima assemblea generale con un documento in cui si evidenziano gli aspetti della crisi dei gruppi del settore. Contributi all’editoria. Il quadro rilevato dall’agenzia specializzata nelle rilevazioni dei dati presenta un andamento che peggiora di anno in anno. Nel primo semestre del 2025 i media italiani hanno chiuso i conti con margini leggermente in crescita, grazie all’apporto degli abbonati digitali. Per avere una visione complessiva dei circa 90 quotidiani e dei periodici in circolazione occorre riferirsi alla presenza delle edicole e delle librerie sul territorio. Nelle grandi città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Bari, Palermo e Cagliari si assiste a continue chiusure delle saracinesche. L’attività delle edicole non è più remunerativa rispetto agli incassi e alle ore di presenza. Nel pomeriggio così gran parte dei chioschi restano chiusi.
Per far fronte alla crisi sono stati stanziati, con un decreto del Governo, 82 milioni di euro al fine di sostenere le edicole e le imprese editoriali. Si tratta di ulteriori 65 milioni del Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione. Secondo gli editori sono un provvedimento tampone, premessa necessaria per passare ad una legge che garantisca la sostenibilità economica delle imprese con un sistema di finanziamento stabile del Fondo che superi l’episodicità degli attuali contributi all’editoria. Vanno tutelati in maniera più efficace i produttori di contenuti e protetta la proprietà intellettuale, fortemente minacciata dagli strumenti tecnologici illegali a seguito dell’esplosione dell’Intelligenza artificiale non ben regolamentata.
Sono state circa 5mila, negli ultimi tempi, le domande presentate dagli edicolanti per ottenere i fondi (circa 17 milioni di euro) stanziati dal Governo con l’obiettivo di salvare la categoria e la filiera della distribuzione. Il sottosegretario a Palazzo Chigi Alberto Barachini sta accelerando l’iter dell’assegnazione, convinto che “le edicole sono un presidio fondamentale per il pluralismo”. I dati della crisi sono stati resi noti dal sindacato dei lavoratori, Sinagi, secondo i quali dal 2010 al 2024 oltre 7 edicole su 10 hanno abbassato le saracinesche. In sostanza, in 15 anni i giornalai sono scesi da 38mila a circa 11mila. In autunno Palazzo Chigi pubblicherà l’elenco delle edicole ammesse al sostegno. Per la prima volta vi rientreranno anche i distributori che riforniscono i comuni sotto i 5mila abitanti delle aree interne.
A livello generale prendiamo in esame i due massimi gruppi di quotidiani e di libri. Secondo l’ultima rilevazione dell’Audipress il gruppo Rcs, guidato da Urbano Cairo, si conferma leader dell’informazione stimando la diffusione globale (edicola e digitale) del Corriere della Sera in circa 1,7 milioni di lettori, secondo alla Gazzetta dello Sport con 2,1 milioni di lettori a cui aggiungere gli spagnoli Marca (quotidiano sportivo da 970mila copie), El Mundo ed Espansion.
Non va bene il settore dei libri. Il gruppo Mondadori ha chiuso il primo semestre 2025 con un calo di 3,6 milioni rispetto all’anno precedente. Secondo l’amministratore delegato Antonio Porro, i risultati finanziari riflettono la debolezza del mercato dei libri in Italia che ha fatto registrare la pubblicazione di un minor numero di novità di successo. La speranza di recupero è posta sulle vendite della cinquina del Premio Strega, attribuito a Andrea Bajani, con L’anniversario, edito dalla casa editrice Feltrinelli specializzata in 70 anni di vita in argomenti dell’ortodossia di sinistra, come appunto il romanzo “contro il patriarcato e che intende smascherare e scardinare il totalitarismo della famiglia”.
di Sergio Menicucci